Piz di Strega (2910 m) - Tentativo da Rossa
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Da Rossa io ed Enea proviamo a salire sul Piz di Strega.
Sono titubante su se scegliere la via invernale dal Pass de Remolasch, passare dall'omonima vetta settentrionale e, saltandone la difficile cima meridionale, proseguire per creste fino alla Strega, oppure se salire dal versante sud-est e prendere la cresta sud. Alla fine la scelta ricade su quest'ultima. Sviluppo minore, meno neve e maggiore probabilità di riuscita in tempi ragionevoli.
igor mi consiglia però di percorrere la via invernale. Mi consulto con lui in quanto assieme a
gbal ha percorso la via estiva da sud e in un'altra occasione quella dalla Val Malvaglia. Insomma conosce bene la zona sebbene la via che mi ha consigliato pare che manchi anche a lui.
Noi, convinti della quasi totale assenza di neve in cresta, e della presenza di neve scarsa e compatta da percorrere con ramponi e piccozza sui pendii optiamo per questa via, più soleggiata e valutata F da Brenna.
Da Rossa ci sarebbe una strada che raggiunge una buona quota riducendo il dislivello. Tuttavia è chiusa con catena e lucchetto.
Alle 07.00 ci incamminiamo sul sentiero da Rossa. Quota 1096 m. Ci aspettano 1800 m. Lasciamo le racchette in auto. Le abbiamo usate pochissimo quest'inverno. Non pensiamo servano: abbiamo scelto la Calanca perché innevamento e vento hanno alzato il rischio valanghe in tutte le aree a nord del Ticino.
Il Piz Strega però è molto più a nord di quello che a me sembrava.
Errori di valutazione che sicuramente servono ad imparare.
Il sentiero è molto bello: inizialmente ci sono alcuni scalini di roccia che mi ricordano la Val Bavona, si vede il paese di Rossa dall'alto e si attraversano diversi agglomerati di cascine.
Dopo alcuni tratti nel bosco si raggiunge l'Alpe di Stabiorel. Questo luogo mi ha da subito affascinato.
Sovrastato dall'enorme scogliera del Piz di Strega e del vicino Remolasch ci si presenta innevato. Già nel bosco troviamo fin da quote sotto i 1600 m uno strato di neve fresca.
Dopo una pausa presso l'Alpe riprendiamo la marcia: ci mancano 1200 m. Insomma non pochi.
Subito iniziamo ad affondare. 20 cm sono tollerabili se non fosse che anche lo strato profondo cede quasi sempre e ci troviamo a procedere con le gambe sepolte fino alle ginocchia.
Cerchiamo dorsali pensando siano più libere essendo esposte al vento, ma questo ha compiuto un modellamento particolare: ha creato accumuli su tutto il pendio che ci aspetta, indipendentemente dalla conformazione del pendio. Ovunque è un accumulo ventato. Più saliamo e peggio è.
Non abbiamo scampo: nemmeno sulle pendenze maggiori troviamo facile progressione. La neve non porta.
La Strega ci tiene a bada con la sua magia bianca.

Il Piz di Strega visto dall'Alpe Stabiorel
Dopo 4 ore di cui le ultime 2 nella neve intorno a quota 2120 m decidiamo di abbandonare. Stavamo puntando alla quota 2542 m da cui attaccare la cresta. Proseguire ci sarebbe costato tantissima energia.
Cosa avremmo trovato sopra? Una cornice instabile e pericolosa. In condizioni migliori sarei salito anche solo per dare un'occhiata. Ma non con quella fatica.
Nulla di sprecato: un buon allenamento, un Alpe (Stabiorel) degna di una visita e per me una prima uscita nella Val Calanca. La quale mi ha fin da subito rapito.
Torneremo!
Sono titubante su se scegliere la via invernale dal Pass de Remolasch, passare dall'omonima vetta settentrionale e, saltandone la difficile cima meridionale, proseguire per creste fino alla Strega, oppure se salire dal versante sud-est e prendere la cresta sud. Alla fine la scelta ricade su quest'ultima. Sviluppo minore, meno neve e maggiore probabilità di riuscita in tempi ragionevoli.


Noi, convinti della quasi totale assenza di neve in cresta, e della presenza di neve scarsa e compatta da percorrere con ramponi e piccozza sui pendii optiamo per questa via, più soleggiata e valutata F da Brenna.
Da Rossa ci sarebbe una strada che raggiunge una buona quota riducendo il dislivello. Tuttavia è chiusa con catena e lucchetto.
Alle 07.00 ci incamminiamo sul sentiero da Rossa. Quota 1096 m. Ci aspettano 1800 m. Lasciamo le racchette in auto. Le abbiamo usate pochissimo quest'inverno. Non pensiamo servano: abbiamo scelto la Calanca perché innevamento e vento hanno alzato il rischio valanghe in tutte le aree a nord del Ticino.
Il Piz Strega però è molto più a nord di quello che a me sembrava.
Errori di valutazione che sicuramente servono ad imparare.
Il sentiero è molto bello: inizialmente ci sono alcuni scalini di roccia che mi ricordano la Val Bavona, si vede il paese di Rossa dall'alto e si attraversano diversi agglomerati di cascine.
Dopo alcuni tratti nel bosco si raggiunge l'Alpe di Stabiorel. Questo luogo mi ha da subito affascinato.
Sovrastato dall'enorme scogliera del Piz di Strega e del vicino Remolasch ci si presenta innevato. Già nel bosco troviamo fin da quote sotto i 1600 m uno strato di neve fresca.
Dopo una pausa presso l'Alpe riprendiamo la marcia: ci mancano 1200 m. Insomma non pochi.
Subito iniziamo ad affondare. 20 cm sono tollerabili se non fosse che anche lo strato profondo cede quasi sempre e ci troviamo a procedere con le gambe sepolte fino alle ginocchia.
Cerchiamo dorsali pensando siano più libere essendo esposte al vento, ma questo ha compiuto un modellamento particolare: ha creato accumuli su tutto il pendio che ci aspetta, indipendentemente dalla conformazione del pendio. Ovunque è un accumulo ventato. Più saliamo e peggio è.
Non abbiamo scampo: nemmeno sulle pendenze maggiori troviamo facile progressione. La neve non porta.
La Strega ci tiene a bada con la sua magia bianca.

Il Piz di Strega visto dall'Alpe Stabiorel
Dopo 4 ore di cui le ultime 2 nella neve intorno a quota 2120 m decidiamo di abbandonare. Stavamo puntando alla quota 2542 m da cui attaccare la cresta. Proseguire ci sarebbe costato tantissima energia.
Cosa avremmo trovato sopra? Una cornice instabile e pericolosa. In condizioni migliori sarei salito anche solo per dare un'occhiata. Ma non con quella fatica.
Nulla di sprecato: un buon allenamento, un Alpe (Stabiorel) degna di una visita e per me una prima uscita nella Val Calanca. La quale mi ha fin da subito rapito.
Torneremo!
Tourengänger:
Michea82

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Kommentare (6)