Anello del Monte Calamita – EMTB
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È una domenica serena e calda all’Isola d’Elba, ne approfitto per compiere la prima escursione di questo soggiorno di fine estate in Toscana, lungo i noti percorsi del Monte Calamita, che il prossimo 2 ottobre ospiteranno i Campionati del mondo di Mountain Bike Marathon UCI.
Inizio dell’escursione: ore 9.40
Fine dell’escursione: ore 11:55
Temperatura al rientro: 29°C
Dopo aver scambiato qualche chiacchiera con il bagnino, pure appassionato di mountain bike, inizio la pedalata alle 9:40 alla spiaggia di Naregno e affronto la salita di un paio di km fino alla Piazza del Cavatore (164 m) di Capoliveri.
Tutti gli itinerari del Monte Calamita partono da questa rotonda al bordo della quale è posto un vecchio carrello di miniera carico di magnetite.
Dopo il lungo viaggio di ieri di 451 km, più il traghetto, durato complessivamente sette ore e quarantatre minuti, oggi me la prendo comoda; è una pedalata d’ambientamento, distensiva, che si sviluppa su sterrate panoramiche, nel profumo della macchia mediterranea.
Imbocco la strada delle miniere di ferro, che conduceva i minatori ai cantieri estrattivi di Capo Calamita e Ginevro: le miniere chiuse nel 1982 hanno rappresentato per secoli un’importante fonte di sostentamento per il versante orientale elbano.
Le vedute sul Tirreno, sui rilievi e sulle baie allargano il cuore. Benché in questa stagione i fiori della macchia siano scarsi, i fichi d’India colorano i rocciosi versanti del monte e vivacizzano il paesaggio.
Al Museo della Vecchia Officina mi concedo una pausa per osservare i minerali esposti: epatite, vanadinite, azzurrite a noduli, pirite, granati, gesso, limonite, magnetite, ilvaite, berillio, limonite, tormalina, ortoclasio e quarzo.
Una cooperativa organizza inoltre dei “Safari in miniera”, un mix fra cultura e divertimento, per conoscere la storia e la ricca geologia dell’Isola d’Elba, sia all’aperto che sottoterra, a bordo di un mezzo militare attraverso percorsi off-road.
Ripresa la bici, pedalo in leggera salita, su un’ampia sterrata che offre degli scorci sulle cale del Cannello, Punta Rossa e di Remaiolo. In un quarto d’ora arrivo alla fantastica Tenuta delle Ripalte, una fattoria, al cui centro sorge la villa ottocentesca, un tempo dimora dei nobili Tobler Theodoli Quintavalle, circondata da numerosi casali che, grazie ad un recupero rispettoso della tipologia delle case della Maremma Toscana, sono stati trasformati in strutture ideali per una vacanza relax. Su richiesta è possibile visitare i vigneti e degustare i vini prodotti dall’azienda. Osservo con ammirazione i viali, i campi da tennis, il centro per l’apnea, gli appartamenti in affitto, le scuderie, il centro ippico, il Bike Center, il ristorante e il bar, punto d’incontro per gli escursionisti con la mountain bike.
All’altezza del maneggio seguo la via a destra, in discesa, di fianco ai vigneti di vermentino. Mi trovo ora sul versante orientale del Monte Calamita, dal quale si scorge all’orizzonte il “continente”, fino al Promontorio dell’Argentario.
Ammiro alcune spiagge poco più che selvagge: Buzzancone, Malpasso, Istia, Ferrato, Calanova, Calagrande, nonché l’isolotto di Liscoli.
Il tratto successivo del percorso è ricco di saliscendi, ma sempre su strade asfaltate, che toccano abitazioni primarie e di vacanza. L’ultimo strappo impegnativo, in località Castagni, ha una pendenza rilevante. Raggiunta la sede del Comune di Capoliveri mi immetto sul Viale Australia, per la picchiata finale fino alla spiaggia di Naregno, dove mi aspetta un bagno rinfrescante in acque limpide e prive di meduse.

Anello a mezza costa sulle pendici del Monte Calamita (410 m) adatto anche ai principianti della mountain bike. Il maestoso panorama sulle baie azzurre del Tirreno e la tranquillità delle pinete rendono questo percorso un must per tutti i ciclisti che visitano l’Elba.
Tempo totale: 2 h 15 min
Quota minima: 4 m
Quota massima: 217 m
Dislivello in salita: 444 m
Sviluppo complessivo: 26 km
Pendenza media: 6,5%
Pendenza massima: 18%
Difficoltà: F
Copertura della rete cellulare: buona.

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