Da Pianazzola a Perandone


Publiziert von cai56 , 16. Juni 2021 um 17:11. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:13 Juni 2021
Wandern Schwierigkeit: T3+ - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 3:30
Aufstieg: 650 m
Abstieg: 650 m
Strecke:Andata e ritorno 5 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Milano a Chiavenna lungo la statale 36; alla rotonda principale della città si imbocca - in direzione St. Moritz - il Viale Maloggia. Dopo poche centinaia di metri si svolta a sinistra verso la frazione Pianazzola, che si raggiunge dopo pochi km di percorso a tornanti. Parcheggio non abbondante al termine della strada.

Escursione introduttiva ai selvaggi alpeggi del versante settentrionale dell'imbocco della Val Bregaglia, alla dirupata base del Pizzo Guardiello; attualmente le costruzioni sono tutte ridotte a rudere, fatta eccezione per un paio di baite mantenute in accettabili condizioni dai cacciatori come base per le battute agli ungulati. Anche il sentiero - comunque a tratti parecchio esposto - è facilmente percorribile, talora attrezzato con cavi e catene, bollato di rosso con parsimonia, ma sempre in modo efficace. Al di là dell'interesse ambientale (si sale costantemente in un bosco arido misto a prevalenza di querce e pini silvestri), all'arrivo è spettacolare il punto di vista panoramico su Chiavenna e la sua piana, con un primo piano sui versanti settentrionali del Pizzo di Prata e della prime vetta della Val Codera.
Oltrepassato il livello di Perandone l'ambiente diventa di molto più difficile percorribilità, anche se esistono labili tracce di passaggio (oltre a quelle animali), confortate da rarissimi ed antichi bolli di vernice, pochi ometti di pietre e qualche taglio di rami o alberi caduti. Noi abbiamo fatto un tentativo sul percorso più evidente, ma, con la preoccupazione e l'attenzione di memorizzare il percorso e con la scarsa abitudine ad orientarsi nel folto della foresta, abbiamo perso - per poche decine di metri e senza nemmeno accorgercene - la possibilità di effettuare un bell'anello sul percorso Pianazzola-Perandone-Gualdo-Lagunc-Dalò-Pianazzola. Viste le caratteristiche dei luoghi, non allego la traccia GPS (peraltro disponibile).

Dal piazzale di parcheggio si prosegue a fondo strada scendendo per un paio di tornanti fino all'altezza della chiesa: da qui parte la via per Campedello (sede del bellissimo Palazzo Vertemate Franchi); oltrepassato un rustico lavatoio (notare le colonne di pietra ollare sagomate a scalpello) ed una breve risalita con corrimano, il sentiero scorre pianeggiante nel bosco fino a raggiungere il bivio per Pian Forzin. Si sale quindi a sinistra e subito si riconosce la caratteristica principale dei sentieri bregagliotti, che non stanno tanto a dilungarsi sul pendio con curve e tornanti, ma lo risalgono molto efficacemente con lunghe scalinate verticali; in questo modo si attraversa rapidamente la foresta di castagni e si raggiungono i terrazzamenti di Pian Forzin, che sul più alto ospitano una baita con portico. [E' in commercio da Liasys un romanzo per bambini "Il mistero di Pian Forzin", 2017, molto realistico nel testo e nelle illustrazioni]. Da qui il sentiero  - come detto, visibile e bollato - si porta a risalire la costa destra della Valle Rossa attraversando le rocce sparse del Dosso della Marcia, che culmina più ad ovest a Q1372: il punto principale è il facile passaggio di pochi metri di una placca inclinata, per poi proseguire in traverso fino ad una lunga valletta; la si risale in verticale a fianco della estesa placconata che ne costituisce il fondo seguendo decine di metri di una corda fissa che probabilmente si rende indispensabile quando una cascata stagionale la percorre (accumuli di detriti vegetali e sassi fanno propendere per qualcosa del genere). Al culmine della placca si attraversa mediante una passerella di tronchi e si prosegue in cengia rocciosa - ancora cavo - fino a raggiungere un pulpito roccioso panoramicissimo: appare piuttosto recente la costruzione al culmine di una piccola cappella votiva. Volte le spalle al panorama, si prosegue lungo una comoda cresta rocciosa e radamente boscosa per poi scendere a destra in un lungo e delicato traverso della Valle Dragonera: nessuna difficoltà, ma il terreno inclinato e la consistenza polverosa del fondo non infondono sicurezza di stabilità. Una più comoda salita nel bosco accompagna fino alla baita bassa di Perandone, ancora parzialmente utilizzata, dove si può ammirare l'intero balcone composto da tre sole lastre di pietra. L'intero alpeggio si sviluppa su tre livelli di quota progressiva e tutto il bosco porta residui di muri a secco che componevano terrazzamenti; la traccia si disperde (o si moltiplica...) e il modo più efficace di raggiungere le baite alte è seguire, sulla sinistra a margine di un bosco più fitto e scosceso, una recinzione di filo spinato - per la gran parte abbattuto al suolo - che accompagna, oltrepassati due ruderi intermedi, fino alla base di rocce che sostiene l'ultimo e più occidentale livello. Inutile scalare le rocce rotte, perchè aggirandole sulla destra si trova una buona traccia che permette di raggiungere il terrazzo terminale con quanto resta di parecchie costruzioni.
Ritorno per la via di andata.

Tourengänger: cai56, chiaraa


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