Il canto del cigno


Publiziert von Gabrio , 1. Februar 2021 um 19:41.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum:13 September 2014
Wandern Schwierigkeit: T4- - Alpinwandern
Hochtouren Schwierigkeit: L
Wegpunkte:
Geo-Tags: Gruppo Forcola-Arsa   CH-GR   I   Gruppo Balniscio-Forcola 

C'era una volta, qualche tempo fa in un luogo mai esistito, una nazione, che pur con tutte le incongruenze e le assurdità che le erano proprie, tirava avanti quasi decentemente.
Poi un giorno, un manipolo di personaggi senza scrupoli, travestiti da salvatori della patria, senza faccia, onore e identità il cui Verbo era la menzogna, si era impadronito del potere.
Nel giro di un anno aveva distrutto tutto il distruttibile.
Aveva fatto diventare poveri chi non lo era e indigenti chi già se la passava male.
Erano stati minati duramente i fondamentali pilastri della democrazia:
il diritto alla libertà personale, del libero pensiero, del lavoro e dell'istruzione.
Con la scusa di una pandemia aveva creato uno stato di emergenza che, a dispetto del significato stesso di tale parola, era perdurato per molto tempo.

Con tutte le libertà annullate in modo violento, tramite la paura, aveva tolto coraggio
ad un popolo reso debole e mutilato.


E' allora che il sole, vedendo tale scempio, aveva deciso di non sorgere più!
Tutto era precipitato nel buio.
La natura aveva fatto altrettanto.
Quella grande biodiversità colorata, tanto cara all'umanità, era stata sostituita da un'orrenda gamma di gradazioni grigio scuro.


Disperato da quelle mutazioni, privato di una vita degna di tale nome,
quel popolo camminava come automa.
Grazie a fredde luci artificiali, si muoveva conducendo una vita di stenti.
Limitato ad un semplice via vai, casa lavoro casa, non alzava neanche più lo sguardo al cielo.
Occhi fissi sui propri cellulari, esso era più attento alla realtà virtuale,
che tali malefici marchingegni mostrava, piuttosto che alla miserabile condizione in cui era precipitato.
Esso vagava nel niente delle loro vite convinto che fosse giusto così.
Il lavaggio del cervello, cominciato tempo prima, ne aveva completamente annientato la
capacità critica, accettando senza discutere, ciò che gli veniva detto e imposto.

Unici momenti di svago virtuale erano vedere, sospirando, magnifiche spiaggie caraibiche
che non poteva più raggiungere, o candidi paesaggi montani da non poter più calpestare.
Senza più vivere all'aperto, con azzerate le proprie difese immunitarie,
si arrabattava tra una pandemia e l'altra.


Una notte, uno di questi poveri individui, che un tempo lontano era stato un amante estremista della propria libertà, aveva fatto un sogno.
Da molto tempo non ne faceva più. Era talmente, disperatamente, deluso da quello
che lo circondava da non riuscirci.
Quella notte invece era successo.
E come tanto tempo prima, un secolo sembrava, stava camminando in montagna.
Si era dimenticato di quanto gli piacesse far fatica.
Di quanto fosse bello avere il respiro affannato, con il sudore a bagnargli la pelle
e il vento a mitigarne gli effetti.
Era così piacevole vedere le fronde degli alberi muoversi pigramente.
Adorava sentire l'erba accarezzargli le caviglie.
Si sentiva risollevare ascoltando i mille cinguettii di una lunga schiera di uccelli felici.
Poi alla fine aveva rivisto le sue adorate cime.
Da tempo immemorabile non ne risaliva una.
Si era commosso.
Calde lacrime avevano bagnato i suoi occhi, scendendo giù per le guance.
Non le aveva fermate. Avevano terminato il loro viaggio finendo sul terreno.
Cosa avrebbero generato non lo sapeva:
un germoglio chiamata vita?
Gli era venuta così, ma il significato di tale parola, gli era ormai sconosciuto.
Nel sogno aveva proseguito il cammino.
Riconosceva i luoghi in cui si trovava. Il paesino di Voga, Dardano, e lassù la Forcola.
Si ricordava che al di là del passo c'era una'altra nazione.
Un luogo felice dove stare?
Una speranza a cui non credeva più!
Ciò nonostante egli camminava spedito, ansioso di raggiungere il confine.
A dimostrazione di quanto fosse irreale il sogno, senza alcuna fatica aveva raggiunto il valico.
Senza aspettarsi nulla aveva guardato oltre, non c'era niente di meraviglioso da vedere,
ma quanto bastava per renderlo felice.
Mossi pochi passi in discesa, qualcosa aveva distolto la sua attenzione.
Un suono lieve e indistinto arrivava da ovest.
Risalito un prato con rocce si era ritrovato ai bordi di una estesa pietraia,
racchiusa da una lunga cresta rocciosa.
Solo allora aveva capito quanto le orecchie avevano percepito prima:
era il suono di un pianoforte!
La melodia non si distingueva bene, a causa della brezza alpina che ne distorceva i suoni.
Non si intuiva neppure da dove provenisse.
Incuriosito ed attratto, egli si era incamminato lungo la pietraia.
Raggiunto un piccolo nevaio, aveva scorto delle orme che lo risalivano.
Sopra vedeva un canale di sfasciumi che portava in cresta, lo ricordava bene.
Tanti anni prima era passato di lì per raggiungere il Piz Padion.
Intorpidito e ad un tratto abulico si era lasciato andare ai ricordi.

Rammentava bene quello stretto budello, ora roccioso, ora franoso.
Aveva superato, una galleria di fusione, resti delle solite slavine.
Il ricordo era così intenso da non riuscire a distinguerlo dalla realtà.
Più confuso che mai si era lasciato andare completamente alle sue emozioni.
Si sentiva etereo ed astratto come un quadro di Picasso, finchè si accorse, con immenso stupore, che stava volando.
Non muoveva le ali come un uccello, semplicemente galleggiava nell'aria.
Raggiunta la cresta, il suono intenso della melodia, l'aveva colpito in faccia come uno schiaffo.
Senza neppure conoscerlo aveva dedotto che fosse un brano di Chopin.
Aveva seguito il suono, come un serpente segue il suo ammaliante suonatore.
Il suono dolce lo avvolgeva come una calda coperta sonora.
Stimolato da un improvviso impulso, si era "lanciato" in alto nel cielo, per poi girare in tondo intorno alla vetta.
Con suo grande stupore, proprio di fianco all'ometto di vetta, uno splendido esemplare di pianoforte a coda, faceva bella mostra di sè.
Una persona lo stava suonando.
Era planato sopra incuriosito, volando rasente per meglio vedere chi fosse.
La sua grande ombra le aveva tolto il sole, ma la suonatrice non si era scomposta.
Era una donna, emozionata e visibilmente calata nella parte.
Chi gli ricordava quel paio di pantaloni rossi, e quegli scarponi "belli masarati" che indossava?

L'uomo che tanto aveva amato la sua libertà, perso fra le "sue montagne", non si era 
domandato cosa ci facesse costei in vetta al Piz Padion.
Non si era neppure chiesto come avesse fatto ad arrivarci:
era un sogno, che importanza poteva mai avere...
Solo un pensiero l'aveva folgorato, egli aveva sempre pensato che l'arte, la poesia, e la
musica andassero bene per i tempi di pace.
Era dunque così per lei?
O forse più semplicemente la musica, ma solo di quel tipo, era in grado di elevare lo spirito
ben sopra le pochezze umane, dilaganti in quel periodo così nero!
Era rimasto sospeso in aria a lungo ad ascoltare, senza parole, senza il coraggio di respirare
o piangere. Rimasto lì, muto e affascinato ad attendere il finale, non si era posto domande.
Come un falco pellegrino che muove le ali per rimanere fermo, lui muoveva le sue emozioni per assaporare meglio le note che udiva.
Ma al culmine di tanta passione, le immagini si erano sfuocate, ritornando alle odiose gradazioni di grigio.
Si era svegliato!

Aveva aperto gli occhi rivedendo le anguste pareti della sua prigione.
Per un attimo gli era parso di sentire ancora le note di Chopin e rivisto le mani che le generavano.
Un attimo, come un bagliore, poi più nulla.
Il suono della desolazione aveva ripreso il sopravvento sul presente, cupo come sempre.
Aveva allora abbassato le palpebre, saracinesche chiuse al mondo delle menzogne.
La sua bocca, appena socchiusa un attimo prima, si era serrata con violenza:
nessuna voce ne sarebbe mai più uscita!!




Questo è un racconto di fantasia,
qualsiasi somiglianza a persone o fatti realmente accaduti è da ritenersi puramente casuale.

Tourengänger: Gabrio


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Kommentare (6)


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Emanuela hat gesagt:
Gesendet am 2. Februar 2021 um 17:32
Strega comanda color….verde, azzurro, giallo, bianco, rosso….

Ecco, con questo sortilegio che il racconto di fantasia rimanga tale e che il sogno diventi realtà!

Anch’io ho udito una musica, non era calda e avvolgente ma vibrante, scuoteva e dava vita al mio corpo facendomi ballare: lo ricordo bene, era “il contadino allegro” di Chopin.

E che dire di lei? Capelli color del corallo e uno scialle color del cielo....


Gabrio hat gesagt: RE:
Gesendet am 3. Februar 2021 um 12:29
Fortunatamente questo è solo un racconto e come tale va preso.
Non sempre le storie hanno un lieto fine....
Grazie per il commento!!!!

numbers hat gesagt: Complimenti!
Gesendet am 3. Februar 2021 um 13:12
Giordano,
Non ci potranno mai togliere 2 cose importantissime,
i Sogni e la Fantasia.

Grazie per averceli ricordati.

Mario

Gabrio hat gesagt: RE:Complimenti!
Gesendet am 3. Februar 2021 um 18:41
Poco ma sicuro!
Mi avevano impressionato, ai tempi, Brasil di Terry Gilliam e Orwell 1984.
I tempi sono maturi....
Teniamoci stretti i nostri sogni...
Speriamo che il potere magico di Emanuela ci tenga lontano da tutte le cose brutte che la mia mente malata ha "scritto" in questo report.
Grazie per il commento!

Poncione hat gesagt:
Gesendet am 3. Februar 2021 um 20:52
Le "menti malate" caro Giordano, ormai si è capito, son quei moralisti dei miei stivali che per anni si son sciacquati la bocca con le parole "libertà", "democrazia", "diritti" e amenità varie...
Il loro vero volto, ma già si sapeva, è nascosto dietro la scusa della pandemia, a causare porcate di ogni genere verso le masse.
E questa purtroppo non è una fantasia o una favola, ma la triste realtà. Come scrisse qualcuno... "a che serve gridare? sparare si dovrebbe"

Amen

Gabrio hat gesagt: RE:
Gesendet am 3. Februar 2021 um 21:08
In questa sede preferisco essere più diplomatico, limitandomi a ripetere che questo era solo un racconto di fantasia.
Quanto mi piacerebbe però viaggiare nel tempo per vedere se tutte queste nostre paure erano ingiustificate....


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