Pizzo di Prata 2727 m
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Il Pizzo di Prata la montagna che domina Chiavenna, a dispetto della quota relativamente bassa è una cima molto complicata e dai forti dislivelli in ambiente ostile. Alla fine mi decido di provare. Il canto del cigno per un pensionato pensavo.
Fortunatamente ora si può fare il ticket online per salire all'Alpe Pratella, cosicchè non dobbiamo aspettare l'apertura del Bar Nandino.
Parcheggiata l'auto nel parcheggio sterrato che domina Pratella 1030 scendiamo per il prato passando vicino a un enorme masso, fino alla sterrata tra le baite, che percorriamo in discesa fino a trovare i cartelli segnaletici in legno. Uno riporta anche Pizzo di Prata 5 ore, molto ottimista, forse se si conosce bene il complicato tracciato si può limare qualcosa ma non molto.
Si parte con un bel sentiero marcato nel bosco che ci fà rapidamente guadagnare quota e arriviamo al bel punto panoramico della Croce di Matra 1810, poi lungo un costone la traccia sale evidente, stando anche sotto costa a sinistra fino ad arrivare a una Selletta a quota 2020 circa, qui c'è un ometto e una nuova freccia blù che indica di svoltare a destra. Da qui si entra nel regno dell'incognito e di fà balla l'occ. Per quanto qualche segno quà e là si vede ancora, ma i passggi sono così rari che si potrebbe anche imboccare una traccia di pecore portandosi fuori via. I saliscendi sono notevoli. La traccia costeggia tutto il fianco sud dei monti Matra e Sparavera. Tra rododendri e ginepri c'è una discesa di 100 metri di dislivello si passa dalla base di un gran canalone poi altri saliscendi e una altra discesa da 100 metri per arrivare a una selletta dove foraggiavano delle pecore a detta di Nicola ( pastore di Prata ) è il Forcellin. Un bel posticino dove abbiamo una vista frontale sul Canalone del Purtun che dobbiamo affrontare. Scendiamo dal Forcellin nel sottostante fondovalle dove si congiungono i 2 canaloni, infatti a sinistra ne parte un altro ancora più orrido, ma il nostro è quello frontale. Passiamo a fianco di una bancata di neve residuo di valanga e attacchiamo la parte iniziale del Purtun. L'unico bollo che ci fà capire di essere sulla retta via è sulla sinistra ma si vede solo dopo un pò che ci si è inoltrati dentro. Inizialmente facile poi via via sempre più verticale e difficile con molti massi in bilico e tanti passaggi sul secondo grado, bisogna muoversi come felini ed essere molto guardinghi per via delle pietre che può muovere il compagno. A 2 terzi del canalone sulla parete di destra penzola una catena. Ottimo, ma la catena era corta e non arriva terra, bisogna arrampicare 3 metri per prenderla e in disarrampicata al ritorno può dare problemi. Siamo sul 3° grado e se non ci fosse la catena bisognerebbe scalare un masso in mezzo al canale ancora peggio. Ancora 50 metri di dislivello su passaggi con massi instabili e siamo fuori dal Canalone del Purtùn a 2250 m. Si respira, sbuchiamo su una ripida prateria. Subito sulla sinistra ci sono un paio di ometti, ci si alza in quella direzione. Il pratone è in una ripida conca, quando non si vedo più ometti bisogna puntare un gendarme ( roccione ) in alto e sul lato opposto della conca, sulla selletta a monte del gendarme c'è un ometto pitturato di rosso che è un passaggio chiave, siamo a quota 2376. Oltre la selletta, risalire i ripido pendio per lo più erboso, aiutati da qualche ometto e qualche raro bollo, si sale verso l altro fin quasi in cresta, si svolta a destra poi arrivati a una cimetta rocciosa si vede la cima del Prata, si scende leggermente a traversare per poi infilarsi in un canale con nevaio residuo che porta alla croce di vetta del Pizzo di Prata. Il Gps segna oltre 1900 metri positivi e 230 negativi da salire al ritorno. Saranno infine oltre 2100, dai teorici 1700 dalla quota di partenza a quella di vetta. Dopo le foto di rito. Incalzati dalla nuvolaglia iniziamo il lungo rientro che alla fine ci prenderà quasi il tempo dell'andata.
PS. Il canalone del Purtun è una roulette russa, non è adatto a gruppi numerosi, si muovono sassi e massi facilmente.
Fortunatamente ora si può fare il ticket online per salire all'Alpe Pratella, cosicchè non dobbiamo aspettare l'apertura del Bar Nandino.
Parcheggiata l'auto nel parcheggio sterrato che domina Pratella 1030 scendiamo per il prato passando vicino a un enorme masso, fino alla sterrata tra le baite, che percorriamo in discesa fino a trovare i cartelli segnaletici in legno. Uno riporta anche Pizzo di Prata 5 ore, molto ottimista, forse se si conosce bene il complicato tracciato si può limare qualcosa ma non molto.
Si parte con un bel sentiero marcato nel bosco che ci fà rapidamente guadagnare quota e arriviamo al bel punto panoramico della Croce di Matra 1810, poi lungo un costone la traccia sale evidente, stando anche sotto costa a sinistra fino ad arrivare a una Selletta a quota 2020 circa, qui c'è un ometto e una nuova freccia blù che indica di svoltare a destra. Da qui si entra nel regno dell'incognito e di fà balla l'occ. Per quanto qualche segno quà e là si vede ancora, ma i passggi sono così rari che si potrebbe anche imboccare una traccia di pecore portandosi fuori via. I saliscendi sono notevoli. La traccia costeggia tutto il fianco sud dei monti Matra e Sparavera. Tra rododendri e ginepri c'è una discesa di 100 metri di dislivello si passa dalla base di un gran canalone poi altri saliscendi e una altra discesa da 100 metri per arrivare a una selletta dove foraggiavano delle pecore a detta di Nicola ( pastore di Prata ) è il Forcellin. Un bel posticino dove abbiamo una vista frontale sul Canalone del Purtun che dobbiamo affrontare. Scendiamo dal Forcellin nel sottostante fondovalle dove si congiungono i 2 canaloni, infatti a sinistra ne parte un altro ancora più orrido, ma il nostro è quello frontale. Passiamo a fianco di una bancata di neve residuo di valanga e attacchiamo la parte iniziale del Purtun. L'unico bollo che ci fà capire di essere sulla retta via è sulla sinistra ma si vede solo dopo un pò che ci si è inoltrati dentro. Inizialmente facile poi via via sempre più verticale e difficile con molti massi in bilico e tanti passaggi sul secondo grado, bisogna muoversi come felini ed essere molto guardinghi per via delle pietre che può muovere il compagno. A 2 terzi del canalone sulla parete di destra penzola una catena. Ottimo, ma la catena era corta e non arriva terra, bisogna arrampicare 3 metri per prenderla e in disarrampicata al ritorno può dare problemi. Siamo sul 3° grado e se non ci fosse la catena bisognerebbe scalare un masso in mezzo al canale ancora peggio. Ancora 50 metri di dislivello su passaggi con massi instabili e siamo fuori dal Canalone del Purtùn a 2250 m. Si respira, sbuchiamo su una ripida prateria. Subito sulla sinistra ci sono un paio di ometti, ci si alza in quella direzione. Il pratone è in una ripida conca, quando non si vedo più ometti bisogna puntare un gendarme ( roccione ) in alto e sul lato opposto della conca, sulla selletta a monte del gendarme c'è un ometto pitturato di rosso che è un passaggio chiave, siamo a quota 2376. Oltre la selletta, risalire i ripido pendio per lo più erboso, aiutati da qualche ometto e qualche raro bollo, si sale verso l altro fin quasi in cresta, si svolta a destra poi arrivati a una cimetta rocciosa si vede la cima del Prata, si scende leggermente a traversare per poi infilarsi in un canale con nevaio residuo che porta alla croce di vetta del Pizzo di Prata. Il Gps segna oltre 1900 metri positivi e 230 negativi da salire al ritorno. Saranno infine oltre 2100, dai teorici 1700 dalla quota di partenza a quella di vetta. Dopo le foto di rito. Incalzati dalla nuvolaglia iniziamo il lungo rientro che alla fine ci prenderà quasi il tempo dell'andata.
PS. Il canalone del Purtun è una roulette russa, non è adatto a gruppi numerosi, si muovono sassi e massi facilmente.
Tourengänger:
Antonio59 !

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Kommentare (17)