Sabato 25 giugno 2022: bivacco ViviOrobie/Elio Angelini m.2145 (SO) 2° itinerario dalla Valtellina


Publiziert von Alberto , 17. Juli 2022 um 17:37.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:25 Juni 2022
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Zeitbedarf: 3:30
Aufstieg: 920 m
Abstieg: 80 m
Strecke:Prati di Gavet m.1200 [p ] - segnavia n° 113 - Baite Cèrabèlam.1265 - Bagini m.1306 - Casèra Pala m.1474 - Casèra Budria - Baita Piazzo m.1555 - Baita Usteria - Baite Saroden m.1974 - segnavia 168 AV - segnavia GVO - bocchetta di Lago - Baita Laghetto/bivacco Elio Angelini di ViviOrobie m.2145 (SO) ---RIENTRO---: Baita Zuch - Casèra di Sona Alta m.1909 - seguire per Casèra di Lemma Bassa m.1694 - Casèra di Sona Bassa m.1600 qui inizia la sterrata - Val Laur Bassa m.1474 - Barbera m.1282 - Prati di Gavet m.1200 [p ]
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Milano prendere per Sondrio - usciti dopo l'ultima galleria della tangenziale di Morbegno - prendere per Tartano - a Tartano procedere nell'attraversare il paese e appena dopo l'albergo a destra, vi sono le indicazioni per Val Corta - scendere fino al parcheggio e scegliere se parcheggiare o procedere ancora oltre
Unterkunftmöglichkeiten:Baita Laghetto/bivacco Elio Angelini/bivacco ViviOrobie m.2145 (perché 3 nomi? salite e lo scoprirete): monolocale con tavolo per 8/10 posti a sedere - cassapanche con coperte - ciabatte (se non vi pesa portate le vostre) - viveri di prima necessità (se potete lasciate i vostri non deperibili) - letto a castello in legno da 8 p.l. con materasso - cucina a legna - piccola cucina a gas a tre fuochi - pentole - piatti, bicchieri e posate (anche di plastica) vari utensili da cucina - prodotti per lavare - una caldera del latte che va bene per scorta acqua (prima di lasciare la struttura riempitela) - luce tramite lampade a pile - acqua all'esterno - legnaia interna ben fornita e legna anche esterna - attrezzi per spaccare la legna per info: www.valcorta.it/bivacco-viviorobie
Kartennummer:carta Kompass: parco orobie valtellinesi

ITINERARIO:  secondo itinerario: dalla Valtellina, val Tartano località Prati di Gavet m.1200 salendo dalla val Budria e scendendo dalla val di Lemme compiendo un giro ad anello

Dopo essermi interessato a riguardo della possibilità di poter accedere alla struttura, prendo accordi con Francesco un giovane volontario che segue la parte informatica e ritiro la chiave che prima non serviva dato che l'accesso era libero.  Poi, capita quel che non DEVE succedere e quindi si passa al sistema che tiene sotto controllo la situazione: la chiave!
Giunto a Tartano, prendo le indicazioni per la Val Corta, si scende e si giunge al grande parcheggio in località Prati Gavet [P], qui si può comunque proseguire per un buon tratto sulla strada in parte sterrata e in parte in bitume, fino alla località Baite Cèrabèla [P] dove vi sono possibilità di parcheggio.
Parto alle 9,30, seguendo il segnavia 113 fortuna vuole la giornata è ventilata e decisamente fresca a causa del temporale del giorno prima che ha rinfrescato mentre in quota è nevicato: mi incammino per la val Budria, prima volta che ne percorro il tracciato che resta ben visibile sia come marcatura che segnaletica a vernice: fino alla Casera Budria, si può scegliere tra i due percorsi, la strada sterrata o il sentiero che scelgo in primis e poco dopo il tracciato s'inerpica con decisione.
Poco prima mi intrattengo con uno dei cacciatori che alla mattina presto è andato per fare il censimento inerente agli ungulati il quale mi dice che dopo il tracciato è più bello e ampio perché vi passano con il quod per andare dall'alpeggio superiore e portare il latte a quello inferiore...non ho visto niente di tutto ciò ma solo dei trial, mentre il tracciato è sempre quello di un tempo che fu.
Avrò capito male o si è confuso con un altra valle.
Ad ogni modo, mentre salgo ecco la famigliola di pastori che scende dall'alpe Baite Saroden alla quale vi giungo un po stanco ma, quando guardo dove devo ancora andare, mi rendo conto che è ancora lunga: qui, a poche decine di metri dall’alpe, vi è una freschissima sorgente di grande portata e tramite un breve tratto del segnavia 168 (inerente all’alta via della val Tartano)

A V mi allaccio al GVO, (Gran Via delle Orobie) un percorso di grande importanza, vi sono tratti ben marcati e alcuni a cui bisogna affidarsi alla segnaletica B/R dato che la marcatura è scarsa è in qualche caso non possibile attuarla in particolare nelle zone acquitrinose.
Tra i due versanti dove vi passa il GVO, quello bergamasco è più curato mentre sul lato valtellinese vi sono un po di mancanze, però vediamo di farcela.
Giungo nei pressi dei due laghetti (al momento inesistenti per mancanza di piogge) e anche in questa zona vi sono delle sorgenti se dovesse servire dell’acqua e risalgo il ripido pendio senza nessun sentiero ne segnaletica a vernice, dove dall'alto vedo l'oramai vicino bivacco, ancora 5 minuti di discesa anche qui senza sentiero e giungo alle ore 13,00, finalmente posso vedere questo bivacco al suo interno (spero che la chiave funzioni...).
Inserisco la chiave...non scorre bene, è nuova...comincio a ruotare e sento che fatica (spero non si rompa...) e le mandate sono 5, poi si apre...fantastico!  La prima cosa che faccio non è mangiare, mi preme di più sistemare la serratura: trovo dell'olio e la lubrifico a dovere...si chiude e si riapre senza sforzi perfetto, poi lubrifico le cerniere delle cassapanche che facevano un gran rumore quando si sollevava il coperchio e anche queste sono decisamente migliorate e ora...pranzo.
Francesco mi ha chiesto la cortesia di aprire la valvola principale dell'acqua per alimentare la fontana, quindi mi do alla ricerca del tombino...l'erba alta mi rende difficile trovarlo, quindi prendo i bastoncini e sondo il terreno e... trovato: prendo il falcetto ed elimino un po di erba alta, apro la valvola che è in posizione di scarico, verso sinistra...dopo un po nulla, quindi apro verso destra e dopo un po, aprendo il rubinetto della fontana, si sente l'aria che viene spinta fuori, quindi funziona, fra poco arriverà l'acqua.
Dopo un'oretta l'acqua c'è, non è ancora stabile la pressione, momenti che il flusso abbonda e poi si riduce ad un piccolo flebile flusso, leggermente inquietante devo dire, quindi chiudo e nel frattempo lascio passare una mezz'oretta poi, visto che vi è la caldera del latte, perché non approfittare e usarla come scorta di acqua in caso che fatichi ad arrivare? Cosa che è già capitata leggendo il registro.
Quindi la posiziono, la risciacquo e attendo il suo riempirsi: nella struttura vi sono 3 bottiglie per un totale di circa 3 litri più la mia, sufficiente per bere ma non per cucinare, mentre attendo comincio a spaccare legna per la prima accensione e ne faccio della scorta.
Vado a vedere a che punto è il riempimento...ok!  Ora vi è acqua di scorta per coloro che verranno quassù, con tanto di data del prelievo, così possono decidere se usarla solo per cucinare o anche da bere (considerando che è riparata e al fresco della struttura, se uno non ne ha, penso che vada bene da bere anche questa).
Dal registro noto che l'affluenza è scarsa, un po perché la struttura è defilata dal percorso e raggiungerla è un impegno fisico non da poco a causa dei km. e un dislivello poco sotto dei 1000 metri: oggi non cucino nulla, giunta la sera la stanchezza della settimana lavorativa inerente alla levata (ore 4,30) per andare al lavoro si sente, quindi preparo il giaciglio e tiro la mattina con il dormi-veglia ma, abbastanza riposato.
Alla mattina delle 5,30 sono in piedi, pensavo di partire verso le 7, ma anticipo e alle 6,30 mi incammino non senza problemi per la Val di Lemme per compiere un giro ad anello: a parte l'erba alta, la segnaletica a vernice è un po scarsa e in taluni casi, consumata, oltre al fatto che la marcatura del tracciato è poco evidente.
L'ideale sarebbe una segnaletica visibile abbastanza velocemente, vale a dire che i segnali a vernice se fossero più ravvicinati in caso di nuvole basse o nebbia che riducono la visibilità a pochi metri, si riesce a seguirne il percorso più agevolmente oppure una buona marcatura nel terreno, in tal caso la segnaletica a vernice può essere sporadica.
Purtroppo per un buon tratto di discesa, dovevo fare affidamento alla mia modesta esperienza in quanto sapendo dove dovevo andare più o meno, riuscivo cercando il percorso fuori pista più consolo e ritrovando la segnaletica, capivo di essere sulla strada giusta: cosa di buona regola, è di voltarsi indietro per vedere se vi sono i segnali che aiutano coloro che fanno il percorso inverso e, non ne trovavo tanti, vi erano troppe decine di metri tra un segnale e l'altro, non nego la difficoltà, quindi cautela, riflettere bene e procedere piano, mai correre.
Dalla Casera di Sona Alta, la marcatura si fa decisamente ben visibile e giunto al torrente, lo attraverso senza problemi, (facile perché non ha fatto il temporale) nel caso bisogna restare sempre sulla stessa sponda e scendere più a sinistra fino a trovare un ponticello con tanto di segnaletica verticale con le indicazioni immettendomi sul sentiero con segnavia 116 e 101v.  Al di la, giunto a quota 1600 alla Casera di Sona Bassa, parte una strada sterrata con cui mi congiungo con il breve tratto fatto nell'andata e alle 9,30 sono all'auto mentre il tempo rendeva il cielo coperto.  E stata una bella scelta quella di salire sabato, considerando la stupenda giornata con vista sulle alte cime che mostravano la recente nevicata.
Mi complimento con tutti i volontari per la bella e attrezzata struttura e ringrazio Francesco per le informazioni che mi ha dato inerente al tracciato e per la struttura.
Sicuramente dopo di me ne verranno altri di escursionisti in particolare quando sarà ultimata l’alta via della val Tartano che collegherà i 3 bivacchi (Gusmeroli – ViviOrobie e Rovedatti) per soddisfarsi di un gran giro ad anello oppure, che vorranno trascorrere una due giorni in questo nido d'aquila situato in un posto selvaggio, spero che con questo piccolo contributo possa dare una piccola spinta al turismo escursionistico in questa zona, considerando che la struttura non essendo più di libero accesso ma con chiave, vi è un controllo maggiore, quindi il vandalismo dovrebbe essere scongiurato (mi auguro).


https://www.hikr.org/tour/post166057.html
primo itinerario: dalla val Brembana con partenza dal rifugio Madonna delle Nevi m.1336 situato nei pressi della strada per il passo di S. Marco


https://www.hikr.org/tour/post174775.html terzo itinerario: dalla val Brembana con partenza dalla Baita Camoscio m.1760 località S. Simone


https://www.hikr.org/tour/post182004.html quarto itinerario: dalla val Brembana dal 9° tornante a quota 1600 della strada per il passo S. Marco


Tourengänger: Alberto, valcorta


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Kommentare (4)


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Francesco hat gesagt:
Gesendet am 19. Juli 2022 um 09:51
Uèllah che bella relazione completa,non conoscevo questo bivacco,magari nelle prox settimane ci farò un pensierino, cosi tanto x rinfrescarmi la pellaccia.
Ciao Bradipo, buon cammino.
Francesco

Alberto hat gesagt: RE:
Gesendet am 19. Juli 2022 um 14:40
La relazione completa rientra nelle mie caratteristiche (di un tempo) perché su espressa domanda ai responsabili.

gonzo hat gesagt:
Gesendet am 19. Juli 2022 um 10:05
oh Francesco, mi hai anticipato; trovo solo ora il tempo x leggere l'esperienza di Alberto e stavo x scrivere "che bello, finalmente 1 accurata relazione in stile Capanatt"
Andrea

Alberto hat gesagt: RE:
Gesendet am 19. Juli 2022 um 14:42
La relazione completa rientra nelle mie caratteristiche (di un tempo) perché su espressa domanda ai responsabili. Non che sia ritornato a essere dettagliato su tutte le future relazioni: vedrò a secondo di cosa vorranno i responsabili...ciao


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