Forte di Orino
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Dopo un anno riprendo con la pubblicazione di relazioni.
Un anno fa ero in perfetta forma, dopo un periodo in cui per problemi fisici ho dovuto ridurre l'impegno in montagna.
Stavo facendo progetti per riprendere con escursioni impegnative quando è arrivato il virus.
In ottobre stavo riprendendo bene, quando è arrivata la seconda ondata.
Ora sto riprendendo con gradualità, per qualche fastidio alle ginocchia dovuto a scarso allenamento ed aumento di peso; nei periodi di blocco, oltre a muovermi di meno, ho avuto più tempo per cucinare, soprattutto dolci.
Da lunedì saremo ancora arancioni, vedremo se ci lasceranno andare in montagna come da accordi.
Oggi dopo anni torno al Forte di Orino; gita proposta da Moira e Rosanna, io propongo la partenza da Gavirate, per evitare affollamenti.
Il percorso di salita lo si raggiunge attraversando la ferrovia nella stazione, però noi facciamo una sosta in un bar dove hanno della buona pasticceria siciliana, dopo di ché raggiungiamo l'inizio della salita, dove c'è una fontana; durante la salita non si trova acqua, per cui consiglio di fare rifornimento qui.
Cominciamo la salita seguendo una stradina che poi diventa larga mulattiera, costeggiando un torrente asciutto; le indicazioni non mancano, seguire sempre il 313 o il 13.
Il bosco è molto secco, e ci sono molti alberi caduti; ci dicono che è stata una tempesta a novembre, oltre ad un incendio, e che più in alto il sentiero è impraticabile; raggiunto un bivio si deve abbandonare il sentiero e seguire dei nastri attaccati agli alberi.
Quest'ultimo tratto di sentiero è molto disagevole, io lo trovo divertente, ma per le mie amiche è molto faticoso.
Con calma si raggiunge la cima, abbiamo impiegato 3 ore e mezza, e siamo un po' stanchi.
La cima è affollata, ma niente di esagerato, posto per sederci a mangiare lo troviamo.
La giornata è calda, però il vento ci rinfresca, ma il panorama è offuscato da una densa foschia.
Decidiamo di tornare passando dal Sacro Monte, non sapendo quali sorprese avremmo potuto trovare su altri sentieri; anche su questo percorso è evidente la devastazione provocata dal vento di novembre, molti alberi caduti devono essere scavalcati o si deve passare sotto, ma niente di difficoltoso.
Incrociamo molta gente che sale, e che vuole approfittare dell'ultimo fine settimana di libertà; tanti senza mascherina a portata di mano!
Raggiunta la strada asfaltata la abbandoniamo salendo al Monte Tre Croci, e da qui scendiamo al parcheggio del Sacro Monte dove aspettiamo l'autobus che ci porterà alla stazione di Varese.
Per il ritorno abbiamo impiegato circa 2 ore e mezza.
In città un caos indescrivibile; l'autobus partito in ritardo è ulteriormente rallentato dal traffico, ma arriviamo in tempo per prendere il treno.
Ora bisogna riprendere seriamente, se me lo permetteranno, farò un tentativo uno dei prossimi giorni con tutta la documentazione necessaria.
Alla prossima
Ciao
Stefano
Un anno fa ero in perfetta forma, dopo un periodo in cui per problemi fisici ho dovuto ridurre l'impegno in montagna.
Stavo facendo progetti per riprendere con escursioni impegnative quando è arrivato il virus.
In ottobre stavo riprendendo bene, quando è arrivata la seconda ondata.
Ora sto riprendendo con gradualità, per qualche fastidio alle ginocchia dovuto a scarso allenamento ed aumento di peso; nei periodi di blocco, oltre a muovermi di meno, ho avuto più tempo per cucinare, soprattutto dolci.
Da lunedì saremo ancora arancioni, vedremo se ci lasceranno andare in montagna come da accordi.
Oggi dopo anni torno al Forte di Orino; gita proposta da Moira e Rosanna, io propongo la partenza da Gavirate, per evitare affollamenti.
Il percorso di salita lo si raggiunge attraversando la ferrovia nella stazione, però noi facciamo una sosta in un bar dove hanno della buona pasticceria siciliana, dopo di ché raggiungiamo l'inizio della salita, dove c'è una fontana; durante la salita non si trova acqua, per cui consiglio di fare rifornimento qui.
Cominciamo la salita seguendo una stradina che poi diventa larga mulattiera, costeggiando un torrente asciutto; le indicazioni non mancano, seguire sempre il 313 o il 13.
Il bosco è molto secco, e ci sono molti alberi caduti; ci dicono che è stata una tempesta a novembre, oltre ad un incendio, e che più in alto il sentiero è impraticabile; raggiunto un bivio si deve abbandonare il sentiero e seguire dei nastri attaccati agli alberi.
Quest'ultimo tratto di sentiero è molto disagevole, io lo trovo divertente, ma per le mie amiche è molto faticoso.
Con calma si raggiunge la cima, abbiamo impiegato 3 ore e mezza, e siamo un po' stanchi.
La cima è affollata, ma niente di esagerato, posto per sederci a mangiare lo troviamo.
La giornata è calda, però il vento ci rinfresca, ma il panorama è offuscato da una densa foschia.
Decidiamo di tornare passando dal Sacro Monte, non sapendo quali sorprese avremmo potuto trovare su altri sentieri; anche su questo percorso è evidente la devastazione provocata dal vento di novembre, molti alberi caduti devono essere scavalcati o si deve passare sotto, ma niente di difficoltoso.
Incrociamo molta gente che sale, e che vuole approfittare dell'ultimo fine settimana di libertà; tanti senza mascherina a portata di mano!
Raggiunta la strada asfaltata la abbandoniamo salendo al Monte Tre Croci, e da qui scendiamo al parcheggio del Sacro Monte dove aspettiamo l'autobus che ci porterà alla stazione di Varese.
Per il ritorno abbiamo impiegato circa 2 ore e mezza.
In città un caos indescrivibile; l'autobus partito in ritardo è ulteriormente rallentato dal traffico, ma arriviamo in tempo per prendere il treno.
Ora bisogna riprendere seriamente, se me lo permetteranno, farò un tentativo uno dei prossimi giorni con tutta la documentazione necessaria.
Alla prossima
Ciao
Stefano
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