Cap. Piansecco (1'982m) - Laghetto del Chüebodengletscher - Chüebodenhorn (3'070m)


Publiziert von ale84 , 12. April 2021 um 18:44.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum:13 September 2020
Wandern Schwierigkeit: T4 - Alpinwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: CH-TI   CH-VS   Gruppo Pizzo Rotondo 
Aufstieg: 1469 m
Strecke:[LUNGHEZZA 11.3km] All’Acqua (1612 m) – Capanna Piansecco CAS (1980 m) – Alpe di Rotondo – Gerenpass (2671 m) – Laghetto del Chüebodengletscher – Chüebodenhorn (3070 m) – Gerenpass – Alpe di Rotondo – Capanna Piansecco CAS (1980 m) – All’Acqua (1612 m)

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Da anni desideriamo tentare la salita al Chüebodenhorn, famoso tremila della Val Bedretto.
Così, spinti anche dal successo "social" dell'ormai conosciutissimo laghetto con gli icebergsss, decidiamo finalmente di provarci.
L'occasione sarà buona per vedere anche la rinnovata Capanna Piansecco di proprietà del CAS Bellinzona e Valli.
Il luogo di partenza di questa popolare escursione è All'Acqua, dove arriviamo di buon’ora trovando numerosi parcheggi gratuiti disponibili.
 
Questo l'itinerario: 

All’Acqua (1612 m) – Capanna Piansecco CAS (1980 m) – Alpe di Rotondo – Gerenpass (2671 m) – Laghetto del Chüebodengletscher – Chüebodenhorn (3070 m) – Gerenpass – Alpe di Rotondo – Capanna Piansecco CAS (1980 m) – All’Acqua (1612 m)
 
Il sentiero che porta sull’Alpe di Rotondo è largo e ben indicato, in meno di un'ora arriviamo alla Capanna Piansecco che a prima vista ci sembra niente male, ma la analizzeremo meglio nel pomeriggio. Per ora tiriamo dritti e superata la struttura riprendiamo a salire verso il Gerenpass tenendoci sulla sinistra idrografica del Riale di All’Acqua, seguendo un sentiero sempre agevole ed evidente. Oltrepassati i ruderi della Cassina Baggio a circa quota 2’300m le cose cambiano radicalmente e si inizia a camminare su una pietraia che giuro, vi sembrerà infinta!
Il rimanente percorso da qui al Gerenpass è indicato da bolli blu e omini di sasso, in condizioni di bel tempo la via è chiara, meno lo sarebbe in caso di nebbia, ma sconsiglio a chiunque di trovarsi in un posto del genere con tali condizioni meteo. Sta di fatto che superata una prima parte pianeggiante dove si deve per forza di cose passare sopra e/o attraverso grossi macigni (ben visibili anche sulla CN), il pendio fa un’impennata e il terreno di marcia, un misto di sabbia, ghiaia e sassi di tutte le dimensioni, diventa molto scivoloso e per niente stabile, anche con degli ottimi scarponi ai piedi si "sguretta" parecchio...una roba da "un passo avanti e due indietro" per intenderci.
Anni fa mi sono presa un sasso in testa e da allora noto maggiormente i luoghi a rischio, questo in tal senso lo è senz'altro e non mi piace per niente!
Visto che è presto e non gira ancora nessuno, arriviamo indenni al Gerenpass, ma ci tengo a sottolineare che nelle ore centrali della giornata dove moltissima gente va e viene dal laghetto, il tratto diventa pericoloso, poiché i sassi possono partire all'improvviso al passaggio degli escursionisti. Purtroppo la forte pendenza e la tipologia del terreno rendono questa situazione difficilmente evitabile.
Arrivati al valico il sentiero spiana e ci tocca attraversare di nuovo una zona con grossi massi che spesso sono pure instabili e traballanti. Una decina di minuti più tardi giungiamo sulle sponde del famoso laghetto con gli icebergs, formato dalle acque di scioglimento del Chüebodengletscher.
Lo spettacolo è assicurato, il laghetto è a dir poco stupendo e non a caso viene da molti ritenuto uno dei luoghi più belli del Ticino, sebbene a dirla proprio tutta si trovi già in gran parte su territorio urano. 
Al nostro arrivo un sottile strato di ghiaccio ricopre la superficie dell'acqua, segno che le temperature stanno scendendo e che l'autunno è ormai alle porte. A rendere questa cartolina ancor più scenografica, sullo sfondo oltre gli icebergs, si possono osservare il Finsteraarhorn e il Lauteraarhorn. Diciamo che il laghetto non è diventato famoso a caso e di certo non delude le aspettative. Peccato solo non esserci venuti qualche anno fa evitando la folla di escursionisti "social".
Dopo aver contemplato il lago proseguiamo per la vetta del Chüebodenhorn. I bolli blu sono scomparsi e a segnalare la traccia di salita non rimangono che degli ometti di sasso, la via da seguire è comunque abbastanza evidente e lemme lemme guadagniamo terreno.
La salita alla cima si svolge su grossi massi perlopiù stabili, a volte però capita di mettere i piedi in fallo perdendo l'equilibrio. Mauro è più agile mentre io non fidandomi preferisco riporre i bastoni sullo zaino e proseguire aiutandomi con le mani. Superato un ultimissimo tratto un po'aereo (l’unico dell’intera gita) arriviamo finalmente in vetta. Ci sono volute 3 ore e 45 minuti per raggiungere i 3’070m del Chüebodenhorn, una faticaccia tutta “in mezz i bocc”, ma cavolo se ne valeva la pena! Veniamo infatti premiati con un panorama grandioso, in particolare sul Chüebodengletscher e sul laghetto che si trovano a picco 400 metri sotto di noi. Nel versante settentrionale notiamo invece i due piccoli laghetti senza nome ai piedi del Pizzo Rotondo…e poi la solita carrellata di cime a 360°, S P E T T A C O L O!  
Per fortuna la cima non viene raggiunta da molti, così possiamo goderci panorama e panini in santa pace. Terminata la pausa ci rimettiamo in marcia, per scendere tornano utili di nuovo le mani e anche qualche "calata di sedere", il rischio maggiore su questo tipo di terreno è quello di strambare e prendere una storta alle caviglie…e se succede “TSCHÜSS”…puoi tanto chiamare la REGA!
Il ripido tratto dal Gerenpass ai ruderi della Cassina Baggio lo percorriamo tenendoci un bel po' a destra (verso il Poncione di Cassina Baggio) rispetto alla traccia marcata, questo per evitare di scendere in mira sotto altra gente. Scelta azzeccata visto che nel pomeriggio girano un sacco di persone e più volte vediamo partire sassi verso valle. Per fortuna in basso non arriva nessuno, ma potevamo esserci noi se avessimo seguito la traccia ufficiale! Arrivati in fondo alla pietraia tiro un sospiro di sollievo e per quanto stupendo, mi prometto di non salire mai più da queste parti.
Il resto della discesa fila via liscia e giunti alla Capanna Piansecco ci concediamo una pausa birra per osservare da vicino la nuova struttura. 
In conclusione che dire? Bellissima escursione in ambiente alpino che porta ad ammirare uno dei laghetti più belli delle nostre montagne, nonché una cima che offre un notevole panorama.
Il sentiero che porta al lago è classificabile con difficoltà T3 mentre la salita alla cima, sebbene non esposta, la valuto T4. A mio avviso, per i motivi già citati, il tratto più pericoloso sull'itinerario è quello dai ruderi di Cassina Baggio al Gerenpass, 300 metri di dislivello che vanno affrontati con estrema attenzione.
 
Tempo impiegato:
Salita 3h 45 minuti (2h 25’ fino al lago)
Discesa 3h 30 minuti
(soste comprese) 

Tourengänger: ale84, Mauro78


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