Pizzo Rotondo 3192 m - regalo di compleanno inatteso
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È stato un cambio di programma repentino, l'ultima montagna che mi sarei aspettato per quel giorno.
È stato anche il primo 3000 del 2021 e la prima volta sulla Regina della Val Bedretto. Un traguardo per me inaspettato, sebbene fosse una delle mie mete più ambite della stagione.
La mia cinquantesima relazione coincide anche con la descrizione del giorno del mio compleanno, festeggiato, a mio parere, come si deve.
Video
[/drive.google.com/file/d/1Cdkd05JsEOu_R-Wu892cU51g3UL1cKL5/v...]
Perché il Rotondo
Inizialmente desideravo regalarmi un 3000. Il Rondadura per esempio. Ma il passo del Lucomagno era chiuso. Dopo averne scartati altri, perchè già fatti in passato o perchè inadatti ad un'uscita in solitario, ho deciso di recarmi al Gerenpass, osservare gli iceberg e salire in una delle anticime dei Poncioni (Cassina Baggio o di Manio), con il Chüebodenhorn di riserva nel caso avessi cambiato idea e ne avessi avuto l'ispirazione. Questo era il programma. Fino alle 07.30.
Essendo da solo avevo da subito scartato il Pizzo Rotondo.
Tuttavia salendo a Piansecco ho visto parecchia gente e ho chiesto un po' a tutti quale fosse la loro meta. Un gruppetto di leventinesi con gli sci stava andando al Rotondo ed io "beh, posso seguirvi"? "Certo, se ci stai dietro.."
Il Pizzo Rotondo visto dal Chüebodenhorn il 9 maggio scorso
Qui mi ero promesso che ci sarei prima o poi salito

Avvicinamento e traverso di Piansecco
Da All'Acqua mi incammino alle 07.00 precise. Giornata serena e calda (ci sono zero gradi). Vedo arrivare molte auto e tanti escursionisti che, chi con le ciaspole e chi con gli sci, intraprendono la salita. Poco prima del Rifugio mi accordo con 5 ragazzi di seguirli al Pizzo Rotondo. Se ti si offre una possibilità del genere di certo non rinunci. Loro sono veloci con gli sci. Devo accelerare il passo. Non sono forte sulla velocità ma mi adatto. In meno di un'ora sono al Rifugio. La vista delle cime illuminate dal sole mi infonde energia e motivazione.
Aumentano le persone e i 5 ragazzi non progrediscono in modo unitario, sono distanziati. Non ho memorizzato le loro fisionomie e in poco tempo non ricordo con chi stavo salendo. Inoltre sono svelti e mi lasciano indietro. Più tardi scopro che hanno intrapreso la via a sinistra della spalla est del Chüebodenhorn, quotata 2772m.
Non fa niente. Mi ero già studiato la traccia in passato e dopo un tratto pianeggiante piego decisamente a destra. Con le ciaspole affronto un ripido pendio. Anche qui ci sono diverse persone. Ma i ragazzi di prima sono spariti.
Pochi minuti dopo mi trovo sul traverso. La neve è moderatamente dura e gelata. Con le ciaspole è fastidioso camminare e non mi sento sicuro. Ci sono anche diverse rocce affioranti e vicino ad alcune sprofondo nei buchi. Mi fermo e mi rampono. Ora è tutta un'altra cosa. Il traverso diventa facile e piacevole. Davanti a me c'è una coppia di lucernesi. Stanno puntando anche loro alla prestigiosa cima. Questo mi rassicura. Almeno non sono da solo. Li supero, loro con gli sci salgono zig-zag. Io, più lento, salgo dritto. Mi si apre un vallone e vedo il Poncione di Ruino all'orizzonte che copre il Pizzo Rotondo (nel video ho erroneamente scritto che da lì si vedeva il Rotondo). In mezzo si snoda un'ampia dorsale da risalire. Salgo dritto e raggiungo una piccola pianura che precede il Passo di Rotondo. Ancora un centinaio di metri e sono al Passo.
Sono le 10.00 e mi concedo una pausa. I lucernesi sono rimasti più indietro. Qui trovo un gruppo misto che è arrivato dalla stessa via intrapresa dai leventinesi.
Il traverso

Dal Passo di Rotondo alla vetta
Presto riparto e punto diretto senza fare i zig zag degli sciatori. Nonostante ciò sono comunque sempre troppo lento rispetto agli altri.
Ora il canale si pone di fronte a me e la sua verticalità mi impressiona. Alle mie spalle il Passo di Rotondo sovrastato dal Chüebodenhorn è incantevole. A passo regolare mi avvicino alla base delle grandi pareti. Il canale è magnetico. La montagna in generale mi attira.
Raggiungo un bel gruppo presso il deposito sci. Alcuni si preparano a salire e partono, altri a scendere.
Mi ritrovo subito da solo ad intraprendere il canale. Ma so di avere un gruppo davanti e una coppia germanofona dietro. In caso di bisogno non sono completamente da solo.
Il canale ha delle ottime condizioni. Il Rotondo mi regala la possibilità di conquistarlo senza difficoltà. La neve è molle al punto giusto, i piedi affondano senza sprofondare troppo. È tutto gradinato.
C'è un punto roccioso nella prima parte che richiede prudenza perché la neve è dura e gelata. Una volta superato, la pendenza rimane alta per diverso tempo per poi regredire leggermente. Salgo tranquillamente e raggiungo una bocchetta. Mi trovo ai piedi della torretta finale.
Ora devo arrampicare. Ci sono gradoni e ancora della neve. La discreta esposizione richiede massima prudenza. Incrocio un gruppo che scende e quindi mi faccio da parte in un punto sicuro. Quindi procedo, un po' mi attacco alle rocce, un po' con la piccozza, sfrutto gli scalini lasciati dagli altri e senza problemi in pochi minuti sono in vetta.
La montagna e il canalone visti dal Passo di Rotondo

Nella seconda parte del canale, dove piega a destra

La discesa
Alle 11.45 sono in vetta, mi fermo almeno mezz'ora. La giornata è bellissima. Molta foschia (polvere del Sahara?) offusca il Basodino, ma riesco a vagare con lo sguardo tra un'infinità di cime e di valli.
Pochi minuti dopo mi raggiunge la coppia di tedeschi. Ci facciamo le foto a vicenda e assieme. Ci stringiamo le mani. Il resto del mondo in questo momento ha perso importanza. Abbiamo raggiunto tutti e tre per la prima volta una cima che per me è di un certo spessore.
Poi arriva un'altra coppia.
Per conto mio, come sono arrivato, inizio la discesa. La cresta la disarrampico con un certo timore. Mi devo concentrare. Scendere, seppure all'indietro, implica tenersi ancora meglio con le mani e la piccozza. Perché ogni volta che appoggi il piede - e ci sposti sopra il peso del corpo - potrebbe cedere il terreno sotto il piede e il corpo cadere. Pertanto ci metto più tempo a raggiungere la bocchetta e mi impegno a spostarmi con molta prudenza. Il canale invece lo discendo con facilità. Raramente mi devo girare, di sicuro al salto roccioso in fondo al canale.
Ho scelto la variante dalla spalla est del Chüebodenhorn, per evitare il traverso di Piansecco. Alcuni sciatori al mattino sono saliti da lì e mi hanno detto che è molto ripido, così decido di tenere i ramponi.
Raggiunta la bocchetta mi affaccio e trovo un pendio con il quale si perdono 700 metri di quota in pochissimo tempo. Le condizioni della neve sono tali da renderlo facile, come il canale del Rotondo quel giorno.
Scendo e inizio ad affondare nella neve vieppiù molle. In basso affondo spesso in buchi intorno alle rocce e mi entra la neve negli scarponi. Ormai non ho voglia di mettermi le ciaspole. Tiro dritto fino al rifugio.
Pausa e poi giù fino ad All'Acqua dal sentiero. Questa volta con le ciaspole.
Anche se da lontano ho visto gli iceberg del Gerenpass!

Considerazioni
Per me è stato possibile salire senza difficoltà grazie alle condizioni del canale e, a livello psicologico, grazie alla presenza di altre persone. Ero da solo ma potevo contare sugli altri nel bisogno. Questo mi ha consentito di salire con la giusta tranquillità mentale.
Riconosco che il canale in altre situazioni potrebbe essere AD e che questa montagna vada conquistata. Per me è stato più difficile scalare il Pizzo di Claro dal lago di Canee. Quel giorno la neve era dura e gelata ed era molto più complesso ancorarsi bene al pendio. La percezione della pendenza cambia tantissimo, così come il dispendio di energia.
È stato anche il primo 3000 del 2021 e la prima volta sulla Regina della Val Bedretto. Un traguardo per me inaspettato, sebbene fosse una delle mie mete più ambite della stagione.
La mia cinquantesima relazione coincide anche con la descrizione del giorno del mio compleanno, festeggiato, a mio parere, come si deve.
Video
[/drive.google.com/file/d/1Cdkd05JsEOu_R-Wu892cU51g3UL1cKL5/v...]
Perché il Rotondo
Inizialmente desideravo regalarmi un 3000. Il Rondadura per esempio. Ma il passo del Lucomagno era chiuso. Dopo averne scartati altri, perchè già fatti in passato o perchè inadatti ad un'uscita in solitario, ho deciso di recarmi al Gerenpass, osservare gli iceberg e salire in una delle anticime dei Poncioni (Cassina Baggio o di Manio), con il Chüebodenhorn di riserva nel caso avessi cambiato idea e ne avessi avuto l'ispirazione. Questo era il programma. Fino alle 07.30.
Essendo da solo avevo da subito scartato il Pizzo Rotondo.
Tuttavia salendo a Piansecco ho visto parecchia gente e ho chiesto un po' a tutti quale fosse la loro meta. Un gruppetto di leventinesi con gli sci stava andando al Rotondo ed io "beh, posso seguirvi"? "Certo, se ci stai dietro.."
Il Pizzo Rotondo visto dal Chüebodenhorn il 9 maggio scorso
Qui mi ero promesso che ci sarei prima o poi salito

Avvicinamento e traverso di Piansecco
Da All'Acqua mi incammino alle 07.00 precise. Giornata serena e calda (ci sono zero gradi). Vedo arrivare molte auto e tanti escursionisti che, chi con le ciaspole e chi con gli sci, intraprendono la salita. Poco prima del Rifugio mi accordo con 5 ragazzi di seguirli al Pizzo Rotondo. Se ti si offre una possibilità del genere di certo non rinunci. Loro sono veloci con gli sci. Devo accelerare il passo. Non sono forte sulla velocità ma mi adatto. In meno di un'ora sono al Rifugio. La vista delle cime illuminate dal sole mi infonde energia e motivazione.
Aumentano le persone e i 5 ragazzi non progrediscono in modo unitario, sono distanziati. Non ho memorizzato le loro fisionomie e in poco tempo non ricordo con chi stavo salendo. Inoltre sono svelti e mi lasciano indietro. Più tardi scopro che hanno intrapreso la via a sinistra della spalla est del Chüebodenhorn, quotata 2772m.
Non fa niente. Mi ero già studiato la traccia in passato e dopo un tratto pianeggiante piego decisamente a destra. Con le ciaspole affronto un ripido pendio. Anche qui ci sono diverse persone. Ma i ragazzi di prima sono spariti.
Pochi minuti dopo mi trovo sul traverso. La neve è moderatamente dura e gelata. Con le ciaspole è fastidioso camminare e non mi sento sicuro. Ci sono anche diverse rocce affioranti e vicino ad alcune sprofondo nei buchi. Mi fermo e mi rampono. Ora è tutta un'altra cosa. Il traverso diventa facile e piacevole. Davanti a me c'è una coppia di lucernesi. Stanno puntando anche loro alla prestigiosa cima. Questo mi rassicura. Almeno non sono da solo. Li supero, loro con gli sci salgono zig-zag. Io, più lento, salgo dritto. Mi si apre un vallone e vedo il Poncione di Ruino all'orizzonte che copre il Pizzo Rotondo (nel video ho erroneamente scritto che da lì si vedeva il Rotondo). In mezzo si snoda un'ampia dorsale da risalire. Salgo dritto e raggiungo una piccola pianura che precede il Passo di Rotondo. Ancora un centinaio di metri e sono al Passo.
Sono le 10.00 e mi concedo una pausa. I lucernesi sono rimasti più indietro. Qui trovo un gruppo misto che è arrivato dalla stessa via intrapresa dai leventinesi.
Il traverso

Dal Passo di Rotondo alla vetta
Presto riparto e punto diretto senza fare i zig zag degli sciatori. Nonostante ciò sono comunque sempre troppo lento rispetto agli altri.
Ora il canale si pone di fronte a me e la sua verticalità mi impressiona. Alle mie spalle il Passo di Rotondo sovrastato dal Chüebodenhorn è incantevole. A passo regolare mi avvicino alla base delle grandi pareti. Il canale è magnetico. La montagna in generale mi attira.
Raggiungo un bel gruppo presso il deposito sci. Alcuni si preparano a salire e partono, altri a scendere.
Mi ritrovo subito da solo ad intraprendere il canale. Ma so di avere un gruppo davanti e una coppia germanofona dietro. In caso di bisogno non sono completamente da solo.
Il canale ha delle ottime condizioni. Il Rotondo mi regala la possibilità di conquistarlo senza difficoltà. La neve è molle al punto giusto, i piedi affondano senza sprofondare troppo. È tutto gradinato.
C'è un punto roccioso nella prima parte che richiede prudenza perché la neve è dura e gelata. Una volta superato, la pendenza rimane alta per diverso tempo per poi regredire leggermente. Salgo tranquillamente e raggiungo una bocchetta. Mi trovo ai piedi della torretta finale.
Ora devo arrampicare. Ci sono gradoni e ancora della neve. La discreta esposizione richiede massima prudenza. Incrocio un gruppo che scende e quindi mi faccio da parte in un punto sicuro. Quindi procedo, un po' mi attacco alle rocce, un po' con la piccozza, sfrutto gli scalini lasciati dagli altri e senza problemi in pochi minuti sono in vetta.
La montagna e il canalone visti dal Passo di Rotondo

Nella seconda parte del canale, dove piega a destra

La discesa
Alle 11.45 sono in vetta, mi fermo almeno mezz'ora. La giornata è bellissima. Molta foschia (polvere del Sahara?) offusca il Basodino, ma riesco a vagare con lo sguardo tra un'infinità di cime e di valli.
Pochi minuti dopo mi raggiunge la coppia di tedeschi. Ci facciamo le foto a vicenda e assieme. Ci stringiamo le mani. Il resto del mondo in questo momento ha perso importanza. Abbiamo raggiunto tutti e tre per la prima volta una cima che per me è di un certo spessore.
Poi arriva un'altra coppia.
Per conto mio, come sono arrivato, inizio la discesa. La cresta la disarrampico con un certo timore. Mi devo concentrare. Scendere, seppure all'indietro, implica tenersi ancora meglio con le mani e la piccozza. Perché ogni volta che appoggi il piede - e ci sposti sopra il peso del corpo - potrebbe cedere il terreno sotto il piede e il corpo cadere. Pertanto ci metto più tempo a raggiungere la bocchetta e mi impegno a spostarmi con molta prudenza. Il canale invece lo discendo con facilità. Raramente mi devo girare, di sicuro al salto roccioso in fondo al canale.
Ho scelto la variante dalla spalla est del Chüebodenhorn, per evitare il traverso di Piansecco. Alcuni sciatori al mattino sono saliti da lì e mi hanno detto che è molto ripido, così decido di tenere i ramponi.
Raggiunta la bocchetta mi affaccio e trovo un pendio con il quale si perdono 700 metri di quota in pochissimo tempo. Le condizioni della neve sono tali da renderlo facile, come il canale del Rotondo quel giorno.
Scendo e inizio ad affondare nella neve vieppiù molle. In basso affondo spesso in buchi intorno alle rocce e mi entra la neve negli scarponi. Ormai non ho voglia di mettermi le ciaspole. Tiro dritto fino al rifugio.
Pausa e poi giù fino ad All'Acqua dal sentiero. Questa volta con le ciaspole.
Anche se da lontano ho visto gli iceberg del Gerenpass!

Considerazioni
Per me è stato possibile salire senza difficoltà grazie alle condizioni del canale e, a livello psicologico, grazie alla presenza di altre persone. Ero da solo ma potevo contare sugli altri nel bisogno. Questo mi ha consentito di salire con la giusta tranquillità mentale.
Riconosco che il canale in altre situazioni potrebbe essere AD e che questa montagna vada conquistata. Per me è stato più difficile scalare il Pizzo di Claro dal lago di Canee. Quel giorno la neve era dura e gelata ed era molto più complesso ancorarsi bene al pendio. La percezione della pendenza cambia tantissimo, così come il dispendio di energia.
Tourengänger:
Michea82

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