Baita Arami (1441 m) e Motta d’Er (1526 m) – Bike & Hike
|
||||||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Per la prima volta all’Alpe Arami con la mountain bike, sei giorni prima dell’inaugurazione del rifugio.
Non ho perso l’occasione per salire, a piedi, sulla vicina Motta d’Er.
Il toponimo er, al pari di ör, ha il significato di “ciglione”, “orlo di un precipizio”, “rialzo”, “poggio”. In definitiva, Motta d’Er significa “promontorio tondeggiante sull’orlo di un precipizio”.
Inizio dell’escursione: ore 8.20
Fine dell’escursione: ore 12.05
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1019 hPa
Temperatura alla partenza: 19,5°C
Isoterma di 0°C, ore 9.00: 4100 m
Temperatura al rientro: 30°C
Velocità media del vento: 5 km/h
Sorgere del sole: 6.04
Sveglia alle 6:40, partenza da casa alle 7:30, arrivo al campo sportivo di Gorduno (249 m) alle 8:09, dopo 52,3 km d’auto.
Alle 8.20 inizio la pedalata in Via Rivascia, poi in Via ai Chiossi e per finire in via Ai Sasselli, che sale lungo il versante orografico sinistro della Valle di Gorduno.
La strada si sviluppa prevalentemente in un fitto bosco di latifoglie e tocca numerosi monti disseminati di baite sparse, trasformate in residenze per il fine settimana. A differenza di altre strade di montagna, questa è poco frequentata e non solo di primo mattino.
La pendenza raggiunge in alcuni tratti dei valori importanti, che supero comunque senza affanno con il rapporto 39 x 24, grazie anche alla frescura creata dall’ombra.
Al primo bivio, un cartello indica che alla destra si prosegue per i monti Sassa e Scareuro (800 m), a sinistra per i Monti Bedretto (1200 m). Proseguo ovviamente a sinistra, toccando i Monti Sirt, La Pramü e Biancaresc (996 m).
Molto ambita dagli amanti dell’arrampicata sportiva, discosta dalla strada, è la Falesia di Ladrescio, con delle vie che raggiungono il grado di difficoltà 7a.
Alle 9:37 pervengo al monte Bedretto (1283 m), ben curato e pulito, ubicato in una fantastica radura delimitata da un bosco di resinose. Qui finisce la strada asfaltata; l’Alpe Arami, dista 1 km ed è raggiungibile su una carrareccia sterrata. Ci arrivo in un quarto d’ora, passando presso due larici secolari, vecchi di almeno 250 anni.

Baita Arami (1441 m)
Lisa, la “capannara”, come ama definirsi, mi accoglie molto gentilmente e mi dà alcune informazioni di prima mano. La baita, in pietre a vista, appaga l’occhio. È stata ristrutturata a regola d’arte; anche l’interno è arredato con gusto.
Dopo il rinfresco, lascio la bici all’ombra di un larice e mi incammino verso il promontorio Motta d’Er (1526 m). Incontro una quindicina di mansuete vacche nutrici con i vitelli, che pascolano nel lariceto. In un punto particolarmente panoramico una panca di legno massiccio consente di godersi il panorama su Claro e sul pizzo omonimo. Il toponimo del motto in questo tratto si rivela particolarmente azzeccato: “promontorio tondeggiante sull’orlo di un precipizio”.
La cima del motto è caratterizzata da una zona pianeggiante con un biotopo, alimentato in questo periodo di siccità da un tubo dell’acqua proveniente dall’acquedotto.
Una piccola apertura del bosco permette di osservare la parete rocciosa orientale del Gaggio (2267 m) sulla cui sommità si erge una croce. Scendendo verso la baita si gode di una superba visione della Cima d’Aspra (1848 m), sul versante sinistro della selvaggia Valle di Gnosca.
L’Alpe Arami è noto a livello mondiale per la peridotite, una roccia eruttiva, scura, molto pesante di color verde a causa della presenza di olivina, che contiene dei granati rosso rubino, chiamati piropo. La prima concessione per l’estrazione risale addirittura al 1482. La notorietà del giacimento ha raggiunto l’apice dopo che il Corriere della Sera, nel 1996 pubblicò un articolo dal titolo “Misteriose rocce a Bellinzona! Con diamanti?”, a firma Bignami Luigi.
Ogni cristallo è bordato da un anello più scuro; quest'ultimo è un orlo di reazione del cristallo stesso (chelifite), composto da un aggregato microcristallino di anfibolo e spinello.
Recentemente, un gruppo di ricercatori dell’Università della California (Riverside) ha ipotizzato che queste rocce dell’Alpe Arami sarebbero venute alla superficie da una profondità molto maggiore di quella sino ad oggi valutata, probabilmente intorno a 400-670 km, dalla zona di transizione tra il mantello esterno e quello interno. Il sito mineralogico dell’Alpe Arami rappresenta pertanto un’importante testimonianza della composizione mineralogica dell’interno del nostro pianeta e dei processi di subduzione legati alla formazione delle Alpi.
Visita alla nuovissima Baita Arami, pochi giorni prima dell’inaugurazione. Una volta tanto ho raggiunto questo alpeggio non con i soci della Società Mineralogica, per il sito di fama internazionale, ma semplicemente per ammirare la capanna e il rinato pascolo.
Tempo totale: 3 h 45 min
Tempo di salita: 1 h 52 min (senza la sosta in capanna)
Tempi parziali
Gorduno/Campo sportivo (249 m) – Bedretto (1283): 1 h 17 min
Bedretto (1283) – Baita Arami (1441 m): 20 min
Baita Arami (1441 m) – Motta d’Er (1526 m): 15 min
Baita Arami (1441 m) – Gorduno/Campo sportivo (249 m): 1 h
Dislivello in salita: 1280 m
Sviluppo complessivo: 23,72 km
Difficoltà: F / T1
Consumo batteria da 500 Wh: 76%
Pendenza massima: 30,1%
Coordinate Baita Arami: 719'258 / 120'990
Coordinate Motta d’Er: 719'631 / 120'822
Copertura della rete cellulare: Swisscom alcune zone senza segnale.

Kommentare