Un anello sopra Caspano
|
||||||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Come talvolta può capitare, le intenzioni - già un po' ambiziose per la stagione - si scontrano con ostacoli naturali sottovalutati: in questo caso le temperature, specialmente notturne, incredibilmente crollate in pochi giorni; per cui il progetto (ricerca di un perduto sentiero alto di collegamento fra la Corte di Roncaglia ed il Pesc) viene solo rimandato ad un periodo di clima più favorevole. La permanenza al suolo, già a partire dai 1700 metri di quota ed esposizione meridionale, di grandi quantità di neve bagnata e rigelata ha reso assai inopportuno l'attraversamento di pendii ripidi ed esposti senza le necessarie attrezzature; inaspettatamente transitabile invece, benchè con una qualche cautela, il passaggio del Vallone di S.Martino, sede di una classica valanga primaverile, che in anni passati, con condizioni di innevamento ben diverse, arrivò fin nei pressi di Caspano, in contrada Bedoglio. A questo punto, per concludere la giornata, non ci è rimasto che concatenare una serie di ben noti sentieri per chiudere un sempre piacevole anello escursionistico fattibile in ogni stagione.
Dal parcheggio appena a valle del Palazzo Parravicini si sale, tramite un piano inclinato pedonale, fino al centro dell'antico nucleo di Caspano: da qui si segue diritto la strada per il cimitero e si continua, su fondo sterrato/cementato, la pista forestale per gli alpeggi; al bivio si lascia a destra la via per "Regurs" e si continua lungamente attraverso i maggenghi di Gonchi (o "Gone" o "Gun") e Fontanili ("Funtanin"), dove le poche baite sono ormai tutte restaurate ad abitazioni di vacanza, fino al tornante che inizia il percorso in quota della pista tagliafuoco. La si segue verso sinistra per poche decine di metri, finchè un evidente sentiero si distacca ripidamente a monte: in questo tratto i segni di passaggio attraversano una vasta fascia di abbattimento forestale che si sale comunque a tornanti fino a rientrare nella faggeta in alto a destra (NE), dove si ritrova un ottimo sentiero; lo si segue senza deviazioni fino ad uno slargo dove, applicata ad un tronco, troviamo un'edicola con la "Preghiera del cacciatore di montagna"; si svolta nettamente a sinistra (il sentiero che procede diritto è inconcludente e va a disperdersi in una rete di tracce di perlustrazione dei cacciatori) e si intraprende una traversata in lieve salita fino ad una baita isolata e caratterizzata dalla presenza nelle vicinanze di una grossa cisterna metallica. Su terreno innevato individuiamo la direzione pianeggiante per una seconda baita isolata sull'opposto versante del Vallone di S.Martino, ma, dopo aver attraversato il solco ghiacciato, decidiamo che il tratto ancora mancante - circa un centinaio di metri - è troppo infido senza ramponi. Torniamo quindi per la stessa via di salita alla pista tagliafuoco. La seguiamo verso ovest per un lungo tratto fino ad incrociare il sentiero per la sezione orientale dell'alpeggio del Pesc: scendiamo a sinistra e proseguiamo fino al ripiano del Ledino. Qui, nei pressi di una fontana sulla sinistra, seguiamo la pista che termina nei pressi di un casello dell'acquedotto; a valle della costruzione si trova il vecchio sentiero che, prima della costruzione della pista tagliafuoco, univa il Ledino ai Fontanili: non è ancora rovinato e viene usato per accedere ad una baita ("Busnardi") che si trova circa a metà percorso ed è in corso di ristrutturazione. Da qui in avanti il disuso diventa evidente, ma, con qualche saliscendi fra tratti paludosi ed alberi crollati, ci si porta in vista degli ampi pascoli di Prà Sceresa. Una palina a margine della pista di accesso (ci si arriva con una deviazione privata dai Fontanili) indica il ben segnalato sentiero che scende ripidamente a Caspano: attraverso il bosco, che nella parte bassa reca ancora i segni di un incendio di pochi anni orsono, si raggiungono le baite di "Criagn" e, più in basso, i vari ruderi di Cà di Lurenzat. Qui la selva castanile si sviluppa su terrazzamenti ancora ben riconoscibili e, scendendo da un livello all'altro, ci si porta alle prime abitazioni di Caspano: seguendo un ripido vicolo/canale cementato si torna quindi a centro paese.
Dal parcheggio appena a valle del Palazzo Parravicini si sale, tramite un piano inclinato pedonale, fino al centro dell'antico nucleo di Caspano: da qui si segue diritto la strada per il cimitero e si continua, su fondo sterrato/cementato, la pista forestale per gli alpeggi; al bivio si lascia a destra la via per "Regurs" e si continua lungamente attraverso i maggenghi di Gonchi (o "Gone" o "Gun") e Fontanili ("Funtanin"), dove le poche baite sono ormai tutte restaurate ad abitazioni di vacanza, fino al tornante che inizia il percorso in quota della pista tagliafuoco. La si segue verso sinistra per poche decine di metri, finchè un evidente sentiero si distacca ripidamente a monte: in questo tratto i segni di passaggio attraversano una vasta fascia di abbattimento forestale che si sale comunque a tornanti fino a rientrare nella faggeta in alto a destra (NE), dove si ritrova un ottimo sentiero; lo si segue senza deviazioni fino ad uno slargo dove, applicata ad un tronco, troviamo un'edicola con la "Preghiera del cacciatore di montagna"; si svolta nettamente a sinistra (il sentiero che procede diritto è inconcludente e va a disperdersi in una rete di tracce di perlustrazione dei cacciatori) e si intraprende una traversata in lieve salita fino ad una baita isolata e caratterizzata dalla presenza nelle vicinanze di una grossa cisterna metallica. Su terreno innevato individuiamo la direzione pianeggiante per una seconda baita isolata sull'opposto versante del Vallone di S.Martino, ma, dopo aver attraversato il solco ghiacciato, decidiamo che il tratto ancora mancante - circa un centinaio di metri - è troppo infido senza ramponi. Torniamo quindi per la stessa via di salita alla pista tagliafuoco. La seguiamo verso ovest per un lungo tratto fino ad incrociare il sentiero per la sezione orientale dell'alpeggio del Pesc: scendiamo a sinistra e proseguiamo fino al ripiano del Ledino. Qui, nei pressi di una fontana sulla sinistra, seguiamo la pista che termina nei pressi di un casello dell'acquedotto; a valle della costruzione si trova il vecchio sentiero che, prima della costruzione della pista tagliafuoco, univa il Ledino ai Fontanili: non è ancora rovinato e viene usato per accedere ad una baita ("Busnardi") che si trova circa a metà percorso ed è in corso di ristrutturazione. Da qui in avanti il disuso diventa evidente, ma, con qualche saliscendi fra tratti paludosi ed alberi crollati, ci si porta in vista degli ampi pascoli di Prà Sceresa. Una palina a margine della pista di accesso (ci si arriva con una deviazione privata dai Fontanili) indica il ben segnalato sentiero che scende ripidamente a Caspano: attraverso il bosco, che nella parte bassa reca ancora i segni di un incendio di pochi anni orsono, si raggiungono le baite di "Criagn" e, più in basso, i vari ruderi di Cà di Lurenzat. Qui la selva castanile si sviluppa su terrazzamenti ancora ben riconoscibili e, scendendo da un livello all'altro, ci si porta alle prime abitazioni di Caspano: seguendo un ripido vicolo/canale cementato si torna quindi a centro paese.
Communities: Hikr in italiano
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare