Monte San Primo (1686 m) – Triangolo Lariano
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Bella e facile passeggiata fino alla vetta più elevata del Triangolo Lariano.
Chi ha detto che un’escursione, per essere piacevole e appagante, debba presentare un notevole dislivello, ad elevate quote e magari con passaggi esposti?
Nulla di più falso! Quella che abbiamo fatto oggi è probabilmente la gita più facile dell’anno, ma sicuramente anche una delle più entusiasmanti.
Giornata freddina e ventosa, con cielo sereno e panorami eccezionali, in un contesto naturalistico di primo ordine.
Inizio dell’escursione: ore 8:38.
Fine dell’escursione: ore 14:20.
Temperatura alla partenza: 4°C.
Temperatura al rientro: 13,5°C.
Lasciamo l’auto all’ampio parcheggio della Colma di Sormano. La vetta del San Primo, già illuminata dal sole, si erge a nord-nord ovest. Scatto qualche foto all’Osservatorio astronomico e al monumento in memoria di Vincenzo Torriani, il patron del Giro di Lombardia che introdusse nella classica delle foglie morte il Muro di Sormano. Si tratta di una salita leggendaria, con pendenze fino al 25%, talmente dura che costringeva alcuni professionisti a spingere a mano la bicicletta. Il Muro di Sormano rimase nel percorso di gara per tre edizioni, fino al 1962. Dopodiché si decise di non affrontare più questa salita troppo estrema, anche perché la gara veniva falsata dalle numerose spinte che i corridori ricevevano dagli spettatori.
Il Muro di Sormano termina proprio dove inizia il sentiero che porta al Monte San Primo. Giusto ieri, il Giro di Lombardia è passato da questa valle. Quale appassionato ex cicloamatore della domenica, non ho potuto fare a meno di visitarlo, alla fine dell’escursione.
Durante le mie numerose scampagnate in Alta Brianza, ho constatato che da queste parti c’è l’abitudine, prima di incamminarsi, di riservare i posti al ristorante. Anche oggi il “rituale” si è ripetuto. Il cosiddetto Rifugio Stoppani, non è nient’altro che una baita trasformata in un frequentatissimo ristorante con cucina tipica (polenta, polenta uncia, pizzoccheri, selvaggina, funghi, …). Al rientro, infatti, il ritrovo era gremito e gli ampi posteggi completamente occupati.
Il sentiero numero 1 parte pochi metri a valle del ristorante. Si tratta di una piacevolissima stradina sterrata, con modestissima pendenza, che si inoltra in un bel bosco. L’itinerario è adatto ad escursionisti di tutte le età, dai nipotini ai nonni. Oltre alle camminate o corse a piedi, sarebbe ideale anche per gli amanti del rampichino, del nordic walking e delle ciaspole.
Si esce dal bosco dopo circa un’ora, alla Bocchetta di Spessola (1237 m), dove ci si innesta su un sentiero che sale dal Pian del Tivano, un pianoro carsico che merita una visita. In questa zona sono situate alcune delle più importanti grotte d’Italia, tra cui la Fornitori-Stoppani, che raggiunge una lunghezza di circa 37 km. Le acque provenienti dal San Primo scendono così nella Valle di Nosé, ma si perdono in una cavità carsica, il Buco della Niccolina, per uscire probabilmente presso Nesso.
Ora il panorama si fa superbo! Lo sguardo punta dapprima verso il Grignone, la cima che abbiamo raggiunto domenica scorsa. Stupendo il profilo disegnato dai Corni di Canzo e dal Resegone. Ad occidente la panoramica va dal Monviso alle Alpi svizzere.
La stradina ora diventa un po’ più ripida, a tratti sembra tuttavia di camminare su un tappeto persiano: l’erba finissima la rende molto soffice.
Man mano si sale il vento si fa più intenso: guanti, cuffia e maglione ci proteggono comunque adeguatamente. In poco tempo, tra una foto e l’altra, raggiungiamo l’Alpe Terra Biotta. Il curioso toponimo ha il significato di “terra nuda”, senza vegetazione.
Dei bellissimi cavalli pascolano tranquillamente su questi pendii, senza preoccuparsi dei numerosi escursionisti che si fermano a fotografarli.
Raggiunta la bocchetta, siamo quasi respinti dal vento. Il panorama sulla Y del Lario è da cartolina. Il forte e gelido vento ci induce ad abbandonare la cresta e a proseguire sul comodo sentiero, che sale a meridione della Cima del Costone.
Solo gli ultimi 100 m di salita richiedono un certo sforzo, per il resto, la passeggiata è veramente rilassante e adatta a tutte le capacità.
Raggiungiamo la croce di vetta dopo circa due ore e quindici minuti di tranquilla e distensiva passeggiata. Ai lati della croce scendono due file di sventolanti bandierine. Non sono le solite bandierine tibetane: si tratta degli stemmi di tutti i comuni posti sulle sponde del Lario. Un bel gesto che alcuni giovani hanno voluto compiere, come segno propiziatorio, proprio sulla cima più elevata del Triangolo Lariano.
Come detto, il panorama che si gode oggi è di una bellezza sconvolgente!

La veduta che più mi ha incuriosito è quella sulla Piana del Tivano: una dolcissima valle, oggi con colori incantevoli e con il valore aggiunto di numerose emergenze carsiche. Mi riprometto di tornare a visitarla non appena possibile.
Tempo di salita 2:20 h
Tempo totale 5:42 h
Dislivello: 562 m
Sviluppo complessivo: 16,8 km
Difficoltà: T1
Libro di vetta: no
Copertura della rete cellulare: da discreta a buona.
Partecipanti: Lore e siso

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