Corno del Colino-Cresta SE: la Crus de Fer


Publiziert von cai56 , 30. Juli 2020 um 11:05. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:26 Juli 2020
Wandern Schwierigkeit: T3+ - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 5:30
Aufstieg: 1235 m
Abstieg: 1100 m
Strecke:Parzialmente circolare 13,85 km
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Milano a Morbegno lungo le statali 36 e 38; alla rotonda all'ingresso della città svoltare a sinistra in direzione "Costiera dei Cech". Si risale quindi la Provinciale 10 fino a Caspano, dove si trovano alcune aree di parcheggio.

Giornata molto calda e rischio (certezza) di trovare troppa gente ai parcheggi e sui sentieri per le belle mete della Valmasino e delle Orobie. Per cui: esplorazione sui sentieri dimenticati che ancora, ma a fatica, si possono rintracciare sulla montagna alle spalle di casa; non fosse altro, il panorama è assicurato. Il Corno del Colino, cospicua spalla sud-orientale della Cima del Desenigo, presenta un versante meridionale - grossolanamente rappresentato sulle mappe IGM - solcato da ripidi canaloni che, nella parte bassa, incidono un terreno che la forestazione sta gradualmente recuperando, mentre la parte superiore, al contrario, tende a diventare rocciosa fino al culmine di 2504m di blocchi accumulati.
[Qui   https://www.inalto.org/it/relazioni/alpinismo/corno_del_colino    una mia vecchia relazione della salita alla cima].
Attualmente i numerosi sentieri un tempo presenti (accesso ad alpeggi nascosti e attraversate in Valle Spluga) sono frequentati stagionalmente solo da pochi cacciatori di ungulati e, nelle migliori circostanze, sono solo labili tracce nell'erba alta e attraverso vaste aree di rododendri e ginepri striscianti. Per l'orientamento sono essenziali buone condizioni di visibilità e l'intera area è sconsigliabile in presenza di neve, trattandosi del bacino di distacco della valanga del Vallone di S.Martino che, in annate di precipitazioni abbondanti, riuscì a scendere fin nei pressi della frazione Cadelpicco a quota 796m.


Dal parcheggio sotto l'abitato di Caspano si sale sulla vecchia provinciale passando a fianco dell'antico Palazzo Parravicini (ancora abitato e ridotto in condizioni di conservazione architettonica deplorevoli), fino a trovare - pochi metri più avanti sulla sinistra - un vicolo/canale cementificato e ripidissimo che sale verso le selve soprastanti. Da qui un sentiero va a percorrere con successivi traversi ascendenti la larga fascia di terrazzamenti a castagno che solo pochissimi anni fa sono sopravvissuti ad un grave incendio (non doloso ma colposo). Oltrepassati i ruderi delle baite di Cà di Lurenzat, la traccia si fa meno regolare (qui i terreni non sono mai stati veramente coltivati) e, fra qualche vecchio prato e sparsi esemplari di pino silvestre, raggiunge Criagn, dove si trova un paio di baite recuperate; l'ultimo tratto di salita permette di raggiungere la località Prà Sceresa (alcune baite/casa di vacanza), a cui converge anche una diramazione della pista forestale Caspano-Funtanin (Fontanili). Si segue questa sterrata verso destra fino al maggengo di Funtanin, dove si continua a sinistra in direzione della pista tagliafuoco: un tornante che si presenta in forma di trivio annuncia la partenza di quest'ultima. La si segue verso sinistra per poche decine di metri, finchè un evidente sentiero si distacca ripidamente a monte: in questo tratto i segni di passaggio attraversano una vasta fascia di abbattimento forestale dove, in assenza di copertura arborea, cespugli e rovi stanno prendendo il sopravvento. Si sale comunque a tornanti fino a rientrare nella faggeta in alto a destra (NE), dove si ritrova un ottimo sentiero; lo si segue senza deviazioni (e nemmeno segnali) fino ad uno slargo dove, applicata ad un tronco, troviamo un'edicola con la "Preghiera del cacciatore di montagna"; si svolta nettamente a sinistra e si intraprende una traversata in lieve salita fino ad una baita isolata e caratterizzata dalla presenza nelle vicinanze di una grossa cisterna metallica. Da qui il sentiero, benché ancora ben visibile, si affievolisce: riprende a monte della costruzione verso sinistra e si addentra verso l'erboso fondo del vallone di S.Martino; prosegue poi, nella vegetazione sempre più invasiva, fino al terrazzo di prati della Corte di Roncaglia, un'unica baita malmessa addossata ad una profonda e pericolosa vasca dalle pareti cementate. La traccia di sentiero retroverte passando a monte di un box di lamiera verde e tornando ad attraversare più a monte il vallone di S.Martino: da qui, e per poco, è visibile sul crinale quasi trecento metri più in alto una croce di legno fra gli ultimi abeti e le prime rocce della cresta. E' utile quindi impostare una direzione di salita di massima memorizzando la direzione, perché, se è vero che talora si trovano qua e là vaghissimi segni di passaggio, da qui conviene procedere a senso, dove il terreno presenti le minori difficoltà. Si tratta sempre comunque di prati molto ripidi (l'uso delle mani spesso agevola), vecchie frane di massi e soprattutto tantissimi ginepri. Raggiunto il crinale, che è più largo e comodo di come possa apparire in lontananza, solo un po' infido nello sprofondare verso la Valmasino e la Valle Spluga, fra gli ultimi abeti contorti per l'esposizione ai venti, si raggiunge una piccola spianata (detta dai locali "dell'Acqua Gelda" per la presenza di una fonte): della sorgente fresca non c'è più traccia, ma fra le rocce troviamo una cappelletta votiva sormontata dalla "Crus de Fer". Pochi metri più in alto si individua, ancora per poco viste le condizioni del basamento, la croce di legno che ci aveva indirizzato. La Crus de Fer, probabile luogo di appuntamento dei cacciatori dopo le battute agli ungulati su questi versanti, può prestarsi come tappa intermedia per la salita della cresta fino alla vetta del Corno del Colino: non tutto il percorso è direttamente visibile, ma non dovrebbero esserci eccessive difficoltà, se non il fastidio per la quantità esorbitante dei molesti ginepri.
Discesa per la via di andata fino ai Funtanin, dove è possibile variare imboccando il sentierino recentemente segnalato che scende a Regurs: dopo un lungo traverso pianeggiante fino a Felegücc alto, la traccia scende ripidamente nel bosco fino ai ruderi di Felegücc basso, da dove, stretta spesso fra muri a secco, si porta al maggengo di Regurs, caratterizzato da un alto masso erratico tondeggiante (il "Balon") posto fra baite sparse e presso una fontana. Da qui, in pochi passi, si raggiunge la pista forestale di accesso che, seguita lungamente verso ovest raggiunge in saliscendi Caspano. Attraversata la piccola frazione (splendida la chiesa di S.Bartolomeo) ci si ritrova al punto di partenza.


Tourengänger: cai56, chiaraa
Communities: Hikr in italiano


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