Piz Martel (2450m) : bella e selvaggia Valle del Dosso
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http://www.alpen-panoramen.de/panorama.php?pid=4416
Partiamo da Caiasco alle 06.55 alla luce delle frontali; risaliamo di buona lena e in 55 minuti siamo al ponte di Madri; ora si inizia a salire davvero; il doppio guado del torrente non è un problema, ad inizio estate lo può essere per lo scioglimento dei nevai che qui resistono a lungo. Manchiamo però il passaggio all'Alpe Mugium, per cui non imbocchiamo la traccia che, per quanto timida, porta ai ruderi dell'Alpe Caurga.
Ricordo comunque il cammino, per cui, avendo anche come riferimento il "famoso" pinetto che si staglia sul cielo tante volte ricordatoci dal Paolino, imbocchiamo il canalino che è appena a dx del costolone dove passa la traccia, e senza alcun problema arriviamo alla Caurga. Percorriamo per poche decine di metri l'Alta Via del Lario in direzione Capanna Como, giusto quello che serve per uscire dalla valletta dove corre il torrente, e risaliamo su traccia libera verso la Bocchetta di Cama. Il panorama intorno a noi è splendido per chi ama i luoghi solitari e selvaggi, mentre il lago di Como e tutta la piana sono coperti dalle nuvole; escono solo le Grigne e, forse, un pò dietro il Resegone. La risalita fuori traccia è molto faticosa, anche se per nulla complicata; incontriamo poi dei bolli bianco-rossi che non c'erano qualche anno fa, evidentemente il percorso che congiunge la Capanna Como con il rifugio Alp d'Agnon e la val di Cama via Bocchetta di Cama è stato marcato (e ne avremo la conferma più tardi, vedendo le catene messe appena valicata la Bocchetta). Poco dopo lasciamo però il cammino marcato per risalire in modo più diretto verso la croce di vetta, che intravediamo da sotto. Risaliamo un pendio bello ripido ma non particolarmente ostico e giungiamo in cresta a pochi minuti dalla vetta, alla quale arriviamo tramite un sentierino di capre. Siamo tutti molto soddisfatti, anche perchè sono le 10.50, per cui abbiamo impiegato poco meno di 4 ore, pensavamo di impiegarne almeno una in più. Il meteo è ottimo e ci fermiamo una mezz'oretta, ma per il pranzo decidiamo di scendere per toglierci il primo tratto, che resta comunque il più ostico; questa volta seguiamo di più la cresta, anche se a un certo punto Suni sembra non volerne sapere ed insiste per ritornare dalla via d'andata; tagliamo poi sul pendio ed arriviamo alla bocchetta di Cama, e poco sotto di essa ci fermiamo per la pausa, con un bel sole che ci scalda ancora per bene. Per la discesa all'Alpe Caurga restiamo nel valloncello, che è percorribile senza troppi problemi; questa volta prendiamo la traccia che, per quanto esile, ci porta alla Mugium e poi a prendere quella più marcata una volta effettuato il primo guado. Adesso siamo entrati anche noi nelle nubi basse che sono penetrate pure nella valle, ma pian piano si diradano e così arriviamo in totale relax al ponte di Madri e poi all'auto.
Escursione davvero bella in una valle che merita di essere rivisitata, di interessanti cime fattibili ce ne sono altre.


Appena arrivato in vetta, esclamo: wow, che meraviglia!!
Un mare di nuvole basse copre il Lario. Il gruppo delle Grigne emerge... sembra quasi l'isola di Montecristo vista da lontano! A est una catena di creste frastagliate con denti molto affilati, il pizzo Campanile e la cresta della Gratella.
Verso la Svizzera è limpido. Il lago di Cama, come una perla, è proprio sotto di noi... splendido! Il Pizzo Paglia si mostra imponente e interrompe la visuale a ovest.
Chi ama la solitudine e desidera un posto per contemplare ha trovato il suo luogo! Il percorso per arrivarci da Caiasco è abbastanza intuitivo perchè si sviluppa per buona parte in prossimità del maggiore corso d'acqua. Però, forse per la mancanza di un sentiero marcato, è facile non incontrare anima viva per tutta la giornata.
Per quanto riguarda la nostra di giornata, ci sono stati momenti divertenti, altri un po' agitati.
Di divertente ricordo quando all'unisono abbiamo concordato, parlando di dislivello, che non tutti i metri sono uguali...
Di agitato invece è quando, in discesa, la Suni ha fatto di tutto per farci capire che stavamo sbagliando strada (secondo lei) e si è buttata a capofitto nel canalino da dove siamo saliti, scomparendo per alcuni minuti dalla nostra vista.
Rientriamo soddisfatti per aver visitato una zona un po' singolare, una cima a martello e una Valle con la V maiuscola (da cui ne prende la forma...); una giornata di sole che ricorderemo con piacere in questo freddo inverno.
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