Cima di Camadra
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Valutazione difficoltà gita (spiegata nel dettaglio nella descrizione sotto):
Descrizione gita:
Avevo bisogno di una giornata tranquilla, e quindi volevo fare una gita in solitaria poco impegnativa dal punto di vista fisico e tecnico. Però volevo anche fare un 3mila ticinese che non avevo ancora fatto… e scorrendo la lista l'unica scelta possibilità con queste caratteristiche era la Cima di Camadra partendo da Pian Geirett.
Quindi dopo essere sceso dal bus a Pian Geirett, alle 08:40 parto in direzione Pass d'Uffiern, per fare il mio 18esimo 3mila ticinese (il 12° in solitaria).
Vado con passo tranquillo, e me la prendo comoda, visto che ho tempo fino alle 15:40 per prendere l'ultimo bus di discesa, e il percorso di oggi è molto breve.
Il sentiero è facile, molto ben tenuto e ben segnalato. Vedo anche delle catene (alcune molto recenti, altre meno) che facilitano un paio di passaggi. Non le ho utilizzate perché non le ho ritenute necessarie, ma sicuramente in caso di terreno umido o con neve verrebbero buone.
Il sentiero è marcato in alcuni tratti bianco-blu, ma non ne capisco il motivo. Tecnicamente è sicuramente un T3 bianco-rosso fino al passo, grazie anche alle nuove catene messe per la sicurezza. Inoltre oggi la meteo è buona e il terreno è asciutto, insomma condizioni ideali per un bel trekking!
Arrivato a quota ~2600m, vedo un canale che sembra portare in maniera logica e veloce nei pressi del punto P.2773, tagliando il percorso di un bel po', ma dopo averlo valutato scelgo comunque di dirigermi fino al Pass d'Uffiern per la semplice curiosità di vederlo. Tanto ho tempo, ed è inutile tagliare il già breve percorso.
Arrivo al Pass d'Uffiern esattamente alle 10:00, quindi dopo un 1ora e 20min di cammino, e da lì abbandono il sentiero segnalato, curvando deciso verso a nord in direzione P.2773.
In questo punto ci sono dei grossi massi da superare, aggirandoli o arrampicandoli (1° grado).
Non c'è una via prestabilita, ci sono molte possibilità di passaggio, e sembrano tutte facili. Ne prendo una a caso e dopo ulteriori 20 minuti arrivo sotto il punto P.2773 e da qui si iniziano a vedere degli evidenti omini di sasso che guidano la via.
Dopo ulteriori 15 minuti, seguendo gli omini, sono oltre il punto P 2795 e qui mi concedo la prima pausa della giornata, con panorama sulla valle sottostante e sulla salita che mi aspetta verso la cima di Camadra.
Da questo punto non scorgo altri omini (in realtà c'erano, ma li ho visti solo scendendo), e ci sono alcune placche da superare per arrivare all'instabile ganna di pietre che porta alla vetta.
Scelgo un percorso che a me sembra logico e lineare, e mi diverto con qualche facile arrampicata di 2° grado (evitabile aggirando le placche a zig-zag al posto di salire dritto-per-dritto).
La salita non è mai difficile, se si indovina il percorso migliore di salita, ma individuare quale sia in mezzo a tante possibilità è sicuramente la parte più difficile della gita.
Arrivato a quota 2900m trovo un paio di segni sbiaditi bianco-blu e ancora un paio di omini di sasso. Salgo ancora un pochino, seguendo la linea degli omini. Dal passo fino a quota 3000m, se si indovina la strada giusta, valuto la salita un grado T4.
Arrivato a quota 3000, dove inizia la parte ripita e la montagna si stringe, si intravvedono 3 possibilità di salita:
Rimango molto intimorito dalla situazione e dal numero di "fratture di pre-distacco" che vedo in alcuni grossi massi dove dovrò passare. Quindi salgo con molta attenzione, e con tutta la concentrazione possibile, tentando di capire quali siano i punti più sicuri dove appoggiare mani e piedi per sollecitare al minimo le instabili pietre. In qualche modo riesco a salire senza creare frane, e arrivato poco sotto la vetta, i sassi tornano ad essere molto meno instabili, e facilmente guadagno la vetta. Valutazione passando di qua, grado "T5+/F+/(forse addirittura PD-)". E pensare che avevo scelto questa vetta, proprio evitare gradi alpinistici :D ... con il senno di poi, sarebbe stato più sensato ridiscendere qualche metro, e provare da una via differente.
In vetta mi godo un bel pranzo e un panorama mozzafiato. Si vedono bene il Medel, il Valdraus, il Gaglianera, lo Scopi, e tante altre belle vette, oltre che tutta la zona della Greina.
Purtroppo la gamella sotto l'omino di vetta è bucata, ed il libro al suo interno è umido ed inutilizzabile. Vorrei scriverci qualcosa, ma non ci riesco, troppo bagnato.
Dopo una lunga pausa relax, passato anche ad ammirare un grosso rapace che volava sopra di me, decido che è ora di scendere. Però voglio assolutamente evitare la via che ho usato per salire.
Scruto dall'alto, e noto che nel lato destro (che sarebbe stato il sinistro salendo) c'è un evidente traccia. Decido di seguire questa traccia. Qui ci sono molti meno massi instabili, e il pietrisco è molto più fine, quindi causa meno problemi in caso di frane.
Decisamente una discesa più facile e sicura rispetto alla via scelta per salire. Inoltre è più facile da seguire perché la traccia è abbastanza evidente. Passando da questo lato, ritorno velocemente ed in maniera sicura sotto i 2900metri, e mi concedo un sospiro di sollievo per non essere passato nuovamente in quella zona di montagna "pronta a venire giù al solo guardarla".
Torno alla zona delle placche che ho arrampicato salendo, ma stavolta le evito con alcuni zig-zag e riesco a tornare in zona P.2772 senza dover fare nessun passo di arrampicata.
Utilizzando come percorso quello che ho fatto in discesa, e non quello in sui sono salito, se si azzecca la via giusta, valuto la difficoltà del percorso un semplice T4+ (forse T5-), ma senza essere alpinistico; quindi senza nessuna F. Ma la vera difficoltà sta proprio nel capire quale sia la via giusta. Ci sono molte opzioni di salita, che sembrano tutte buone, ma non tutte purtroppo lo sono. Quindi fate molto attenzione alla via che scegliete, anche se viste dal basso sembrano tutte facili!
Tornato al Passo incontro il pastore della zona con il suo cane di protezione, e faccio un bel pezzo della discesa chiacchierando con lui. Una volta salutato mi fermo a fare merenda lungo la discesa, tanto sono in largo anticipo rispetto al bus.
Da qui ho un'ottima visuale sulla sponda opposta, e scruto con molta attenzione la via di salita ripida e non ufficiale che da Pian Geirett porta alla Capanna Scaletta.
Vedo una evidente traccia alla base, una traccia meno evidente nella zona alta, ma in mezzo nulla. Mi chiedo da che parti passi il sentiero, perché ho intenzione di usarlo in una delle mie future uscite (prossimamente ho intenzione di concatenare il Valdraus e il Gaglianera). Ma dopo aver guardato a lungo, decido che salirò dalla via normale, mi sembra una complicazione inutile, dove non è chiaro da che parte passare, e soprattutto con rischi poco giustificabili.
(Purtroppo pochi giorni dopo leggo sul giornale la notizia di quel 14enne morto su quel sentiero. Probabilmente il mio istinto aveva ragione nel farmi guardare quel tratto con diffidenza. Rimango molto scioccato nel leggere la notizia, e dopo alcuni giorni di titubanza, decido di scrivere questo report)
Torno alla fermata del bus già alle ore 15:00, e quindi aspetterò il bus per 40 minuti prima di poter scendere comodamente e senza fatica.
Ciao a tutti
Claudio
PS se qualcuno prossimamente vuole provare a salire il Valdraus e il Gaglianera, partendo dalla capanna Scaletta, me lo faccia sapere, che cerco volentieri compagnia!
- Da Pian Geirett fino al Passo d'Uffiern: T3
- Dal passo d'Uffiern a quota 2900: T4
- Da quota 2900 alla Cima di Camadra: T4+/(forse T5-) ; se si azzecca la via giusta
- Da quota 2900 alla Cima di Camadra: T5+ e F+ ; se si sbaglia via
Descrizione gita:
Avevo bisogno di una giornata tranquilla, e quindi volevo fare una gita in solitaria poco impegnativa dal punto di vista fisico e tecnico. Però volevo anche fare un 3mila ticinese che non avevo ancora fatto… e scorrendo la lista l'unica scelta possibilità con queste caratteristiche era la Cima di Camadra partendo da Pian Geirett.
Quindi dopo essere sceso dal bus a Pian Geirett, alle 08:40 parto in direzione Pass d'Uffiern, per fare il mio 18esimo 3mila ticinese (il 12° in solitaria).
Vado con passo tranquillo, e me la prendo comoda, visto che ho tempo fino alle 15:40 per prendere l'ultimo bus di discesa, e il percorso di oggi è molto breve.
Il sentiero è facile, molto ben tenuto e ben segnalato. Vedo anche delle catene (alcune molto recenti, altre meno) che facilitano un paio di passaggi. Non le ho utilizzate perché non le ho ritenute necessarie, ma sicuramente in caso di terreno umido o con neve verrebbero buone.
Il sentiero è marcato in alcuni tratti bianco-blu, ma non ne capisco il motivo. Tecnicamente è sicuramente un T3 bianco-rosso fino al passo, grazie anche alle nuove catene messe per la sicurezza. Inoltre oggi la meteo è buona e il terreno è asciutto, insomma condizioni ideali per un bel trekking!
Arrivato a quota ~2600m, vedo un canale che sembra portare in maniera logica e veloce nei pressi del punto P.2773, tagliando il percorso di un bel po', ma dopo averlo valutato scelgo comunque di dirigermi fino al Pass d'Uffiern per la semplice curiosità di vederlo. Tanto ho tempo, ed è inutile tagliare il già breve percorso.
Arrivo al Pass d'Uffiern esattamente alle 10:00, quindi dopo un 1ora e 20min di cammino, e da lì abbandono il sentiero segnalato, curvando deciso verso a nord in direzione P.2773.
In questo punto ci sono dei grossi massi da superare, aggirandoli o arrampicandoli (1° grado).
Non c'è una via prestabilita, ci sono molte possibilità di passaggio, e sembrano tutte facili. Ne prendo una a caso e dopo ulteriori 20 minuti arrivo sotto il punto P.2773 e da qui si iniziano a vedere degli evidenti omini di sasso che guidano la via.
Dopo ulteriori 15 minuti, seguendo gli omini, sono oltre il punto P 2795 e qui mi concedo la prima pausa della giornata, con panorama sulla valle sottostante e sulla salita che mi aspetta verso la cima di Camadra.
Da questo punto non scorgo altri omini (in realtà c'erano, ma li ho visti solo scendendo), e ci sono alcune placche da superare per arrivare all'instabile ganna di pietre che porta alla vetta.
Scelgo un percorso che a me sembra logico e lineare, e mi diverto con qualche facile arrampicata di 2° grado (evitabile aggirando le placche a zig-zag al posto di salire dritto-per-dritto).
La salita non è mai difficile, se si indovina il percorso migliore di salita, ma individuare quale sia in mezzo a tante possibilità è sicuramente la parte più difficile della gita.
Arrivato a quota 2900m trovo un paio di segni sbiaditi bianco-blu e ancora un paio di omini di sasso. Salgo ancora un pochino, seguendo la linea degli omini. Dal passo fino a quota 3000m, se si indovina la strada giusta, valuto la salita un grado T4.
Arrivato a quota 3000, dove inizia la parte ripita e la montagna si stringe, si intravvedono 3 possibilità di salita:
- Rimanere sul filo destro
- Spostarsi al centro
- Spostarsi tutto sul filo a sinistra
Rimango molto intimorito dalla situazione e dal numero di "fratture di pre-distacco" che vedo in alcuni grossi massi dove dovrò passare. Quindi salgo con molta attenzione, e con tutta la concentrazione possibile, tentando di capire quali siano i punti più sicuri dove appoggiare mani e piedi per sollecitare al minimo le instabili pietre. In qualche modo riesco a salire senza creare frane, e arrivato poco sotto la vetta, i sassi tornano ad essere molto meno instabili, e facilmente guadagno la vetta. Valutazione passando di qua, grado "T5+/F+/(forse addirittura PD-)". E pensare che avevo scelto questa vetta, proprio evitare gradi alpinistici :D ... con il senno di poi, sarebbe stato più sensato ridiscendere qualche metro, e provare da una via differente.
In vetta mi godo un bel pranzo e un panorama mozzafiato. Si vedono bene il Medel, il Valdraus, il Gaglianera, lo Scopi, e tante altre belle vette, oltre che tutta la zona della Greina.
Purtroppo la gamella sotto l'omino di vetta è bucata, ed il libro al suo interno è umido ed inutilizzabile. Vorrei scriverci qualcosa, ma non ci riesco, troppo bagnato.
Dopo una lunga pausa relax, passato anche ad ammirare un grosso rapace che volava sopra di me, decido che è ora di scendere. Però voglio assolutamente evitare la via che ho usato per salire.
Scruto dall'alto, e noto che nel lato destro (che sarebbe stato il sinistro salendo) c'è un evidente traccia. Decido di seguire questa traccia. Qui ci sono molti meno massi instabili, e il pietrisco è molto più fine, quindi causa meno problemi in caso di frane.
Decisamente una discesa più facile e sicura rispetto alla via scelta per salire. Inoltre è più facile da seguire perché la traccia è abbastanza evidente. Passando da questo lato, ritorno velocemente ed in maniera sicura sotto i 2900metri, e mi concedo un sospiro di sollievo per non essere passato nuovamente in quella zona di montagna "pronta a venire giù al solo guardarla".
Torno alla zona delle placche che ho arrampicato salendo, ma stavolta le evito con alcuni zig-zag e riesco a tornare in zona P.2772 senza dover fare nessun passo di arrampicata.
Utilizzando come percorso quello che ho fatto in discesa, e non quello in sui sono salito, se si azzecca la via giusta, valuto la difficoltà del percorso un semplice T4+ (forse T5-), ma senza essere alpinistico; quindi senza nessuna F. Ma la vera difficoltà sta proprio nel capire quale sia la via giusta. Ci sono molte opzioni di salita, che sembrano tutte buone, ma non tutte purtroppo lo sono. Quindi fate molto attenzione alla via che scegliete, anche se viste dal basso sembrano tutte facili!
Tornato al Passo incontro il pastore della zona con il suo cane di protezione, e faccio un bel pezzo della discesa chiacchierando con lui. Una volta salutato mi fermo a fare merenda lungo la discesa, tanto sono in largo anticipo rispetto al bus.
Da qui ho un'ottima visuale sulla sponda opposta, e scruto con molta attenzione la via di salita ripida e non ufficiale che da Pian Geirett porta alla Capanna Scaletta.
Vedo una evidente traccia alla base, una traccia meno evidente nella zona alta, ma in mezzo nulla. Mi chiedo da che parti passi il sentiero, perché ho intenzione di usarlo in una delle mie future uscite (prossimamente ho intenzione di concatenare il Valdraus e il Gaglianera). Ma dopo aver guardato a lungo, decido che salirò dalla via normale, mi sembra una complicazione inutile, dove non è chiaro da che parte passare, e soprattutto con rischi poco giustificabili.
(Purtroppo pochi giorni dopo leggo sul giornale la notizia di quel 14enne morto su quel sentiero. Probabilmente il mio istinto aveva ragione nel farmi guardare quel tratto con diffidenza. Rimango molto scioccato nel leggere la notizia, e dopo alcuni giorni di titubanza, decido di scrivere questo report)
Torno alla fermata del bus già alle ore 15:00, e quindi aspetterò il bus per 40 minuti prima di poter scendere comodamente e senza fatica.
Ciao a tutti
Claudio
PS se qualcuno prossimamente vuole provare a salire il Valdraus e il Gaglianera, partendo dalla capanna Scaletta, me lo faccia sapere, che cerco volentieri compagnia!
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