L'idea mi era venuta in mente nella scorsa escursione all'Alpe Cermine, che si trova grossolanamente di fronte, sul lato decisamente più soleggiato della Valchiavenna, ricordavo bene una vecchia escursione di
danicomo ed una più recente di Francytrek.
Contatto con l'aiuto dell'amico Imerio (che poi non sarà con noi) il gentile rifugista, il sig. Pierluigi, ci conferma che possiamo accedere previo il ritiro delle chiavi al Bar Nandino a Prata, e che normalmente le chiavi le danno a persone di fiducia.
Dopo le giuste raccomandazioni mi chiede che giro vogliamo fare : la salita da Pratella e la discesa da Lottano.
Non conoscendoci ci sconsiglia il sentiero da Pratella (è brutto ci dice), piuttosto salite da Lottano, salendo in auto decisamente più in alto.
Ma rispondo che il giro diventava troppo corto e che non siamo completamente sprovveduti.
Ritirate le chiavi al bar, saliamo per un breve tratto sulla strada che porta anche ad Uschione, attraversiamo il ponte e saliamo in auto al primo parcheggio in Via San Cristoforo.
Siamo in ombra e saremo in ombra per gran parte della mattinata, quindi un pò di freschino.
Dopo un breve tratto su asfalto imbocchiamo la mulattiera seguendo le indicazioni per Pratella.
Attraversiamo diversi nuclei di baite, nella prima parte tra boschi di castano poi salendo faggi e poi abeti, fino a Pratella, un paesino magnifico con la sua chiesetta ed un nucleo di baite distribuire su di un pianoro erboso. Siamo a 1000m ne abbiamo già saliti 600, e facciamo sosta merenda.
Proseguiamo seguendo le precise indicazioni per il Rifugio il Biondo, una piccola incongruenza proprio a Pratella, su una freccia in legno indica 1:15 mentre la palina CAI a fianco indica 2h, due valori ben diversi per due indicazioni poste ad 1mt l'una dall'altra.
Inizia un bel sentiero che per 1km percorre quasi in piano o lieve salita attraversando boschi di abeti, verso valle è molto ripido ma quasi sempre affiancato da alberi, in alcuni tratti aperti o attraversando dei canali con ruscelli ci sono funi di acciaio, utili se si trova del ghiaccio, non è il caso di oggi, comunque utili per sicurezza.
In alcuni tratti si trovano parapetti di legno o pali verticali di ferro con fune passamano.
Niente di pericoloso ma certamente non adatto a tutti, era probabilmente questo che il rifugista voleva intendere.
Raggiunta località Sciarscinada inizia un tiro molto verticale per risalire circa 200mt su di un costone, non c'è esposizione ma è veramente ripido.
Toccata la massima altitudine di 1375mt si iniza a traversare in discesa, dove troviamo i primi accumuli seri di neve, Francesco è avanti al guado (punto chiave) e ci consiglia caldamente di calzare i ramponcini.
Proseguiamo ramponati, alternando neve a tratti aperti o pietrame, poi scendiamo su neve dura e ghiacciata al passaggio chiave "il guado".
Si deve attraversare il torrente Schiesone, in un punto pianeggiante su roccia, in estate non presenta problemi, ma la neve o una forte portata del torrente per le pioggie potrebbe rendere l'attraversamento più complicato.
Si deve scendere una decina di metri molto ripidi, è stata messa una catena ma è sommersa dalla neve e non si riesce a disincastrare, con calma e seguendo le orme dei primi arriviamo al torrente che attraversiamo su un ponte di neve che regge il nostro dolce peso.
Risalito il versane opposto in breve siamo alla radura di Prà Baffone 1320m, dove in centro la bella struttura del Rifugio "Il Biondo".
Il rifugio inaugurato nel 2001, realizzato ristrutturando una baita in rovina ad opera del Consorzio forestale di Prata Camportaccio e del CAI di Barzanò in Brianza, è intitolato a Luigi Viganò, un forte alpinista socio e sostenitore di questo CAI, soprannominato Il Biondo, scomparso tragicamente nel 1994 mentre tentava di salire la parete nord del Pizzo di Prata, la vetta più alta di questa valle, la Val Schiesone.
Devo anche aggiungere che questa vetta ha una triste fama, non solo per diversi incidenti sulle sue aspre pareti, ma anche per misteriosi "fatti" documentati in un libro "Racconti di Crinale" , il probabile primo scalatore, il sacerdote Don Buzzetti, scomparve misteriosamente dopo la sua solitaria impresa al Pizzo di Prata nel 1920, forse in Val Codera.

Torniamo al rifugio, sarà la neve alta, sarà il sole stupendo di oggi ma sembra tutto troppo bello.
E' molto presto, siamo arrivati alle 10:50, accendiamo la stufa ma stiamo per ben 1h all'esterno a goderci il sole caldo, sopra di noi l'imponente Pizzo di Prata.
L'interno del rifugio è veramente curato, stufa a legna e stufa a gas, lavandino (acqua chiusa in inverno ma c'è una bella fontana con acqua corrente all'esterno). Al piano superiore la camerata con 14 posti letto.
Sia io che Francesco abbiamo commentato che non ha nulla da invidiare a molti dei rifugi in Svizzera che conosciamo, chiaro indice della cura e della manutenzione, ed anche della educazione dei suoi visitatori, speriamo che si mantenga così.

Pranzo in rifugio con i panini, ma anche dolci, vino e spumante, caffè e grappette, non sono mancati i popcorn come aperitivo.
Dopo pranzo, pulizie e lasciato un giusto contributo (sono rischiesti 10€ per il pernottamento), ci prepariamo per partire.
Abbiamo previsto un giro ad anello, con ritorno da Lottano, è sicuramente un sentiero più semplice e frequentato. Teniamo i ramponi ma per un brevissimo tratto, il percorso è quasi tutto al sole.
Passiamo numerosi nuclei di baite, in gran parte ben sistemate, ovunque dove si trova un tratto prativo o un piccolo terrazzo ci sono belle baite.
Scendendo incrociamo la strada, ma scegliamo sempre il sentiero che taglia numerosi tornanti.
Raggiungiamo Lottano (scendendo seguire sempre le indicazioni per Lottano), è un bellissimo nucleo di baite in un pianoro aperto, merita una breve sosta.
Proseguiamo su mulattiera scendendo verso Prata, incrociamo la strada in località Cà Bianca a 460m, da qui si scende necessariamente su strada asfaltata.
Un particolare curioso, scendendo incrociamo due simpatici signori con qualche anno più di noi che stanno lavorando la campagna usando un APE blu, ci fermiamo a chiaccherare e ci chiedono se siamo noi quelli che stamattina sono saliti al Biondo da Pratella ... quando si dice voci di paese :-)
Arrivati al ponte risaliamo in pochi minuti al parcheggio.
Direi una bellissima escursione, magnifico l'ambiente penso poco frequentato, almeno dal nostro lato di salita.
Sentieri ottimi e ben segnalati (qualche errore nei tempi indicati, sicuramente uno a Pratella ed uno scendendo che indicava Prata ad un tempo brevissimo) quella giusta dose di selvatico, la salita da Pratella non è proprio per tutti-tutti, ho messo alcune foto lascio a voi giudicare.
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