Passo di Verva
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Da previsioni meteo la giornata non doveva essere un gran che, ma in realtà è stata peggio; più che altro, con meta scelta per l'occasione, è stato il pretesto per accompagnarsi di nuovo con amici che non si vedevano da molto e moltissimo tempo. In condizioni di visibilità ottimali tutto il percorso sarebbe circondato da belle vedute sui monti della zona: Sasso Calosso, Pizzo di Dosdè, Sasso Maurigno e Pizzo Coppetto, con sullo sfondo la Cima de' Piazzi. Oggi la stratificazione molto bassa delle nuvole ci ha consentito solo di ammirare un paio di laghetti (uno anche molto poco) ed una particolare e protetta torbiera d'alta quota.
Dal piazzale di Eita alle spalle della chiesa si dipartono due strade precluse al traffico non autorizzato (il pedaggio pagato le esclude): si sale per la sterrata di sinistra che va a percorrere tutta la valle fino all'ampio valico del Passo di Verva; il tracciato segue, con successivi adattamenti, passaggi tradizionali di pastori e, dal 1500, vie di comunicazione fra la Repubblica Veneta e le regioni germaniche a nord di Livigno. Ultimo in ordine di tempo, la strada venne riattata nel 1987 dal Genio Militare rappresentando in quel momento l'unica possibilità di raggiungere l'Alta Valle in conseguenza della frana di Val Pola; attualmente è molto frequentata dai bikers come punto di passaggio di vari anelli anche internazionali. Al passo si trova un cippo commemorativo di fatti della Prima Guerra Mondiale ed una lunga trincea in stato di conservazione mediocre. Vista l'inopportunità di procedere in condizioni di visibilità non superiore ad una ventina di metri, decidiamo di tornare e fare la deviazione verso il Lago Calosso (denominazione localmente sconosciuta, ma ormai praticamente ufficiale; in realtà Lago Turchino): il sentiero, recentemente riattato e rettificato, sale a raggiungere la conca che lo ospita, chiusa fra Sasso Calosso e Sassi Rossi, ma oggi si fatica anche a vedere qualche metro di acqua. Si mette anche a piovere e non rimane che scendere sotto il livello delle nubi. La visita attorno al Lago Acque Sparse e all'adiacente torbiera (un paio di passerelle permettono di attraversare comodamente l'area umida) rivelano un ambiente molto particolare dove vari torrentelli confluiscono nel lago circondati dalle antiche frane del Sasso Maurigno ormai ampiamente colonizzate da mughi, ginepri ed abeti. Poco lontano, fra gli alberi, si trova il Rifugio Falck del CAI Dervio. Un breve sentiero risale verso destra alla strada della Val Verva, da cui torniamo ad Eita.
Con anche Ivan e Marco.
Dal piazzale di Eita alle spalle della chiesa si dipartono due strade precluse al traffico non autorizzato (il pedaggio pagato le esclude): si sale per la sterrata di sinistra che va a percorrere tutta la valle fino all'ampio valico del Passo di Verva; il tracciato segue, con successivi adattamenti, passaggi tradizionali di pastori e, dal 1500, vie di comunicazione fra la Repubblica Veneta e le regioni germaniche a nord di Livigno. Ultimo in ordine di tempo, la strada venne riattata nel 1987 dal Genio Militare rappresentando in quel momento l'unica possibilità di raggiungere l'Alta Valle in conseguenza della frana di Val Pola; attualmente è molto frequentata dai bikers come punto di passaggio di vari anelli anche internazionali. Al passo si trova un cippo commemorativo di fatti della Prima Guerra Mondiale ed una lunga trincea in stato di conservazione mediocre. Vista l'inopportunità di procedere in condizioni di visibilità non superiore ad una ventina di metri, decidiamo di tornare e fare la deviazione verso il Lago Calosso (denominazione localmente sconosciuta, ma ormai praticamente ufficiale; in realtà Lago Turchino): il sentiero, recentemente riattato e rettificato, sale a raggiungere la conca che lo ospita, chiusa fra Sasso Calosso e Sassi Rossi, ma oggi si fatica anche a vedere qualche metro di acqua. Si mette anche a piovere e non rimane che scendere sotto il livello delle nubi. La visita attorno al Lago Acque Sparse e all'adiacente torbiera (un paio di passerelle permettono di attraversare comodamente l'area umida) rivelano un ambiente molto particolare dove vari torrentelli confluiscono nel lago circondati dalle antiche frane del Sasso Maurigno ormai ampiamente colonizzate da mughi, ginepri ed abeti. Poco lontano, fra gli alberi, si trova il Rifugio Falck del CAI Dervio. Un breve sentiero risale verso destra alla strada della Val Verva, da cui torniamo ad Eita.
Con anche Ivan e Marco.
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