Monte Colonna (m.1203), Monte Rossel (m.960)


Publiziert von Poncione , 14. Februar 2022 um 18:43.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:11 Februar 2022
Wandern Schwierigkeit: T6 - schwieriges Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 10:15
Aufstieg: 1200 m
Abstieg: 950 m

Dalla Stazione FS di Porto Valtravaglia (m.207) si segue brevemente la strada per il Passo Sant'Antonio in direzione Nasca, seguendo il corso del Torrente Ronè su una sorta di camminamento prativo a margine di alcune proprietà. Senza seguire la lunga strada principale si riesce a deviare per vie secondarie toccando Ronchiano (m.270) e poco dopo Nasca (m.293), da cui sempre su asfalto è sufficiente seguire le indicazioni stradali per Sarigo (m.347), raggiunta nei pressi della bella chiesetta romanica di San Giorgio (XII secolo). Dal borgo rurale di Sarigo, ove appaiono i primi segnavia CAI, si sale verso San Michele lasciando a sinistra il percorso MTB per Ligurno e Muceno, toccando le frazioni Salvetta (parcheggio, da dove forse è meglio partire evitando l'intera tratta precedente...) e Bugetto (m.408).
Fin qui una piacevole ma noiosa passeggiata interamente su asfalto, solo ravvivata da qualche squarcio panoramico sul Verbano, chiesette e lavatoi. Ora, giunti a un'edicola religiosa s'incontra il bivio per San Michele (sinistra) e la frazione Biogno (destra) che metterebbe in comunicazione con Sant'Antonio e la valle della Froda. Qui si esce dai percorsi marcati risalendo il lato orografico sinistro della stretta Val Ronè, solcata da un lieve torrentello, tramite un'esile ma evidente sentierino incassato che ne segue fedelmente il corso, incontrando due vecchie prese d'acqua e toccando la quota m.582 segnalata su CNS. Alla seconda presa la vista si apre sull'enorme frana della Buca San Michele uscendo gradualmente dal bosco per ripidi prati e ganne in bell'ambiente calcareo, che ricorda la zona Vararo/Monte Crocetta e quello sovrastante il Sasso Galletto ai bordi del Verbano: si entra dunque a contatto con l'enorme frana, a sua volta sovrastata da poco amichevoli bastionate che ostacolano il prosieguo.
Senza entrare nell'enorme ed instabile conoide sassosa la si risale sul bordo destro per prato cespuglioso e sfasciumi giungendo al punto nodale e più impegnativo, rappresentato in primis dal dilemma se entrare o meno nella ganna avvicinandola verso sinistra sempre su erba per poi toccarne un primo evidente culmine dalle rocce color ruggine. Non volendo dilungarmi in sterili scaramucce con sfasciumi instabili m'infilo a destra in uno stretto canalino chiuso dai primi risalti rocciosi. Giunto sul fondo, e benchè la roccia paia affidabile per arrampicare sul lato sinistro preferisco il misto roccia/erba a destra causa l'intrico di alberelli che ostacolano l'attacco iniziale, già di suo impegnativo per la mancanza di appoggi dei piedi. Arrampico dunque a destra su misto entrando immediatamente in esposizione, ma riuscendo gradualmente a progredire su esigui terrazzini, di cui l'ultimo - a conti fatti - rivelatosi molto sinistro in quanto il terreno sotto i piedi e gli appoggi/appigli per le mani erano del tutto instabili. Superato questo tratto davvero delicatissimo si guadagna un più sicuro benchè ripidissimo pendio cespuglioso che porta all'ampio e panoramico culmine della frana, con fantastica e suggestiva vista sul medio/alto Verbano e le cime circostanti. Osservo subito come sarebbe stato salire dalla ganna convincendomi d'aver fatto la scelta migliore vista l'instabilità e pendenza di quel versante.
Qui giunto c'è ancora da capire dove volgersi per proseguire, pertanto controllo dapprima il lato sinistro faccia a monte, il quale s'infrange su implacabili quanto suggestivi bastioni a "canne d'organo" con bella serie di fessure e caminetti, quantomeno osservati a distanza. Non rimane quindi che spostarmi tutto a destra avendo già individuato la possibile via d'uscita mentre risalivo in una sorta di canalino con intaglio, che difatti si supera agevolmente pervenendo su un'esile costola erbosa con cespugli, molto esposta sul lato sinistro, il quale gradualmente si allarga, ammorbidisce e tranquillizza sulle belle radure sottostanti la Buca San Michele. Qui s'incontra il bel sentierino (bollato in giallo, già percorso in passato) proveniente dal Passo Sant'Antonio, chiamato "delle Bedrine" probabilmente per la cospicua presenza di betulle, e diretto all'Alpe San Michele.
Si prosegue ancora per prati e boschi attigui a una fattoria, che si contorna a destra della proprietà lungo il filo elettrificato, sino ad uscire sulla strada, ormai poco sotto il Passo (o Buca) di San Michele. Si prosegue ora in lieve discesa verso Sant'Antonio, ove si può reperire la ripida ed erta dorsale per il Monte Colonna. Individuato un comodo corridoio in faggeta punto in diagonale la fascia rocciosa della cresta sottostante la quota m.1022 (sulla recente carta delle Valli del Verbano m.1026), la quale in un divertente ma non del tutto banale misto di camminata e arrampicata si raggiunge tramite un ripido strappo con mini-caminetto finale. Superato un grosso faggio si perviene al bel culmine panoramico con omino di "vetta". Si segue il sentierino con qualche roccetta sul dorso boschivo e cespuglioso pervenendo in breve alla "Sella di Ganna", dove s'incontra la via normale marcata proveniente dalla Buca San Michele. La si segue per un breve tratto lasciandola poi a sinistra inerpicandosi tra faggi e rocce bianchissime, che si lasciano arrampicare ancora gradevolmente giungendo sulla dorsale del Monte Ganna, poco sotto il suo culmine, raggiunto in breve per la panoramica crestina erbosa e rocciosa (m.1094). Anche il Monte Ganna, a dispetto del nome e nonostante il panorama forse ancor più bello e selvaggio del Monte Colonna, non si può considerare cima a sè stante ma al limite spalla o anticima di quest'ultimo.
Essendo questo il culmine della parte "arrampicatoria" della salita mi godo qui il pranzo al sacco, ripartendo per la breve salita finale al Monte Colonna (m.1203), seguendo anche qui il più possibile la dorsale con timidi affioramenti rocciosi anzichè il sentiero che rimane sotto a sinistra. Scattata qualche foto dalla vetta seguo ora la dorsale valcuviana incrociando subito il sentiero normale, che trovo ripulito dalle piante cadute e soprattutto "soffiato": ciò ne mette in risalto il fondo di mulattiera a tratti gradinata, il quale è solitamente sepolto sotto un mare di foglie di faggio. Raggiunta la forcella m.1040 con sovrastante traliccio ENEL si segue ora la larga strada militare per Arcumeggia e Sant'Antonio, tralasciando la salita per la Punta m.1099 e il Monte San Martino. Si tocca una bocchetta senza nome ne quota tra la boscosa dorsale S del Monte Colonna (m.930 circa) e l'isolato ma prominente Monte Rossel, di cui si risale il ripido e breve versante N, pervenendo sulla boscosa e anonima vetta (m.960), che raggiungo oggi per la prima volta.
Consultando la cartina mi accorgo che si può scendere a Duno, pur in assenza di sentieri, semplicemente seguendo la dorsale, il che si rivela scelta azzeccata e in parte piacevole, poichè in realtà un sentierino c'è eccome, toccando due quote intermedie, la cui seconda (m.901 su CNS) ospita un ulteriore traliccio ENEL ben visibile dalla Valcuvia, dal quale si gode un buon panorama. Dopo quest'ultima la discesa diventa continua, confortata da bolli rossi e cartellini numerati sulle piante: in un paio di punti lo si perde per aggirare alberi caduti ma scendendo si riesce puntualmente a ritrovare. Benchè la dorsale si protenda sempre più ripida su Vergobbio la bollatura punta il fondo di una valletta (NB. CNS la nomina Valle del Ferro, la Carta Valli del Verbano si limita a segnare il Torrente Gottardo) virando a sinistra e traversando in discesa verso un impluvio (piante da scavalcare o aggirare anche qui), oltre il quale si nota un isolato baitello. Giunti in fondo si supera un muro in sasso, probabile opera della Linea Cadorna, toccando finalmente un'agevole strada militare/mulattiera (sentiero CAI 270) con muri a secco, la quale termina in Località Croce (m.584) sopra Duno. Un pittoresco cartello in legno indica questo itinerario come il più breve in direzione dell'Alpe Bisio/Cantonaccio (35 minuti), mentre da destra ne proviene uno più lungo (45 minuti), già percorso in passato.
Per stradine interne si perviene rapidamente a Duno (m.512), ove mi permetto una visita, quantomeno esterna, alla Chiesa di San Giuliano e Basilissa (m.505), dove si gode un buon panorama. Si segue infine la mulattiera "direttissima" per Cuveglio, molto bella e panoramica, che raggiunge la Chiesa di Sant'Anna (m.391) e la piccola Via Crucis, prima di giungere infine in paese (m.286).
Non rimane che chiudere la lunga giornata con l'avvicinamento finale in Valganna tramite la ciclopedonale valcuviana, la Cascata Fermona, Ferrera e Cunardo, chiudendo il tutto sulle placide e ormai sgelate acque del Lago di Ghirla.

Pace.

Avanti così.

NB. Porto Valtravaglia-Sarigo-Bugetto T1 / Bugetto-Frana San Michele T3+ / Frana San Michele-Buca San Michele da T4 a T6 / Buca San Michele-Quota m.1022-Monte Ganna T4 (brevi passaggi di II, in parte evitabili) / Monte Ganna-Monte Colonna-Forcella m.1040 T2 / Forcella m.1040-Bocchetta m.930 T1 / Bocchetta m.930-Monte Rossel-Quota m.901-Sentiero CAI 270 T3 / Sentiero CAI 270-Località Croce-Duno-Cuveglio T1 / Cuveglio-Ferrera-Cunardo-Lago di Ghirla T1 (Cascata Fermona T2).
Riguardo il tratto di discesa dal Monte Rossel verso Duno, non avendo trovato alcun riferimento in rete (neanche in Hikr, benchè Morgan l'abbia fatto in salita senza descriverlo), come già capitato in passato, mi tocca segnalare il solito monumentale ed indimenticabile "Uomo con le Ali" Oliviero Bellinzani, che lo affrontò in salita con percorso solo in parte diverso scrivendone in nota sul volume "Prealpi lombarde occidentali" - Idea Montagna, 2013 alle pagg.53-54 nel paragrafo dedicato al Monte Colonna.

Tourengänger: Poncione


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Kommentare (6)


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Antonio59 ! hat gesagt:
Gesendet am 14. Februar 2022 um 20:23
Ciao Emiliano.
Giro fantastico.
Sei un grande interprete dei sentieri e delle linee geografiche dei nostri monti.
La tua forza di volontà è straordinaria, chissà che levataccia per arrivare a Porto di buon mattino.
Ma quello che più mi impressiona è il cosiddetto "terzo tempo"
che nel tuo caso è la tranquilla passeggiata da Cuveglio a Ghirla dopo tutto il ravanare che hai fatto prima.
Ciao.
Antonio.

Poncione hat gesagt: RE:
Gesendet am 14. Februar 2022 um 22:07
Ciao Antonio, grazie. Tranquillo, nessuna levataccia trovandomi a Porto Valtravaglia FS alle 9,00. ;)
Salita davvero molto bella in zona che conoscevo poco o per nulla, e che ha parecchio da offrire per tutti i palati, data anche la presenza di falesie attrezzate non lontane dalla frana.
Alla prossima.

Serzo hat gesagt:
Gesendet am 14. Februar 2022 um 20:55
Emiliano,
parafrasando un amico abruzzese (alpinischta di un gerdo livellu), qui "manco li mufli"...
Complimenti per la resistenza dimostrata in questo ambiente particolarmente ingaggioso. Immagino che non è che a un certo punto puoi tornare indietro... anello obbligatorio!
Sergio

Poncione hat gesagt: RE:
Gesendet am 14. Februar 2022 um 22:29
Ciao Sergio... forse il tuo amico abruzzese ha ragione, perchè di mufloni neanche l'ombra. ;) Solo tre caprioli, ma più in basso.
In effetti nel "passaggio-chiave" dopo il canalino tornare indietro sarebbe stato altamente difficile e pericoloso. Se è vero che come singolarità dei passaggi siamo su livelli superiori al Pizzo Cuvignone, come tensione e continuità quello non ha eguali. ;)

martynred hat gesagt:
Gesendet am 16. Februar 2022 um 09:12
Emiliano, non so se sgridarti o farti i complimenti!!!
Bella avventura, alla ricerca della propria traccia senza seguire passi altrui (se non qualcuno dimenticato).
Il rimprovero invece per andare da solo in zone dove non passa nessuno! ;)
Ogni volta che descrivi questi tragitti mi fai venire voglia di provarci anche io...

Grande Emiliano!

Poncione hat gesagt: RE:
Gesendet am 16. Februar 2022 um 22:24
Ciao Martina, ok accetto la sgridata. :)))
Ne è valsa la pena, e mi è piaciuto veramente molto.
Difficile resistere a questi richiami, d'altronde. ;)
A presto


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