Traversata Martello-Caurga-Campanile
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Giro stupendo in un ambiente assai poco frequentato che riempie tutto di un gran senso di avventura.
Il sentiero è molto chiaro fino alla Zeb, ma il bivacco può essere baipassato riducendo di un po sia sviluppo che dislivello.
Dal sentiero che conduce allo zeb si stacca quello che porta alla bocchetta di Agnon anche se è assai poco chiaro e quasi sempre solamente una traccia.
Arrivati alla bocchetta inizia il divertimento vero e proprio e, prendendo il filo della cresta, si procede facilmente (max I) fino alla cima del Piz Martel (un poco di neve dura gli ultimi 30 metri ci costringe a ramponare).
Da questa cima comincia la traversata che porta prima al pizzo Caurga e poi al Campanile. Quasi tutta la via avviene per il filo di cresta che si abbandona solo per superare per cenge sul versante sud il Fil del Martel: poco prima del Pizzo Campanile si eleva questo sperone roccioso impossibile da non riconoscere di una difficoltà decisamente superiore a quella del resto della via che, per io più, è decisamente meglio evitare.
Superato il Fil del Martel, arrampicando senza più grosse difficoltà si arriva infine al Pizzo Campanile.
Per la traversata vanno messi in conto passaggi di circa III, due doppie di circa 10 l'una da attrezzare autonomamente, e l'assenza totale di chiodi, segnali e aiuti vari. Lungo il percorso si trovano alcuni vecchi cordini logori ai quali abbiamo deciso di non fare affidamento (ai quali ora si aggiungono alcuni dei nostri).
Arrivati al Pizzo Campanile si ha l'idea della fine delle difficoltà: in realtà, a nostro avviso il pezzo più complicato comincia ora (abbiamo forse sbagliato percorso??). Pur avendo difficoltà tecniche decisamente superiori, lungo la cresta si ha sempre ben chiaro quale sia il tracciato da seguire. La discesa dal pizzo avviene invece sempre per ripidi versanti erbosi alternati a cenge e saltini in roccia che mancano di una via vera e propria.
Le relazioni suggeriscono di scendere dapprima per il versante sud-ovest per superare la sommità rocciosa del pizzo per poi tagliare da ovest ad est per cenge e roccette puntando alla bocchetta di Lavreno.
Diversi cordini abbandonati possono confondere la via (alcuni suggeriscono calate in corda doppia per canalini dei quali però non è possibile stimare l'altezza), ma il percorso a noi più agevole è sembrato quello di tagliare per cenge tutto il versante sud del Pizzo per poi calarsi con una breve doppia alla bocchetta di Lavreno.
Dalla bocchetta si scendono gli sfasciumi per poi rintracciare le tracce di sentiero che portano a valle.
Giro veramente meraviglioso che regala emozioni dall'inizio alla fine. Indispensabile avere 30 metri di corda ed un surplus di cordini per proteggere la via, attrezzare le doppie ed, eventualmente, abbandonarne qualcuno.
Nota: il grado AD a nostro parere è abbastanza meritato. I passaggi di arrampicata non sono mai difficili, però la totale mancanza di attrezzatura in posto, la difficoltà in alcuni punti nel trovare la via e la lunghezza del percorso rendono tutta la traversata abbastanza complessa e faticosa. Per fare un esempio, reputiamo questa via nel suo complesso decisamente più impegnativa che qualcosa tipo la cresta integrale del soldato alla piramide Vincent.
Marco e Francesco
Il sentiero è molto chiaro fino alla Zeb, ma il bivacco può essere baipassato riducendo di un po sia sviluppo che dislivello.
Dal sentiero che conduce allo zeb si stacca quello che porta alla bocchetta di Agnon anche se è assai poco chiaro e quasi sempre solamente una traccia.
Arrivati alla bocchetta inizia il divertimento vero e proprio e, prendendo il filo della cresta, si procede facilmente (max I) fino alla cima del Piz Martel (un poco di neve dura gli ultimi 30 metri ci costringe a ramponare).
Da questa cima comincia la traversata che porta prima al pizzo Caurga e poi al Campanile. Quasi tutta la via avviene per il filo di cresta che si abbandona solo per superare per cenge sul versante sud il Fil del Martel: poco prima del Pizzo Campanile si eleva questo sperone roccioso impossibile da non riconoscere di una difficoltà decisamente superiore a quella del resto della via che, per io più, è decisamente meglio evitare.
Superato il Fil del Martel, arrampicando senza più grosse difficoltà si arriva infine al Pizzo Campanile.
Per la traversata vanno messi in conto passaggi di circa III, due doppie di circa 10 l'una da attrezzare autonomamente, e l'assenza totale di chiodi, segnali e aiuti vari. Lungo il percorso si trovano alcuni vecchi cordini logori ai quali abbiamo deciso di non fare affidamento (ai quali ora si aggiungono alcuni dei nostri).
Arrivati al Pizzo Campanile si ha l'idea della fine delle difficoltà: in realtà, a nostro avviso il pezzo più complicato comincia ora (abbiamo forse sbagliato percorso??). Pur avendo difficoltà tecniche decisamente superiori, lungo la cresta si ha sempre ben chiaro quale sia il tracciato da seguire. La discesa dal pizzo avviene invece sempre per ripidi versanti erbosi alternati a cenge e saltini in roccia che mancano di una via vera e propria.
Le relazioni suggeriscono di scendere dapprima per il versante sud-ovest per superare la sommità rocciosa del pizzo per poi tagliare da ovest ad est per cenge e roccette puntando alla bocchetta di Lavreno.
Diversi cordini abbandonati possono confondere la via (alcuni suggeriscono calate in corda doppia per canalini dei quali però non è possibile stimare l'altezza), ma il percorso a noi più agevole è sembrato quello di tagliare per cenge tutto il versante sud del Pizzo per poi calarsi con una breve doppia alla bocchetta di Lavreno.
Dalla bocchetta si scendono gli sfasciumi per poi rintracciare le tracce di sentiero che portano a valle.
Giro veramente meraviglioso che regala emozioni dall'inizio alla fine. Indispensabile avere 30 metri di corda ed un surplus di cordini per proteggere la via, attrezzare le doppie ed, eventualmente, abbandonarne qualcuno.
Nota: il grado AD a nostro parere è abbastanza meritato. I passaggi di arrampicata non sono mai difficili, però la totale mancanza di attrezzatura in posto, la difficoltà in alcuni punti nel trovare la via e la lunghezza del percorso rendono tutta la traversata abbastanza complessa e faticosa. Per fare un esempio, reputiamo questa via nel suo complesso decisamente più impegnativa che qualcosa tipo la cresta integrale del soldato alla piramide Vincent.
Marco e Francesco
Tourengänger:
francesc92,
Marco_92
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