Il (vero) Corno di Regismondo?


Publiziert von Gabrio , 16. April 2022 um 22:33.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum: 7 April 2022
Wandern Schwierigkeit: T5- - anspruchsvolles Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 

Il "vero Corno di Regismondo"  o presunto tale(?) con i suoi 1295 metri, si erge in un
mondo di dirupi. E' un luogo inospitale, difficile da salire, raramente visitato.
Ben poco noto, è raggiunto dai pochi "selvatici" escursionisti, che dal suo appartato angolo
di roccia e verde, ne apprezzano la solitudine.
Essa è la prima di tre cime dure e poco accessibili, Coltignoncino e Torrione Diaz,
sono le altre.

Claudio Cima, nel suo opuscolo "Le Grigne" scriveva:
"Queste elevazioni potrebbero acquistare un po' di importanza se venisse trovato
(e magari segnalato e attrezzato) un itinerario logico, che consentisse senza grandi
dislivelli di raggiungere i piani dei Resinelli"
In realtà il modo è stato trovato, ma a causa delle importanti difficoltà alpinistiche, il suo
creatore (non ne ricordo il nome), non ha potuto annoverarlo come "semplice" sentiero
attrezzato, bensì come ferrata. Ne consegue che, per problemi burocratici e legali, non
sia stato possibile portarlo a termine rendondolo accessibile a tutti.
Qualcosa comunque si muove, perchè la salita al Regismondo (dalla Bocchetta del
Gerone) è ora segnalata (in occasione della mia ultima salita, anni fa, non lo era) con ometti
e strisce di plastica annodate sui rami.
Le difficoltà della salita, (da quando si abbandona il sentiero del GER) vanno da un T4
(fino alla Bocchetta del Gerone), al T5 (anche se non continue) per il resto del percorso.



Con il sentiero 56 (che risale la Valle della Medale) ho raggiunto il sentiero del GER. 
L'ho seguito per circa dieci minuti fino ad incrociare le prime difficoltà.
Aggirato alla sua base lo sperone E (della Cima di S. Vittore 1253 m) esposta e con catene,
sono entrato nella "valletta" del versante E di tale cima (Corno di Regismondo
per i locali). Stando una decina di metri oltre tale parete, risalgo il ripido rado bosco,
in direzione N verso la Bocchetta del Gerone.
La valletta sale ripidissima su di un terreno ghiaioso, con foglie e rami caduti.
Cercando di mantenere l'equilibrio raggiungo la parte mediana, dove è meglio
spostarsi verso la parete (più sgombra dai cespugli). Mi attacco a qualche pianta per tirarmi su,
la pendenza è veramente elevata, ma grazie all'assenza di esposizione, camminare comporta
solo fatica. Mi sposto subito verso destra per risalire una costa quasi priva di vegetazione.
Procedere qui è più facile. In vista della Bocchetta del Gerone si può (più facilmente)
continuare dritti fino a raggiungere la crestina che si diparte dalla Bocchetta, la cui prima parte
è esposta. Io invece (e lo consiglio) mi porto, verso sinistra, all'intaglio da dove
si intuisce il motivo di tale toponimo. Luogo estremamente aspro e selvaggio,
permette di gettare uno sguardo nel pietroso canale della Valle della Rovina(?)
La risalita diretta da tale pietraia sembrerebbe quasi impossibile. La Bocchetta del Gerone,
nella sua parte terminale, è protetta da un'infidissima parete verticale, composta da roccia
ed erba, alta una cinquantina di metri che penso non sia superabile in sicurezza.
Probabilmente (e qui siamo nel campo delle ipotesi) per scendere nel canale, bisogna salire
l'aerea crestina di collegamento al Regismondo per qualche metro, e scendere un ripidissimo
pendio con pochi alberi (su cui attrezzare qualche doppia).

La Bocchetta del Gerone è comunque un luogo magico, che consente la dolce vista del
lago, in contrapposizione al tetro canalone e alla verticale parete NE del S. Vittore.
Voltandosi verso W si possono vedere le prime catene che salgono la paurosa parete E,
composta da erba e rocce, che permettono di raggiungere la facile (ma solo nel versante
opposto) Cima di S. Vittore, con il suo percorso segnalato.
ATTENZIONE!!!! La salita da questo versante invece non è assolutamente banale e, finito il
tratto con catene, bisogna affrontare la cengia che contorna la cima nel suo lato N. Essa
diventa sempre più ripida ed esposta, con terreno bagnato e fangoso, può risultare
particolarmente infida. La salita è comunque di fatto proibita perchè non collaudata, chi la
percorre, lo fa a suo rischio e pericolo!!!!



Ho seguito dunque verso E, l'esposta crestina con rocce ed erba, salendola per pochi metri
fino al suo culmine per poi scendere ad una selletta. L'esposizione diminuisce e quando si
risale il fianco opposto, di fatto sparisce. Si trovano allora i primi ometti e lacci appesi agli
alberi che guidano la progressione. Arrivato ad una valletta protetta ad E dalle rocce
dell'edificio sommitale, ed a W da una crestina rocciosa che si eleva appena dal prato
sottostante, la segnaletica mi porta a risalire tali rocce con arrampicata di I e II °.
Con roccia molto bella mi alzo per una ventina di metri, fino al tratto manifestamente più
impegnativo. Un muretto verticale di secondo (ma poco esposto) sbarra la via, scalatolo
giungo nei pressi della vetta. Chi vuole evitare le difficoltà di tale tratto, può stare
leggermente a destra, risalendo il ripido (ma non esposto) prato di fianco.
Giunto all'affilata crestina finale, che qui si orienta verso SE salgo pochi metri fino a
raggiungere un ometto. Poi, con delicata ed esposta progressione quasi pianeggiante, supero
gli ultimi due metri di salita e sono in vetta.
La cresta scende con la stessa esposizione per qualche metro verso S, per poi orientarsi
decisamente ad E, e precipitare sulla Bocchetta della Rovina.
In vetta c'è posto solo per una/due persone. Affilata e ripida com'è, amplia la sensazione
di aspro e dirupato ambiente selvaggio. La visione della Cima di S. Vittore, con tutte le sue
verticalità, da questo punto è veramente impagabile!!
Con estrema attenzione ridiscendo la cresta ed il pendio sotto. Arrivato alla Bocchetta del
Gerone, la successiva discesa risulta penosa e costellata da scivolate, che la mancanza di
esposizione, rende innocue.
Arrivato al GER raggiungo la Corna di Medale, e per il bel sentiero 56a, faccio ritorno a Rancio.

Valutazione finale:
Per quel poco che so, è da molto tempo che è in corso una diatriba (ancora irrisolta?),
su quale sia realmente il Corno di Regismondo.
Per la gente del posto, tale vetta è quella quotata 1253m e su cui è stata posta la
madonnina (venticinque anni fa) da un vecchio di Laorca, mentre per Claudio Cima essa 
è invece
la Cima di S. Vittore.
Eugenio Pesci, nella sua guida dei monti d'Italia "Le Grigne", sostiene
che Corno di Regismondo e Cima di S. Vittore sono la stessa cosa.
Stesse considerazioni a cui è giunto Davide "Birillo" Valsecchi, in un suo articolo

scritto nel 2017: "San Vittore o Regismondo?".
Tutto risolto dunque?
No! Neanche un po'! Perchè le quote non quadrano!!!
La Vetta dove si trova il tavolo dei "Beck" e la madonnina è indubbiamente quotata 1253 m.
Volendo verificare ulteriormente, ho tarato l'altimetro inserendo quota 1295m. Sono sceso al
colletto (posto tra le due presunte cime) risalendo la cresta verso sud (dove arriva la
ferratina Silvia, citata da Valsecchi), essa mi da come quota 1264m, undici metri più
alta della presunta Cima di S. Vittore.
Mantenendo queste quote, in discesa, sono (ovviamente) sballate tutte le altre (e di molto)
fino al Rifugio Piazza! Inoltre, sempre Davide Valsecchi, scrive che in successione ci sono:
Cima di S. Vittore, Corno di Regismondo, Dente del Coltignone, Torrione Diaz, Coltignoncino.
A parte l'errore finale (il Torrione Diaz è l'ultima cima prima del Coltignone), il Dente del
Coltignone risulta essere (per Claudio Cima) una cima rocciosa che si stacca ad oriente
dal Coltignoncino quotata 964m.
E allora mi domando:
E la cima 1295m che fine ha fatto e quale nome ha?
"Romanticamente" vorrei chiamarla Corno di Regismondo NE, ma non avrebbe un
riscontro toponomastico rispetto alla zona in cui si trova.
Considerando che si trova a picco sopra la Bocchetta della Rovina, viene da domandarsi
se non sia il caso di chiamarla appunto Cima Rovina.

Per concludere:
questo report non è stato concepito per creare qualsivoglia polemica con nessuno!!!
Coloro che hanno ampliato il sentiero che sale alla cima 1253m  (i Beck) che, da sempre,
chiamano Corno di Regismondo (e che io ho avuto la fortuna(?) di fare quando ancora
vi era una semplice traccia quasi neanche segnalata), meritano solo rispetto. Aver
occupato il loro tempo libero per realizzare un percorso escursionistico, di cui tutti
ora possono usufruire, senza essere stati pagati non può che far loro onore!
Personalmente lo preferivo come era prima, selvaggio e poco accessibile. In un luogo,
come la vicina Lecco, già fortemente antropizzata, lasciare qualche posto "wild" può
far solo bene (alla natura e allo spirito) di chi lo vuole "esplorare", ma questa è (ovviamente)
la mia opinione personale, quindi opinabile!!!






Tourengänger: Gabrio
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Kommentare (6)


Kommentar hinzufügen

Poncione hat gesagt:
Gesendet am 18. April 2022 um 15:31
Considerazioni più che appropriate... Chissà che ne pensano i lecchesi...

Gabrio hat gesagt: RE:
Gesendet am 18. April 2022 um 19:07
Vai a saperlo...
La tradizione locale andrebbe sempre rispettata.
Ci sono esempi anche in Canton Ticino, di cime messe nei posti sbagliati.
Dovrei parlare con "I Beck" proponendo di assegnare tale nome alla Cima 1295m.
Non ho idea a chi chiedere perchè venga poi "ufficializzata"
anche nella cartografia della zona.

Grazie, Ciao!!

Menek hat gesagt:
Gesendet am 18. April 2022 um 18:34
Quoto le considerazioni. Gran bel giro wild.
Menek

Gabrio hat gesagt: RE:
Gesendet am 18. April 2022 um 19:43
Già!
Il versante ovest delle cime che dal Coltignone scende alla Cima
di S. Vittore, sono anche peggio e quasi sconosciute!
Purtroppo è oggettivamente molto pericoloso a causa delle continue scariche di sassi, essendo esso percorribile (fino
alle creste) solo per due canali:
La Val Farina (che nella parte alta diventa Vallone della
Rovina), e Valle della Rovina.
Non mi è ancora chiaro se i due toponimi "Vallone e Valle
della Rovina" siano davvero relative a due posti diversi,
oppure no!

Grazie per il commento!!

Ciao!
Ciao!

numbers hat gesagt: Wild Gabrio
Gesendet am 20. April 2022 um 12:07
Giordano, bel report dettagliato e tecnico.
Sono luoghi aspri e selvaggi sicuro. Il fatto che siano tecnicamente difficili e soggetti a frane, scariche, e problemi vari, oltre probabilmente ad essere così vicini ad altre mete ben piu' blasonate, credo Non abbia mai aiutato una esplorazione ed una cartografia puntuale e precisa.
Per il resto, concordo sul magnifico lavoro di recupero e messa in sicurezza del sentiero,
che ho molto apprezzato in una recente escursione,
rispetto al wild di qualche anno fa.
Resta un sentiero anche così cmq Non da tutti.
Valorizzato nel giusto modo.

Mario

Gabrio hat gesagt: RE:Wild Gabrio
Gesendet am 20. April 2022 um 12:55
Per la cartografia, temo non ci sia speranza!
Abituato bene, come sono, alle cartine svizzere é difficile accettare qualcosa di MOLTO diverso (in negativo).

Cima 1295 (chiamiamola così per il momento), ma soprattutto Coltignoncino e Torrione Diaz, sono difesi da versanti molto difficili.
Sono cime molto selettive, é giusto che ce ne siano ancora!!

Grazie per il commento!
Ciao!


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