Cima Pisciadù Mt. 2985
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...quando fino all’ultimo nano secondo scruti le previsioni meteo, pensando: “ beh un posto per dormire e mangiare lo trovo di sicuro, tanto siamo già dopo il 20 di agosto” e quando dopo le 20 e più telefonate fatte agli alberghi ti devi ricredere…. esasperato, stai quasi per cedere… ma una vocina dentro di te dice: “ dai ancora una telefonata e poi un’altra … fino a che qualcuno dall’altra parte del filo telefonico ti dice: “ si abbiamo posto per le tre notti richieste”….. e allora ………… si parte…. con destinazione cima Pisciadù e il giorno dopo Sassopiatto.
Ma quando finalmente arrivi in cima al Pisciadù, la vista ti ripaga di tutto…. il panorama è davvero superbo e fiabesco, comprendendo innanzitutto le varie vette del Sella da un'inconsueto angolo di visuale: il Sas Pordoi e il Piz Boè e poi la Marmolada, Sassolungo, Pelmo, Civetta, la Tofana di Rozes... le Odle dellla val di Funes....
Una vetta che avevamo da lungo tempo in mente, imponente 'mole' nel cuore del gruppo del Sella.
Si tratta di un itinerario per escursionisti già un pò esperti su qualche passaggio attrezzato……. ma dalle difficoltà non trascendentali……quindi adatto anche a noi…!!!
Decidiamo di non parcheggiare al Passo Gardena, ma per fare un po’ più di dislivello proseguiamo fino al parcheggio della Ferrata Tridentina, nei pressi di Colfosco.
La prima, ripida salita avviene lungo un ghiaione interamente esposto al sole e aperto che ci consente di ammirare gli splendidi prati del Passo Gardena, sovrastati dagli aguzzi Pizzes da Cir.
Questa visione contrasta con la stretta, incassata Val Setus, che ora andiamo ad affrontare, lasciando a sinistra la deviazione per la Ferrata Tridentina.
Il sentiero prevede parti attrezzate non difficili, ma che comunque richiedono attenzione.
La risalita lungo la buia e fredda Val Setus, il cui apocalittico segnavia, 666, è quanto mai in tema con l'ambiente naturale, prosegue senza problemi…. almeno speriamo… perché poi c’è sempre la discesa da fare….
Ancora funi metalliche e scalini infissi nella roccia prima di sbucare sull'altopiano superiore, poi basta una deviazione a sinistra di pochi minuti ed ecco il Rifugio Franco Cavazza al Pisciadù.
Qui incombe la poderosa mole della Cima Pisciadù, che da questo lato presenta immani, verticali pareti.
Noi invece, per raggiungerne la vetta dovremo risalire il Vallone del Pisciadù.
Lasciamo alla destra il Lago del Pisciadù, proseguendo lungo un sentiero detritico, fino all'imbocco della Val di Tita, dove è presente un bivio.
Se teniamo la sinistra imbocchiamo un ripido canalone ghiaioso, che sembra veramente impossibile da risalire, infatti vediamo che tutte le persone vanno a destra, dove bisogna affrontare altri tratti attrezzati.
In poco tempo siamo comunque alla Sella di Val di Tita.
Dopo un primo terrazzo, la salita prevede il superamento di una cospicua serie di gradini naturali, nondimeno alcune cenge sono abbastanza esposte ed è sempre bene non distrarsi…. Ma alla fine , seguendo le indicazioni in parte su sentiero di ghiaia, in parte su roccia a gradini si arriva alla croce della vetta per il meritato riposo…. e…. domani Sassopiatto!!!…..sicuramente più rilassante….!!!!
Ma quando finalmente arrivi in cima al Pisciadù, la vista ti ripaga di tutto…. il panorama è davvero superbo e fiabesco, comprendendo innanzitutto le varie vette del Sella da un'inconsueto angolo di visuale: il Sas Pordoi e il Piz Boè e poi la Marmolada, Sassolungo, Pelmo, Civetta, la Tofana di Rozes... le Odle dellla val di Funes....
Una vetta che avevamo da lungo tempo in mente, imponente 'mole' nel cuore del gruppo del Sella.
Si tratta di un itinerario per escursionisti già un pò esperti su qualche passaggio attrezzato……. ma dalle difficoltà non trascendentali……quindi adatto anche a noi…!!!
Decidiamo di non parcheggiare al Passo Gardena, ma per fare un po’ più di dislivello proseguiamo fino al parcheggio della Ferrata Tridentina, nei pressi di Colfosco.
La prima, ripida salita avviene lungo un ghiaione interamente esposto al sole e aperto che ci consente di ammirare gli splendidi prati del Passo Gardena, sovrastati dagli aguzzi Pizzes da Cir.
Questa visione contrasta con la stretta, incassata Val Setus, che ora andiamo ad affrontare, lasciando a sinistra la deviazione per la Ferrata Tridentina.
Il sentiero prevede parti attrezzate non difficili, ma che comunque richiedono attenzione.
La risalita lungo la buia e fredda Val Setus, il cui apocalittico segnavia, 666, è quanto mai in tema con l'ambiente naturale, prosegue senza problemi…. almeno speriamo… perché poi c’è sempre la discesa da fare….
Ancora funi metalliche e scalini infissi nella roccia prima di sbucare sull'altopiano superiore, poi basta una deviazione a sinistra di pochi minuti ed ecco il Rifugio Franco Cavazza al Pisciadù.
Qui incombe la poderosa mole della Cima Pisciadù, che da questo lato presenta immani, verticali pareti.
Noi invece, per raggiungerne la vetta dovremo risalire il Vallone del Pisciadù.
Lasciamo alla destra il Lago del Pisciadù, proseguendo lungo un sentiero detritico, fino all'imbocco della Val di Tita, dove è presente un bivio.
Se teniamo la sinistra imbocchiamo un ripido canalone ghiaioso, che sembra veramente impossibile da risalire, infatti vediamo che tutte le persone vanno a destra, dove bisogna affrontare altri tratti attrezzati.
In poco tempo siamo comunque alla Sella di Val di Tita.
Dopo un primo terrazzo, la salita prevede il superamento di una cospicua serie di gradini naturali, nondimeno alcune cenge sono abbastanza esposte ed è sempre bene non distrarsi…. Ma alla fine , seguendo le indicazioni in parte su sentiero di ghiaia, in parte su roccia a gradini si arriva alla croce della vetta per il meritato riposo…. e…. domani Sassopiatto!!!…..sicuramente più rilassante….!!!!
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ralphmalph

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Kommentare (2)