Pizzo Campanile 2458 m.
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Il Pizzo Campanile è una delle cime più rappresentative dell' Alto Lario.Sono anni che la osservo la scruto con tutto il suo anfiteatro che lo circonda, ma non ho mai avuto il coraggio di salirla. Dopo aver letto numerose recensioni sulle Guide tutte impegnative decido per la via normale la più adatta a me, ma non per niente banale dovuta alla ricerca della via giusta senza andarsi ad incasinare con passaggi off limite. Partiamo da Caiasco con
AleC prima del sorgere del sole e dopo qualche chilometro alle mie spalle spunta Giordano che anche lui con la nostra stessa meta... Risaliamo insieme la Valle del Dosso passando dal Ponte di Madri e dall'alpe Madri dove trovo il mio amicio alpigiano Luca Bassi intento a scendere a valle per raccogliere il fieno (a breve ho in programma un bel giro per creste.."La cresta della Scatta" (queste sono le sue montagne). Proseguiamo e oltrepassiamo il fiume Liro un po' secco in alcuni punti in questo periodo e tra un masso e l'altro chi ti spunta anche...il Mario Bassi il "Re della Semuda" dell' Alto Lario (tipico formaggio di queste zone prodotto ancora in questo alpeggio lontano lontano, dove se ti viene a mancare il mulo, come gli e' successo l' anno scorso sei fregato ... l' alpeggio chiude e la stagione va a "remengo" d' altronte chi porta le forme a valle???).
Proseguiamo entrando nell' Alta valle del Dosso selvaggia dove il sentiro incomincia a essere meno evidente. Prendiamo di riferimento come mi è sempre stato detto l' unico pinetto presente prima del risalto roccioso dell'alpe Caurga. Qui ci sono 2 possibilita o si risale il fiume come ho sempre fatto o come da foto , leggermente esposto si risale vicino al pinetto. Qui Ale incomincia a perdere il passo e arrivato all'alpe decide di stazionare e di osservarci durante la risalita .Da qui passa l' Alta via, io e Giordano l'abbandoniamo e a percorso intuitivo ci dirigiamo alla base del pizzo alla visibile cengia che si alza da destra verso sinistra in diagonale . La risaliamo , sembra quasi un sentierino, forse grazie al passaggio delle capre. Quando finisce la cengia ci troviamo immersi nel ripido versante con delle belle rocce. Continuiamo portandoci a destra passando dei gradini di roccia , raggiungendo una sella. Seguiamo la cresta la scavalchiamo leggermente e il gioco é fatto (qualche passaggio di primo e di secondo (se si sbaglia direzione).
Vetta.
Purtroppo il tempo come dal video non è azzeccato non si vede un granchè, ma quello che m'importa è che salendo a furia di fare ometti per ricordarci la via di ritorno l' abbiamo segnata !!!
Foto di rito e scendiamo ricercando con facilita gli ometti, piccoli, ma utili...Raggiungiamo Ale alla base del Pizzo che nel frattempo ha raggruppatto una marea di pecore ahahah!!!!!!!!!!!... Qui ci salutiamo con Giordano che per impegni familiari deve scendere e... che dire Giordano tanti auguri per le tue prossime Cime... magari anche assieme..
Con molta calma scendiamo gustandoci con gli occhi la valle e prima dell'alpe di Madri, "bagnetto nel Liro".
Non finisce qui... come da promessa passo dal Bassi a salutarlo dove tra una fetta di salame e qualche fetta di Semuda, i racconti vanno all'anno trascorso senza il suo fido compagno. Arrivano poi all'alpeggio i due camosci gemelli che si sono meritati un servizio fotografico....
Il tempo passa... Salutiamo, ripercorriamo i nostri passi e giunti alla macchina ritorniamo a Nobiallo con la cima nello zaino dove ci attende ancora un altro bagno rifrescante a lago prima della meritata cena...

Proseguiamo entrando nell' Alta valle del Dosso selvaggia dove il sentiro incomincia a essere meno evidente. Prendiamo di riferimento come mi è sempre stato detto l' unico pinetto presente prima del risalto roccioso dell'alpe Caurga. Qui ci sono 2 possibilita o si risale il fiume come ho sempre fatto o come da foto , leggermente esposto si risale vicino al pinetto. Qui Ale incomincia a perdere il passo e arrivato all'alpe decide di stazionare e di osservarci durante la risalita .Da qui passa l' Alta via, io e Giordano l'abbandoniamo e a percorso intuitivo ci dirigiamo alla base del pizzo alla visibile cengia che si alza da destra verso sinistra in diagonale . La risaliamo , sembra quasi un sentierino, forse grazie al passaggio delle capre. Quando finisce la cengia ci troviamo immersi nel ripido versante con delle belle rocce. Continuiamo portandoci a destra passando dei gradini di roccia , raggiungendo una sella. Seguiamo la cresta la scavalchiamo leggermente e il gioco é fatto (qualche passaggio di primo e di secondo (se si sbaglia direzione).
Vetta.
Purtroppo il tempo come dal video non è azzeccato non si vede un granchè, ma quello che m'importa è che salendo a furia di fare ometti per ricordarci la via di ritorno l' abbiamo segnata !!!
Foto di rito e scendiamo ricercando con facilita gli ometti, piccoli, ma utili...Raggiungiamo Ale alla base del Pizzo che nel frattempo ha raggruppatto una marea di pecore ahahah!!!!!!!!!!!... Qui ci salutiamo con Giordano che per impegni familiari deve scendere e... che dire Giordano tanti auguri per le tue prossime Cime... magari anche assieme..
Con molta calma scendiamo gustandoci con gli occhi la valle e prima dell'alpe di Madri, "bagnetto nel Liro".
Non finisce qui... come da promessa passo dal Bassi a salutarlo dove tra una fetta di salame e qualche fetta di Semuda, i racconti vanno all'anno trascorso senza il suo fido compagno. Arrivano poi all'alpeggio i due camosci gemelli che si sono meritati un servizio fotografico....
Il tempo passa... Salutiamo, ripercorriamo i nostri passi e giunti alla macchina ritorniamo a Nobiallo con la cima nello zaino dove ci attende ancora un altro bagno rifrescante a lago prima della meritata cena...
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Kommentare (15)