La Placca del Sole Radente

Escursione lungo sentieri poco frequentati (certamente comunque non il percorso più breve) per salire a dare un'occhiata ad un sito d'arrampicata che attirò l'attenzione dei primi salitori ormai quarant'anni fa e si giovò di un controverso revival nel 1996; ma poi, proprio da soli quattro giorni, è arrivata la seconda linea: sempre ottima roccia, chiodatura e difficoltà plaisir, in teoria quindi molto divertimento e zero preoccupazioni. L'ambiente, specialmente seguendo questo giro, è spettacolare e solitario, benchè ci si trovi a poche decine di metri dalle spiagge del Lago Pescegallo e soprattutto anche per il fatto che, dissoltasi la neve, questi valloni vengono quasi dimenticati fino al momento delle nuove precipitazioni: il che non è per nulla un fatto negativo.


Proprio di fronte ad uno slargo-parcheggio lungo la provinciale, fra il tempietto degli Alpini ed il piazzale delle funivie, si nota una freccia gialla con indicazione "M.Motta"; il sentiero corrispondente, frequentato soprattutto da cercatori di funghi, si alza lungamente nel bosco con larghe curve fino a raggiungere un piccolo ripiano presso un paio di baite (Alpe Motta) con bivio. Si prende a destra in traverso ascendente ed in breve si raggiunge la Bocchetta di Scioch (comunicazione con le baite alte di Bomino Vaga); si prosegue con traverso esposto, a tratti roccioso e franoso, fino ad un dosso roccioso con bella vista sul Lago Pescegallo e le cime del gruppo Ponteranica. Oltrepassato un tratto con paravalanghe, si lasciano a sinistra le poco visibili tracce per la salita alla vicina Cima del Lares (http://www.inalto.org/it/relazioni/escursionismo/cima_del_lares), per poi scendere in un valloncello erboso con traccia sassosa serpeggiante che conduce ripidamente al coronamento della diga di Pescegallo: non la si attraversa e si imbocca un tratto molto frequentato della GVO (Gran Via delle Orobie) in direzione del Forcellino, stretta bocchetta che mette in comunicazione con la Val Bomino ed il Passo Verrobbio. Dopo un rettilineo a monte del Lago Pescegallo, alle prime curve, nei pressi di un cartello che indica un fantomatico Sentiero della Natura, si lascia la traccia principale per imboccare i pochi segni di passaggio che conducono ad una baita isolata; qui si trova qualche sbiadito bollo di vernice e - su di un masso - una ancor più sbiadita scritta "Ponteranica": teniamo buoni per dopo questi suggerimenti e saliamo direttamente per pascolo e pietraie (vari recenti ometti di sassi) fino alla base della evidente Placca del Sole Radente. Scesi a recuperare la direzione per il vallone di Ponteranica, nei pressi dell'avancorpo della Cima Pescegallo (attacco della via "Fior di Montagna"), si trovano un sentiero ed una segnalazione ben più corposa che, con la stessa meta, sale dall'altro lato del Lago Pescegallo. Seguendo la traccia verso destra, si attraversano bellissime vallette umide e conche erbose comprese fra enormi assi di verrucano talora accumulati a formare cavità sotterranee. Gradualmente ci si avvicina alle costruzioni di servizio alla diga e, tenendole sulla destra, si scende alla pista sterrata che le raggiunge; la si percorre verso sinistra fino alla Casera Pescegallo Lago, dove si trova il sentiero diretto per il Villaggio Pescegallo. Il sentiero si lascia alle spalle alcuni paravalanghe e poi, volgendo nettamente a destra, scende a curve nel bosco fino a raggiungere una cascina isolata; si percorre la pista che la serve e si raggiunge in breve una strada asfaltata: seguendola verso destra, quasi al suo termine, fra le numerose villette si trova una scalinata di cemento che scende fino alla provinciale a poche decine di metri dal sentiero di partenza.