Anello della Forcola: da Voga, per Bivacco Forcola e Alpe Cima


Publiziert von Alberto C. , 21. Juni 2023 um 22:54.

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:11 Juni 2023
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I   Gruppo Forcola-Arsa 
Zeitbedarf: 5:00
Aufstieg: 930 m
Abstieg: 930 m
Strecke:Percorso ad anello. Km 11,2
Zufahrt zum Ausgangspunkt: Menarola è una frazione di Gordona, in Valchiavenna. Percorrendo la SS36 dello Spluga (la Superstrada, per i milanesi), si raggiunge Lecco, quindi si prosegue fino a Colico, dove si abbandona la Superstrada e si prosegue sul tracciato storico della SS36 seguendo le indicazioni per Chiavenna e St. Moritz. Si attraversa il Fiume Adda, e si costeggio la sponda orientale del Lago di Mezzola, e si prosegue in direzione di Chiavenna; superato San Cassiano si arriva ad una zona industriale che precede una rotatoria, arrivati alla quale si svolta a sinistra in direzione di Gordona che si raggiunge in breve dopo avere superate il Fiume Mera. Mantenendosi sulla strada principale si supera un torrente e, subito dopo il ponte, si gira a sinistra (indicazione per Menarola) sulla SP3 (Via Coloredo), che si percorre per diversi chilometri fino ad arrivare al piccolo abitato di Voga. Si prosegue in salita per un breve tratto dove, al tornante, non è più possibile proseguire, si gira a sinistra dove si trova un parcheggio (ben indicato).

     Un anello non eccessivamente lungo, che percorre gli antichi sentieri che portavano, e portano tutt’ora, al Passo della Fòrcola, che mette in comunicazione la Valchiavenna con la Val Mesolcina. Fino all’apertura della strada per il Passo dello Spluga (nel 1838), era una via commerciale di rilievo. Nella prima metà del secolo scorso, fu utilizzato dai contrabbandieri per i loro traffici (illeciti) con la Svizzera; oggi è solo una meta escursionistica.
     Senza la paventata minaccia di temporali da metà pomeriggio, insinuata dalle previsioni meteo (tra l’altro in quei giorni ci stavano azzeccando!) sarebbe stato bello allungare un poco l’escursione (circa 300 metri di dislivello in più) e raggiungere il Passo Forcola. Dall’Alpe Fòrcola si entra in un ambiente aspro e suggestivo d’alta montagna.
 

       Tutte le utilità che la moderna tecnologia ci mette a disposizione, a ben pensare ci limitano, e ci tolgono quel fascino dell’imprevisto che ogni uscita celava.
       Quand’ero ragazzo per decidere se partire per un’escursione, ci si svegliava presto, e si guardava dalla finestra di caso (hinterland i Milano) in direzione della meta prefissata e, se il cielo era abbastanza sgombro, ci si metteva in auto e si partiva. Qualche acquazzone lo si è preso; qualche volta l’escursione si trasformava in gita turistica eno/gastromica (quando non era proprio il caso di mettersi in marcia); ma qualche meta in più la si raggiungeva, magari un po’ umidi. All’epoca le previsioni meteo, date dal Colonnello Bernacca, erano un po’ approssimative e da non prendere troppo in considerazione su scala locale.
       Oggi, per organizzare l’escursione domenicale, si incomincia giorni prima a dare un occhio al tempo che farà: si consultano più siti, nella speranza di trovare qualche previsione che assecondi il nostro desiderio di movimento. Poi, se è inverno, si consultano vari siti per verificare se c’è neve, e quelli istituzionali per verificare il grado di pericolo valanghe (questo è importante, non va mai trascurato). Poi, se lo spostamento in auto è importante, si dà anche una verifica allo stato della viabilità … Alla fine, dopo questa estenuante ricerca che impegna le serate, si decide: forse è meglio andare là, invece che lì, perché …; è meglio accorciare il tour, per essere all’auto prima dell’arrivo della perturbazione, …; là ci sarà la sagra del …; chissà che casino …  
      Che stress!
 
     Quante sagre, quanti castelli, chiese, abbazie, monumenti, abbiamo scoperto a causa del cattivo tempo trovato in loco. In quanti rifugi e bivacchi abbiamo trovato riparo, e quante chiacchiere, scambi di informazioni, conoscenze e anche risate, si sono fatte in quelle occasioni impreviste.
     Ci siamo fatti un bagaglio di conoscenze per merito dell’imprecisa organizzazione di allora.
     Forse l’eccessiva quantità di informazioni a nostra disposizione ci condiziona troppo … non ci fa bene!
 
 



LOCALITA' DI PARTENZA.  Menarola, località Voga (m 1065, quota GPS, le indicazioni in loco riportano 1056).
 
ATTREZZATURA.  
      Standard da escursionismo.
 
DIFFICOLTÀ.    
      T2 (E, in base alla classificazione CAI). Il tracciato del sentiero è sempre evidente e ha un andamento altimetrico regolare. Non presenta tratti esposti. È sempre ben segnalato.
 
QUOTA MASSIMA:  m 1875, all’Alpe Cima.
 
QUOTA MINIMA:  m 1065, al parcheggio di Voga.
 
SVILUPPO:  km 11,2.
 
TEMPO EFFETTIVO DI MARCIA: ore 04:55.       
 
TEMPI PARZIALI:
     
da Voga a Alpe Guast: 15 minuti;
da Alpe Guast a Dardano (parcheggio): 25 minuti;
da Dardano a Alpe Buglio: 30 minuti;
da Alpe Buglio a Bivacco Forcola: ore 01:00;
da Bivacco Forcola a Alpe Cima: ore 01:05;
da Alpe Cima a Dardano: ore 01:05;
da Dardano a Alpe Guast: 23 minuti;
da Alpe Guast: a Voga: 12 minuti.
 
DESCRIZIONE PERCORSO.
      Dal parcheggio si ritorno sulla strada asfaltata, che si deve percorrere in salita per alcune centinaia di metri, fino ad arrivare al successivo tornante dove la si abbandona deviando per il sentiero che stacca dall’esterno del tornante (cartello con indicazioni per Alpe Dardano, Alpe Buglio, Alpe Forcola, …). Dopo un breve tratto si arriva ad un bivio, dove un segnale indica che si deve svoltare a sinistra (indicazione per Dardano, A. Buglio, P.so Forcola), e in breve cisi ritrova sull’asfalto. Basta attraversare la strada, il sentiero prosegue sul lato opposto abbastanza ripido e porta ad un enorme traliccio di un elettrodotto che ci segnala che si è arrivati all’Alpe Guast (m 1143). Si prosegue lungo il sentiero che sale ripido ma regolare nel bosco, fino a riportarci sulla strada asfaltata che, questa volta bisogna seguire per qualche minuto fino ad arrivare ad un parcheggio in costruzione (potrà tornare utile la prossima volta) al termine della strada: un cartello ci informa che siamo a Dardano (m 1340). Segnalato dallo stesso cartello, il sentiero riprende sul lato destro del parcheggio e sale ripido nel bosco di larici con un ricco sottobosco fino ad arrivare essere interrotto da un cancelletto (aperto) che preannuncia l’ingresso all’Alpe Buglio, che si raggiunge dopo pochi minuti avere superato il cancelletto (m 1560).
     Dall’Alpe Buglio il sentiero prosegue a sinistra mantenendosi in costa; si continua in lieve pendenza attraversando un rado bosco di Larici. Giunti in vista, alla nostra destra, dell’Alpe Forcola, si arriva ad un secondo cancelletto, più ricercato del precedente: fra muretti a secco, posto in un simil arco formato da tronchi incastrati e con la scritta di “Benvenuti”. Ancora un tratto di bel sentiero e si arriva ad una deviazione a sinistra, con un ponticello che attraversa il torrente, dal quale, in leggera salita, si giunge all’Alpe Forcola (m 1838) e al Bivacco omonimo: in realtà si tratta di un piccolo rifugio incustodito ma molto ordinato. Una sosta è d’obbligo; per godere del bel panorama e del senso di ospitalità che trasmette il luogo.
      Dall’Alpe Forcola si riprende la marcia verso sud seguendo le indicazioni per l’Alpe Cima: prossimo punto tappa. Dopo un tratto in leggera discesa, si prosegue per una ripida scalinata e, quindi, per un bel sentiero inerbito che corre fra un ricco sottobosco di rododendri, lamponi e mirtilli in un susseguirsi di salitine e discesine, fino a condurci alla pittoresca Alpe Cima (m 1875), caratterizzata da un bianco campanile e, ben più a valle da questo, da una candida cappelletta circolare. L’Alpe Cima è uno dei più famosi belvedere della Valchiavenna, una sosta è obbligatoria per contemplare la magnifica vista che offre e per l’amenità del luogo, oggi impreziosito anche dalla presenza di una mandria di vitelli.
      In corrispondenza della cappelletta, si trovano i segnavia inequivocabili (evidenti scritte in vernice bianca sulle pietre disposte a gradini del sentiero) che indicano la giusta via. Poco più avanti, ad un bivio, altrettanto evidenti indicazioni, indicano di ignorare il sentiero di destra, che porta all’Alpe Cermine, e di proseguire diritti scendendo a lungo nel bosco con sentiero ben tracciato e regolare. Giunti al bordo del solco formato da un torrente, la pendenza si accentua e il sentiero devia decisamente a destra (direzione sud sud-ovest) seguendo il corso del Torrente Crezza, fino ad arrivare ad un ponticello che lo attraversa (m 1360). Da qui si prosegue, in leggera salita, sull’opposto versante raggiungendo le baite di Dardano (m 1342) e, seguendo il sentiero che è diventato in una stradina, si raggiunge il termine della strada carrozzabile, dove si riprende la traccia già percorsa all’andata fino a far ritorno a Voga.                
 
 
METEO.
     Previsioni meteo azzeccate, solo che i temporali previsti a metà pomeriggio non sono arrivati: meno male! Cielo soleggiato. Vento assente. Temperatura a Voga, alla partenza, 24°; al Bivacco Forcola 20°; all'Alpe Cima 21°; a Voga, al ritorno, 23°.
 
 
FREQUENTAZIONEIncontrati diversi escursionisti, tutti del luogo.
 
COMPAGNI:  Paolo.
 
 

Note bibliografiche:

  • Sergio Papucci e Piero Gritti, I più bei sentieri della Lombardia centrale – 55itinerari in montagna; BLU Edizioni, 2014.
 

Tourengänger: Alberto C.
Communities: Hikr in italiano


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