Mesenzana: trekking insubrico (un mercoledì da mufloni)
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Al ritrovo, nel parcheggio vicino al municipio di Mesenzana, ci ritroviamo in 25 ed, adempiute le formalità CAI in materia di covid, iniziamo il cammino. Percorriamo la strada che attraversa il paese deviando sulla via che costeggia il torrente. Su un tornante deviamo su ampia via acciottolata che risale ripida lungo il torrente. Alla fine dell'acciottolato deviamo sul sentiero sale su diversi terrazzamenti e porta ai ruderi di Cavojasca, illustrati da un pannello didattico.
Cavojasca è un villaggio abitato fino al 1943. Si presume che i primi insediamenti celti-liguri siano dell'età del rame anche se non ci sono prove. Certamente il nucleo era attivo attorno al 1500 come risulta da antiche mappe e dalla scomunica del brigante Francesco da Cavojasca. Restano i ruderi della casa padronale, di abitazioni rurali, stalle e fienili. I terrazzamenti testimoniano l'esistenza di coltivazioni. Recente manutenzione della località con opere di sfalcio vegetazione consentono una visita più accurata.
Riprendiamo la salita sul sentiero che si immette sulla strada dei Mojanchi (via delle terre umide), pista forestale risultante anche sulle mappe del 1700. La strada si abbassa fino alla piana che costeggia il Torrente Chiesone. La via diventa sentiero che risale lungo il corso d'acqua con tratti arditi scavati nella roccia. Il pannello didattico intitolato "La Sorgente ed il Fiume", che illustra l'importanza dei corsi d'acqua nella cultura dei Celti, annuncia il guado che ci porta sul versante sinistro. Dato il periodo siccitoso non ci sono problemi ad attraversare il torrente. Il sentiero prosegue risalendo la valle fiancheggiando il corso d'acqua. La via diventa una strada con tratti cementati. Pur essendo il cammino più comodo risulta più faticoso perché le pendenze sono impegnative e senza soste. Arriviamo al pannello didattico "Altare degli Avi" che annuncia un masso erratico con incisioni rupestri.L'Altare degli Avi, catalogato come Masso delle Croci dagli archeologi, è un masso erratico situato in posizione dominante recante numerose incisioni. Sono scolpite una cinquantina di coppelle e oltre un centinaio di croci. Si pensa che le incisioni risalgano all'età del ferro e che il masso sia stato luogo di culto rivolto alle divinità del fiume sottostante.
Proseguiamo la ripida salita che porta al pannello del "Bosco Sacro" che spiega le proprietà magiche attribuite alle piante dai Celti. Un ultimo strappo ci porta sulla strada asfaltata che attraversa il piccolo borgo di San Michele. Arriviamo sotto l'oratorio dove troviamo il pannello "Tracce Longobarde" che illustra l'ipotesi della costruzione dell'oratorio da parte di monaci irlandesi in epoca longobarda.L'oratorio di San Michele al Monte, situato in posizione panoramica è una delle più interessanti testimonianze del romanico lombardo in provincia di Varese. Datato al X secolo era inizialmente una cappella aperta, mentre l'edificio attuale è frutto di ampliamenti in epoche successive. Interessanti sono gli affreschi interni con porzioni di antichi dipinti e la Madonna del Latte, ottimamente conservata, del 1517.
Visitato l'interno della chiesa saliamo all'adiacente Ristoro San Michele per il pranzo. Scegliamo di restare sui tavoli all'aperto sotto il sole e consumiamo una tagliata di salumi e formaggi in un clima di allegro convivio. Dopo la lunga sosta riprendiamo la marcia tornando al bivio della salita e proseguendo sulla strada militare che, da San Michele porta a Val Alta. Su percorso perlopiù pianeggiante in boschi di faggi arriviamo al bivio prima di Val Alta piegando in discesa in direzione di Mesenzana. Dopo un paio di tornanti deviamo sul percorso facente parte dell'aula didattica all'aperto che il comune di Mesenzana ha allestito con opere di restauro e di ricostruzione delle trincee della Frontiera Nord. Su una ripida e stretta trincea scendiamo ad una postazione con la riproduzione di un cannone poi ad una postazione per mitragliatrice. Una serie di scalinate porta ad uno sgabuzzino con la ricostruzione del posto di comando. Lasciamo il percorso didattico che prosegue in gallerie e risale alla strada militare per deviare su sentiero in discesa che riporta sulla strada militare. Proseguiamo sulla lunga e comoda via che riporta a Mesenzana. Ad un tornante lasciamo la strada per prendere una pista sconnessa e non segnata che ci riporta sul sentiero sopra Cavojasca. Con questa variante risparmiamo un po' di strada. Ritrovata la via dell'andata la seguiamo fedelmente tornando a Mesenzana e chiudendo la gita.Partecipanti 25: Dario (capogita), Adolfo, Aldo, Angelo, Anita, Antonio, Cecilia, Dina, Emilio, Enrico, Franco, Gilberta, Giulio, Giuseppe, Leonardo, Liliana, Luigi, Maria Grazia, Mario, Maurizio, Michael, Paola, Paolo, Regina, Roberta.
Lunghezza del percorso: 6,5km salita, 8,8km discesa, 15,3km totale.
Meteo: bello, foschie in valle.

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