Val di Bares, una valle per pochi...
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Descrizione: per quanto sia ampia e dal notevole sviluppo, la Val di Bares è tra le valli meno conosciute della catena dei Muncech. Dai caratteri similari della vicina Valle del Dosso, presenta il duplice aspetto orografico di valle fluviale verso l'imbocco, incisa in un profondo solco, e di valle glaciale dalla parte mediana, dove il torrente scorre su scenografiche placche levigate tra le tranquille faggete e le dolci praterie. I sovrastanti fianchi, ripidi e talora dirupati, sono sovente graffiati da rigole torrentizie e conferiscono ai pendii il caratteristico aspetto di canne d'organo. La testata della valle è chiusa dalla slanciata sagoma del Pizzo Ledù e dalla costiera occidentale del Sasso Canale. Gli alpeggi sono tutti abbandonati e diroccati: è una valle che regala ampi spazi di solitudini e silenzi. La frequentazione è molto scarsa e i vecchi sentieri stanno scomparendo.
Commenti: con la Valdi Bares avevamo un “conto aperto”, ovvero da quando a febbraio dello scorso anno avevamo provato ad arrivarci partendo però da Montalto (sopra Gera Lario), ma senza successo, a causa della lunghezza dell’itinerario; l’escursione ci era però ben servita ad inquadrare la zona ed avevamo capito che, se volevamo entrare in Valdi Bares, dovevamo farlo dal suo ingresso principale, ovvero da Dangri (Valle di Livo).
Arrivati a Livo di buon’ora e bevuto un caffè all’unico bar presente, abbiamo fatto il biglietto (macchinetta automatica in una nicchia nel muro del Comune di Livo: 1€) per percorrere la stradina cementata e sterrata che ci ha condotti al Crotto Dangri.
Da Dangri (642m) si supera il ponte e si prende subito il sentiero che sale alle case di Provego(919 m) quindi, superato il torrente della Valle di Semeda, si raggiunge Pianezzola (930m); il sentiero entra quindi alto nella destra idrografica della Val di Bares e con lungo mezzacosta raggiunge le dirute cascine di Bares(1247m).
Da qui il sentiero prosegue poco visibile (tracce e ometti) rimanendo sempre sulla destra idrografica sino ad un pendio franato: qui ci si sposta nell'alveo del torrente e si prosegue sin oltre il tratto franato, quindi si ritorna sulla destra idrografica dove ricompare una traccia che, comodamente, oltrepassando un grosso masso isolato (1450m ca), conduce all'ampio pianoro dell‘Alpe Alterno (Curt d'Antèrn, 1506 m).
Dall’Alpe Alterno siamo risaliti sul pendio retrostante e, dopo aver lasciato gli zaini presso un grosso masso acuminato, abbiamo fatto un timido tentativo di salire per intercettare l’Alta Via del Lario, ma dopo aver risalito brevemente un ripido pendio, abbiamo dovuto desistere perché la via era interrotta da un profondo canalone.
Ritornati al masso abbiamo finalmente pranzato concedendoci la giusta sosta; ritorno per lo stesso itinerario.
La Valdi Bares è in effetti poco conosciuta e poco frequentata (è più conosciuta dagli amanti del canyoning che dagli escursionisti) e nella parte alta regala comunque grandi panorami e possibilità di belle salite su cime selvagge.
Molto belli e particolari gli scorci lungo il torrente, dove le caratteristiche striature bianche e nere conferiscono all’ambiente una scenografia molto particolare.
Cammino effettivo di circa 6,5 ore per 1200 m di dislivello superarto; meteo ottimale.
Filmato di Giordano visibile cliccando qui
Commenti: con la Valdi Bares avevamo un “conto aperto”, ovvero da quando a febbraio dello scorso anno avevamo provato ad arrivarci partendo però da Montalto (sopra Gera Lario), ma senza successo, a causa della lunghezza dell’itinerario; l’escursione ci era però ben servita ad inquadrare la zona ed avevamo capito che, se volevamo entrare in Valdi Bares, dovevamo farlo dal suo ingresso principale, ovvero da Dangri (Valle di Livo).
Arrivati a Livo di buon’ora e bevuto un caffè all’unico bar presente, abbiamo fatto il biglietto (macchinetta automatica in una nicchia nel muro del Comune di Livo: 1€) per percorrere la stradina cementata e sterrata che ci ha condotti al Crotto Dangri.
Da Dangri (642m) si supera il ponte e si prende subito il sentiero che sale alle case di Provego(919 m) quindi, superato il torrente della Valle di Semeda, si raggiunge Pianezzola (930m); il sentiero entra quindi alto nella destra idrografica della Val di Bares e con lungo mezzacosta raggiunge le dirute cascine di Bares(1247m).
Da qui il sentiero prosegue poco visibile (tracce e ometti) rimanendo sempre sulla destra idrografica sino ad un pendio franato: qui ci si sposta nell'alveo del torrente e si prosegue sin oltre il tratto franato, quindi si ritorna sulla destra idrografica dove ricompare una traccia che, comodamente, oltrepassando un grosso masso isolato (1450m ca), conduce all'ampio pianoro dell‘Alpe Alterno (Curt d'Antèrn, 1506 m).
Dall’Alpe Alterno siamo risaliti sul pendio retrostante e, dopo aver lasciato gli zaini presso un grosso masso acuminato, abbiamo fatto un timido tentativo di salire per intercettare l’Alta Via del Lario, ma dopo aver risalito brevemente un ripido pendio, abbiamo dovuto desistere perché la via era interrotta da un profondo canalone.
Ritornati al masso abbiamo finalmente pranzato concedendoci la giusta sosta; ritorno per lo stesso itinerario.
La Valdi Bares è in effetti poco conosciuta e poco frequentata (è più conosciuta dagli amanti del canyoning che dagli escursionisti) e nella parte alta regala comunque grandi panorami e possibilità di belle salite su cime selvagge.
Molto belli e particolari gli scorci lungo il torrente, dove le caratteristiche striature bianche e nere conferiscono all’ambiente una scenografia molto particolare.
Cammino effettivo di circa 6,5 ore per 1200 m di dislivello superarto; meteo ottimale.
Filmato di Giordano visibile cliccando qui
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