Monte Disgrazia (3678 m) dal Canalone Schenatti
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E' venerdì sera e le previsioni danno bel tempo solamente domani. Cosa poter fare in giornata?
Decidiamo di tornare alle pendici del Monte Disgrazia dopo la rinuncia di inizio Giugno 2018.
Partiamo di buon ora dal parcheggio di Predarossa (ore 3:30 circa), mentre qualche altro escursionista di appresta a preparasi. Attraversiamo il lungo pianoro verde per poi salire il breve tratto che porta alla piana soprastante. Quando iniziamo a guadagnare quota in direzione Rifugio Ponti notiamo le luci di altri escursionisti che iniziano a mettere piede sul nevaio ai piedi del Disgrazia. Raggiunto il Rifugio Ponti (1h30') puntiamo a est mettendo piedi sulla pietraia fino a raggiungere la lingua nevosa appena sotto al morena. La neve è leggermente molle da facilitare l'avvicinamento al ghiacciaio. Ci fermiamo un momento a scattare qualche foto all'incredibile alba che si mostra davanti a noi: dapprima il cielo si colore di rosa, poi, a nord, il sole colpisce la parete nevosa e a sud la vetta risalta scura in un cielo infuocato.
Raggiungiamo i massi terminali della morena dove cambiamo scarpe con scarponi e calziamo i ramponi.
Nel frattempo ci raggiungono gli escursionisti incontrati al parcheggio e mentre anch'essi cambiano assetto, noi ci rimettiamo in cammino per raggiungere la base del Canale Schenatti. (2h20' dal Rifugio).
Le condizioni del canalone sono ben diverse da Giugno 2018. Non è un largo scivolo bianco ma un misto di neve e roccette. Per il primo tratto nevoso affondiamo in parte nella neve rigelata in superficie. Raggiunte le prime roccette saliamo individuando la parte più semplice, sebbene sia molto sfasciumosa. Proseguiamo leggermente verso sinistra passando per altre facili roccette per poi puntare a destra e risalire il pendio nevoso. Raggiungiamo altre rocce affioranti e con un delicato passaggio le superiamo rimettendo piede su ottima neve fino a raggiungere la cresta (1h38').
Sul filo di cresta assaporiamo il primissimo panorama e non posso che notare le condizioni della cresta essa ben diverse dal 2018. Infatti procediamo svelti su roccia, ben ripulita dalla neve. A sinistra la parete nord violata dall'uomo con una serie di gradini. Saranno i nostri amici Fabio e Luca?
Proseguiamo sulla facile cresta rocciosa e sul pendio nevoso che porta all'anticima. La vetta è vicinissima, mancava davvero poco 3 anni fa. Raggiungiamo il famoso "cavallo di bronzo" da cui stanno scendendo 3 alpinisti. Per non perdere tempo arrampichiamo il "cavallo" sul lato sinistro (passaggio max III). Ancora due passi e siamo in cima, da soli! (55')
Il cielo è blu e limpido, tutt'attorno individuiamo le cime a noi note e cerco in lontananza il Rifugio Carate (Valmalenco) pensando a Silvia.
Ripercorriamo la cresta a ritroso (55'), incontrando i 4 alpinisti saliti dalla via normale. Mentre ci avviciniamo alla cresta NE il cielo si annuvola e oscura la valle. Davanti a noi i 3 alpinisti incontrati al "cavallo di bronzo". La discesa è un susseguirsi di facili tratti di arrampicata e lunghi o brevi tratti nevosi, mai esposti. Procediamo lenti, in attesa che i 3 avanzino...non ci fanno passare... Raggiunta la sella in cresta svoltiamo nettamente a sinistra per scendere dal canalino terminale (breve tratto di roccia placcosa affiorante senza neve) e mettere piede sul ghiacciaio (1h10').
Scendiamo rapidi (28') dal ghiacciaio, ancora in ottime condizioni, fino al punto in cui abbiamo depositato le scarpette. Il cielo nel frattempo si è nuovamente schiarito e ci concediamo una pausa mentre ci spogliamo dei vestiti pesanti per indossare calzoncini e maglietta.
Ripresi i nostri passi, percorriamo interamente il filo di morena per poi attraversare la lingua nevosa e proseguire su terreno pietroso fino al Rifugio Ponti (34').
Da qui come per andata fino al parcheggio di Predarossa (1h16').
Montagna con splendido panorama e fattibile anche in giornata.
Via di salita molto divertente e mai troppo impegnativa.
<3 Predarossa <3
Decidiamo di tornare alle pendici del Monte Disgrazia dopo la rinuncia di inizio Giugno 2018.
Partiamo di buon ora dal parcheggio di Predarossa (ore 3:30 circa), mentre qualche altro escursionista di appresta a preparasi. Attraversiamo il lungo pianoro verde per poi salire il breve tratto che porta alla piana soprastante. Quando iniziamo a guadagnare quota in direzione Rifugio Ponti notiamo le luci di altri escursionisti che iniziano a mettere piede sul nevaio ai piedi del Disgrazia. Raggiunto il Rifugio Ponti (1h30') puntiamo a est mettendo piedi sulla pietraia fino a raggiungere la lingua nevosa appena sotto al morena. La neve è leggermente molle da facilitare l'avvicinamento al ghiacciaio. Ci fermiamo un momento a scattare qualche foto all'incredibile alba che si mostra davanti a noi: dapprima il cielo si colore di rosa, poi, a nord, il sole colpisce la parete nevosa e a sud la vetta risalta scura in un cielo infuocato.
Raggiungiamo i massi terminali della morena dove cambiamo scarpe con scarponi e calziamo i ramponi.
Nel frattempo ci raggiungono gli escursionisti incontrati al parcheggio e mentre anch'essi cambiano assetto, noi ci rimettiamo in cammino per raggiungere la base del Canale Schenatti. (2h20' dal Rifugio).
Le condizioni del canalone sono ben diverse da Giugno 2018. Non è un largo scivolo bianco ma un misto di neve e roccette. Per il primo tratto nevoso affondiamo in parte nella neve rigelata in superficie. Raggiunte le prime roccette saliamo individuando la parte più semplice, sebbene sia molto sfasciumosa. Proseguiamo leggermente verso sinistra passando per altre facili roccette per poi puntare a destra e risalire il pendio nevoso. Raggiungiamo altre rocce affioranti e con un delicato passaggio le superiamo rimettendo piede su ottima neve fino a raggiungere la cresta (1h38').
Sul filo di cresta assaporiamo il primissimo panorama e non posso che notare le condizioni della cresta essa ben diverse dal 2018. Infatti procediamo svelti su roccia, ben ripulita dalla neve. A sinistra la parete nord violata dall'uomo con una serie di gradini. Saranno i nostri amici Fabio e Luca?
Proseguiamo sulla facile cresta rocciosa e sul pendio nevoso che porta all'anticima. La vetta è vicinissima, mancava davvero poco 3 anni fa. Raggiungiamo il famoso "cavallo di bronzo" da cui stanno scendendo 3 alpinisti. Per non perdere tempo arrampichiamo il "cavallo" sul lato sinistro (passaggio max III). Ancora due passi e siamo in cima, da soli! (55')
Il cielo è blu e limpido, tutt'attorno individuiamo le cime a noi note e cerco in lontananza il Rifugio Carate (Valmalenco) pensando a Silvia.
Ripercorriamo la cresta a ritroso (55'), incontrando i 4 alpinisti saliti dalla via normale. Mentre ci avviciniamo alla cresta NE il cielo si annuvola e oscura la valle. Davanti a noi i 3 alpinisti incontrati al "cavallo di bronzo". La discesa è un susseguirsi di facili tratti di arrampicata e lunghi o brevi tratti nevosi, mai esposti. Procediamo lenti, in attesa che i 3 avanzino...non ci fanno passare... Raggiunta la sella in cresta svoltiamo nettamente a sinistra per scendere dal canalino terminale (breve tratto di roccia placcosa affiorante senza neve) e mettere piede sul ghiacciaio (1h10').
Scendiamo rapidi (28') dal ghiacciaio, ancora in ottime condizioni, fino al punto in cui abbiamo depositato le scarpette. Il cielo nel frattempo si è nuovamente schiarito e ci concediamo una pausa mentre ci spogliamo dei vestiti pesanti per indossare calzoncini e maglietta.
Ripresi i nostri passi, percorriamo interamente il filo di morena per poi attraversare la lingua nevosa e proseguire su terreno pietroso fino al Rifugio Ponti (34').
Da qui come per andata fino al parcheggio di Predarossa (1h16').
Montagna con splendido panorama e fattibile anche in giornata.
Via di salita molto divertente e mai troppo impegnativa.
<3 Predarossa <3
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Kommentare (8)