Alpe Busarasca
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Quando sei giorni fa ero stato a Pogallo con mio figlio, avevo adocchiato il costone boscoso che sale verso Cima Marsicce, sapendo che lì si trovava l’Alpe Busarasca (tra la valle dove scorre il Rio Pianezzoli e la val Pogallo) e, visto che la meta l’avevo messa tra le cose da fare (stimolato dalle foto e dalla relazione di Alessandro - GAQA, che avevo letto lo scorso anno) e viste altresì le ottime condizioni del versante, non ho perso tempo nel lanciare la consueta chiamata al gruppo dei “malnat”.
Trovatici in quattro, tutti belli motivati, eccoci quindi diretti verso questa meta, partendo poco prima delle otto da Cicogna.
Non racconto il percorso fino a Pogallo, perché l’ho già descritto la scorsa settimana, ma mi limito a descrivere quello successivo, ovvero da Pogallo all’Alpe Busarasca.
Arrivati a Pogallo ancora all’ombra, abbiamo seguito le indicazioni verso destra (per un sentiero che scende al torrente), che ci hanno indirizzato verso la valle dove scorre il Rio Pianezzoli.
Poco dopo aver superato il bel ponte in pietra, si trovano le indicazioni per le Alpi Color, Prebusà e Busarasca, che dal cartello viene indicata a 2,30 ore di cammino (da qui, il dislivello da superare è di circa 750 m).
Da questo punto fino alla meta si rimane sempre nel bosco (prima di castagni e poi di faggi) e le pendenze si fanno impegnative.
Il sentiero è sempre intuibile e segnalato con bolli rossi un po’ sbiaditi sui tronchi delle piante fino alla fine del lungo traverso mentre poi, quando si deve rimontare l’ultimo tratto di bosco per la linea di massima pendenza, occorre più attenzione perché le tracce del sentiero si fanno più esigue o scompaiono e i bolli diventano più scarsi e meno visibili.
Oggi occorreva attenzione anche nel lungo traverso a causa delle numerose foglie di faggio molto secche presenti a suolo, che sullo stretto sentiero rischiavano di causare lo scivolamento nel ripido bosco.
Veramente eccezionale il panorama dal luogo dove sorge l’Alpe Busarasca (un posto davvero unico e fuori dal mondo), amplificato dalla giornata dal meteo superbo, con sole (nemmeno una nuvola) e assenza di vento.
Bello sarebbe stato proseguire oltre, verso la Cima Marsicce, vista anche la bella giornata e la mancanza di neve o ghiaccio, ma già arrivare qui oggi è stato bello faticoso, sarebbero occorse energie supplettive o sostanze proibite….
Considerate infine che oggi, da quando siamo partiti a quando siamo ritornati, non abbiamo trovato nemmeno una persona (neanche a Cicogna e Pogallo) e anche sulla strada per Cicogna nessuna auto incontrata, insomma siamo stati per una giornata gli unici essere umani nella valle.
Viceversa l’incontro con l’animale lungo tutto il percorso è stato quasi esagerato: abbiamo visto nel complesso una trentina di camosci , tre caprioli con i quali abbiamo rischiato lo scontro all’Alpe Busarasca e una pernice.
Escursione dal discreto impegno fisico (visto che siamo ad inizio stagione) con un dislivello superato di circa 1300 m per 6,5 ore di cammino effettivo, una bella prova, soprattutto per Pierluigi che ha avuto il “battesimo del malnat”….
Con l’escursione di oggi abbiamo aggiunto un altro tassello alla conoscenza della magnifica e vasta Val Grande, dove comunque rimangono ancora tanti itinerari da fare, ma con pazienza e costanza, pian piano li percorreremo.
Trovatici in quattro, tutti belli motivati, eccoci quindi diretti verso questa meta, partendo poco prima delle otto da Cicogna.
Non racconto il percorso fino a Pogallo, perché l’ho già descritto la scorsa settimana, ma mi limito a descrivere quello successivo, ovvero da Pogallo all’Alpe Busarasca.
Arrivati a Pogallo ancora all’ombra, abbiamo seguito le indicazioni verso destra (per un sentiero che scende al torrente), che ci hanno indirizzato verso la valle dove scorre il Rio Pianezzoli.
Poco dopo aver superato il bel ponte in pietra, si trovano le indicazioni per le Alpi Color, Prebusà e Busarasca, che dal cartello viene indicata a 2,30 ore di cammino (da qui, il dislivello da superare è di circa 750 m).
Da questo punto fino alla meta si rimane sempre nel bosco (prima di castagni e poi di faggi) e le pendenze si fanno impegnative.
Il sentiero è sempre intuibile e segnalato con bolli rossi un po’ sbiaditi sui tronchi delle piante fino alla fine del lungo traverso mentre poi, quando si deve rimontare l’ultimo tratto di bosco per la linea di massima pendenza, occorre più attenzione perché le tracce del sentiero si fanno più esigue o scompaiono e i bolli diventano più scarsi e meno visibili.
Oggi occorreva attenzione anche nel lungo traverso a causa delle numerose foglie di faggio molto secche presenti a suolo, che sullo stretto sentiero rischiavano di causare lo scivolamento nel ripido bosco.
Veramente eccezionale il panorama dal luogo dove sorge l’Alpe Busarasca (un posto davvero unico e fuori dal mondo), amplificato dalla giornata dal meteo superbo, con sole (nemmeno una nuvola) e assenza di vento.
Bello sarebbe stato proseguire oltre, verso la Cima Marsicce, vista anche la bella giornata e la mancanza di neve o ghiaccio, ma già arrivare qui oggi è stato bello faticoso, sarebbero occorse energie supplettive o sostanze proibite….
Considerate infine che oggi, da quando siamo partiti a quando siamo ritornati, non abbiamo trovato nemmeno una persona (neanche a Cicogna e Pogallo) e anche sulla strada per Cicogna nessuna auto incontrata, insomma siamo stati per una giornata gli unici essere umani nella valle.
Viceversa l’incontro con l’animale lungo tutto il percorso è stato quasi esagerato: abbiamo visto nel complesso una trentina di camosci , tre caprioli con i quali abbiamo rischiato lo scontro all’Alpe Busarasca e una pernice.
Escursione dal discreto impegno fisico (visto che siamo ad inizio stagione) con un dislivello superato di circa 1300 m per 6,5 ore di cammino effettivo, una bella prova, soprattutto per Pierluigi che ha avuto il “battesimo del malnat”….
Con l’escursione di oggi abbiamo aggiunto un altro tassello alla conoscenza della magnifica e vasta Val Grande, dove comunque rimangono ancora tanti itinerari da fare, ma con pazienza e costanza, pian piano li percorreremo.
Tourengänger:
imerio

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