Variante del Monte Generoso
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Dopo la mia ultima salita dalla “Variante” del 9 giugno 1990, è arrivato il giorno per provarci ancora una volta, la prima dopo il ripristino del percorso, inaugurato il 16 settembre 2018. Il “Sentiero Gianola”, così è anche chiamato, è stato ideato dalle guardie di confine all’inizio del 1900 per pattugliare la montagna e il confine con l’Italia. Il Maggiore Angelo Gianola (1881–1962), ufficiale dell’Esercito e delle Dogane presso il IV Circondario dal 1936 al 1949, realizzò numerose opere per facilitare ai doganieri il lavoro di sorveglianza della frontiera.
I promotori del sentiero consigliano di percorrere la tratta dal basso salendo e non al contrario.
Inizio dell’escursione: ore 7:00
Fine dell’escursione: ore 14:00
Pressione atmosferica, ore 9.00: 1019 hPa
Velocità media del vento: 10 km/h
Temperatura alla partenza: 17,5°C
Isoterma di 0°C, ore 9.00: 3800 m
Temperatura al rientro: 27°C
Sorgere del sole: 5.40
Tramonto del sole: 21.02
Sveglia alle 5:30, partenza da casa alle 6:31, arrivo a Rovio (491 m) alle 6:48, dopo 10,4 km d’auto.
Lasciata l’auto al parcheggio ombreggiato sotto la chiesa, alle sette in punto mi avvio lungo la stretta Via al Generoso che in direzione est attraversa il paese e conduce alla Cappella di Soldino (583 m).
Il segnavia bianco/blu indica che dalla Piazza Fontana di Rovio per raggiungere la vetta del Monte Generoso dalla Via Variante occorrono 4 h. Seguo ovviamente i segnavia e le placchette con questi colori, affissi alle rocce.
Valicato il ponte sulla Sovaglia arrivo al Prato di Pioda (645 m), una piccola radura con una baita. Da qui via il sentiero si inerpica nel fitto bosco con continui zigzag che, complici l’afa e l’umidità, non permette di rifiatare. È un tratto faticoso e, diciamolo pure, piuttosto tedioso. Più in alto, la monotonia è rotta da alcune radure sfalciate, forse per garantire la necessaria biodiversità e impedire il rimboschimento naturale. Dopo 1 h e 40 min di cammino arrivo finalmente alla Baita di Perostabbio (1233 m), una proprietà del Patriziato di Rovio, che offre riparo agli escursionisti. Mi riposo per un quarto d’ora seduto al tavolino esterno, quindi riprendo la salita guidato da una lunga stele infissa nel terreno, recante i colori bianco/blu. Il sentiero continua ancora nella faggeta fino a circa 1380 m di quota, dove iniziano i prati, ripidissimi. Il severo ambiente è ingentilito dalla presenza della Peonia selvatica e del Narciso dei poeti in piena fioritura.
La difficoltà escursionistica si alza al livello T4; più in alto incontrerò dei passaggi esposti che lo portano a T5. Alle 9:30 arrivo all’altezza del Cammello del Generoso (1540 m).
Il Cammello del Monte Generoso (1540 m)
Gradirei scattare fotografie con diverse prospettive; purtroppo il sole non è ancora sorto: mi limito quindi all’essenziale. Alzo lo sguardo verso i pinnacoli di calcare e le pareti del Baraghetto nella speranza di scorgere qualche uccello rapace o qualche camoscio. Purtroppo nessun selvatico mi si concederà. Ai primi cordini metallici ripongo i bastoncini nello zaino; adesso devo aiutarmi con entrambe le mani e tenere alta la concentrazione. In alcuni punti le funi sono assolutamente indispensabili, in quanto si deve procedere su rocce bagnate, sull’orlo di orrendi precipizi: senza questa sicurezza sarebbe da irresponsabili percorrere queste cenge sulla parete occidentale del Baraghetto.
Il paesaggio molto suggestivo, ricco di pinnacoli, drappeggi e rocce a gradoni, non è purtroppo valorizzato dalla luce diretta del sole, che su questo versante sorge solo alla fine della mattina.
Al termine dell’ultima fune trovo una gamella, forse contenente un libro di vetta. Non mi fermo, desidero arrivare il più in fretta possibile alla sella, in zone più tranquille…
La salita non è finita. Percorro l’ultimo tratto diretto, verso la vetta, pure assicurato da funi, ma molto più semplice rispetto alla sottostante Variante. Dopo 3 h e 15 min dalla partenza, soste comprese, raggiungo la vetta del Monte Generoso (1701 m): che bella soddisfazione!
Dopo una pausa cappuccino al Fiore di Pietra inizio la lunga discesa verso Rovio passando dalla Bellavista (1221 m) e dall’Alpe di Melano (903 m).
Per questa gita, al posto degli scarponi da montagna ho calzato per la prima volta gli scarponcini da escursionismo Scarpa Rush Trail GTX, più leggeri degli scarponi, ma con un battistrada Presa dotato di un’adesione altrettanto buona.
Escursione nello spettacolare paesaggio del versante occidentale del Monte Generoso, fra pinnacoli, torrioni stratificati, peonie in piena fioritura, ripidi valloni, lungo la cosiddetta Variante, caratterizzata da catene e cordini metallici, gradini di roccia naturale, ardite cenge e una passerella sul Canale Gianola. È la via più difficile per salire al Monte Generoso, non adatta a chi soffre di vertigini.
Tempo totale: 7 h
Tempo di salita: 3 h 15 min
Tempi parziali
Rovio (491 m) – Baita di Perostabbio (1233 m): 1 h 40 min
Baita di Perostabbio (1233 m) – Monte Generoso (1701 m): 1 h 35 min
Monte Generoso Stazione (1601 m) – Bellavista (1221 m): 55 min
Bellavista (1221 m) – Alpe di Melano (903 m): 1 h
Alpe di Melano (903 m) – Rovio (491 m): 1 h 05 min
Dislivello in salita: 1275 m
Sviluppo complessivo: 14,7 km
Quota massima: 1701 m
Quota minima: 491 m
Difficoltà: T5, I
Copertura della rete cellulare: Swisscom abbastanza buona

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