Passo Forcola m.2226/rifugio-bivacco Forcola m.1838 (SO): due giornate ben riuscite!


Publiziert von Alberto , 22. Mai 2014 um 14:26. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:17 Mai 2014
Wandern Schwierigkeit: T3 - anspruchsvolles Bergwandern
Schneeshuhtouren Schwierigkeit: WT2 - Schneeschuhwanderung
Wegpunkte:
Geo-Tags: Gruppo Balniscio-Forcola   CH-GR   I   Gruppo Forcola-Arsa 
Zeitbedarf: 4:00
Aufstieg: 1195 m
Strecke:Voga m.1057 - Dardano m.1334 - Alpe Buglio m.1544 - bivio per rifugio Forcola a quota 1784 - Passo Forcola m.2226 - rifugio Forcola m.1838
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Milano S.S.36 dello Spluga - Lecco - Colico - seguire per Chiavenna - Novate Mezzola - Samolaco - Gordona - ci si stacca dalla provinciale prendendo per Menarola,passando per le località di Castanedi m.684 - Foppo m.983 e Voga m.1057 [p ]: sono 9,9 km. di strada. Se si vuole proseguire da Voga ai maggenghi giungendo a Dardano si deve avere un permesso a pagamento rivolgendosi al n° 349 463 59 78 (anche per sabato e domenica)
Unterkunftmöglichkeiten:rifugio Forcola m.1838
Kartennummer:carta kompass Chiavenna val Bregaglia - cns n° 277 Roveredo

Vista da Alberto: Vista la meteo non decisamente stabile per tutto l'arco della giornata,decido per la seconda meta,così dal secondo parcheggio posto poco sopra Voga con Angelo,Tilde e Giuseppe alle ore 7,50 partiamo con tanto di ciaspole: già,guardando le foto dell'escursione del sabato precedente,ben si nota che la neve abbonda in questa zona,quindi meglio portarle appresso.

Questa escursione non mi è nuova,rientra in quelle belle da ripetersi magari allungandone il percorso (consiglio a coloro che ne hanno la possibilità di valicare il passo Forcola e andare a visitare il bel rifugio di Campel Alt altre 1,20 ore di marcia per un totale di 4 ore e 40 minuti circa di sola andata per un dislivello di quasi 1500 m. che abbiamo fatto nel 2008) con le svariate possibilità che offre la zona.

Alle ore 8,30 siamo a Dardano dove termina la strada che a pagamento prosegue da Voga,in parte asfaltata,poi in bitume e sterrata nei tratti con pendenza lieve,dove lungo il tgragitto si possono ammirare splendide baite,alcune aventi un splendido panorama senza ostacoli che ne limitano la visione.

Procediamo sempre su sentiero che alle ore 9,00 ci fa arrivare a Buglio: località che offre uno scenario veramente suggestivo. Da qui la larga mulattiera procede in falsopiano,poi perde un poco di dislivello per superare un canale (e ben si notano i danni dell'inverno) per poi riprendere a salire e procedere senza strappi fino a vedere il passo: lungo questo traverso si superano altri canali che a chi ne capisce di montagna,sa bene che salire quassù (a meno che lo si faccia con la prima nevicata se non troppo abbondante) diventa pericoloso e anche i locali lo sanno bene.

 

Giunti a quota 1784 poco prima del bivio per il rifugio,ci ciaspoliamo per risalire l'ampio vallone che conduce al passo,vallone completamente innevato,quindi la camminata in un certo senso è agevolata: mentre si procede,Angelo che è in testa grida "sasso" ed ecco che lo sguardo va immediatamente ad individuare il pericolo,seguendone la sua caduta sempre più veloce di questo masso del diametro di circa 40 cm. che rotola veloce sulla neve fino a rallentare e fermandosi più sotto di me,all'altezza di Giuseppe. Sono rimasto talmente sorpreso che non sono riuscito a filmare questo pericolo,forse causato dalle capre di cui si sentivano i campanellini.

Alle ore 11,10 siamo al passo Forcola dopo ben 3 ore e 20: talmente è alto lo spessore della neve,che copre letteralmente i 2 grandi ometti di pietra che segnalano il passo come pure la segnaletica verticale posizionata dagli svizzeri.

 

Fatte le foto ci rimettiamo in cammino e in 40 minuti siamo al rifugio Forcola alle ore 12,22 dove cominciano i preparativi per riscaldare l'ambiente dove la temperatura registrata era di soli 0° gradi: noto la stufa che sembra posizionata non dove era qualche anno fa,sicuramente per un motivo logico (il fumo) ma l'umidità/condensa che questo rifugio purtroppo ne deve condividere l'esistenza (coibentazione inesistente tra le pareti interno/esterno tanto da creare muffe sui mestoli di legno,pavimento e panche umide per non dire bagnate). Noto che la luce non c'è,in effetti fuori manco si vede il pannello,ma sono stati staccati i contatti per evitare lo scaricarsi della batteria (infatti è stato riportato sul registro tale operazione) come del resto la canna fumaria del precedente camino,che oramai non serve dato che la stufa è stata spostata.

 

Comunque le giornate sono lunghe e poco importa,quindi si procede per rendere confortevole il soggiorno: spacco legna in abbondanza per evitare di andare in legnaia altre volte e facendo si che la legna asciughi un po oltre a lasciarne a chi vi salirà successivamente,mentre Tilde provvede a riempire le pentole con la neve dato che l'acqua non è ancora aperta e la possibilità di reperirla fuori è assai remota dato che è seppellita sotto la neve ancora abbondante.

Verso le 16,00 gli amici ripartono e io riprendo a lavorare facendo sciogliere altra neve,lavando e asciugando il pavimento,poi comincio a togliere la neve lungo il vialetto di accesso al rifugio: poi alle 17,30 arrivano 2 della zona,uno di loro si chiama Robertino (infatti è spesso da queste parti) che ha la baita a Calones,proseguendo a destra una volta giunti a Buglio. Lui con il tutore ha ben da fidarsi e sperare di non scivolare,una volta cambiati gli indumenti bagnati,ripartono e io comincio a preparare la cena a base di patate rosolate (oramai un piatto collaudato).

 

Poco dopo le 18,15 ecco che arriva Gianluigi con la sua tavolozza e uno zaino strapieno: a questa cena inoltre si aggiungeranno i gnocchetti agli spinaci che ha portato quassù e la torta. I pistacchi come stuzzica appetito vanno più che bene,mentre per pranzo ho mangiato un paio di focacce alle olive e cipolle preparate dal sottoscritto come piatto veloce da mettere a scaldare nel forno della stufa che le rende appetitose.

 

Dopo la bella chiaccherata si fanno le 22,15 e il sonno si fa sentire,quindi si procede a infilarsi nel locale notte che si è ben riscaldato nonostante il pavimento,tavolo e panche siano umide a dir poco,ricercando precedentemente l'angolo migliore calcolando la luce del mattino che non ci svegli troppo presto dato che le ante le abbiamo lasciate aperte.

Alle 6,00 mi alzo e riattivo la stufa,vi sono 12° gradi in camera e 14° in cucina con la stufa che aveva la piastra che emanava ancora parecchio calore oltre alla brace ardente: nel breve di qualche istante la stufa riparte alla grande e così ci facciamo una buona tazza di latte con torta come colazione.

Poco dopo giunge quassù il futuro sindaco di Menarola (Fulvio se non erro) che è venuto quassù per fare un controllo al quale gli do alcuni consigli visto che anche i danni da parte dell'inverno non sono mancati: 1) fornire di un ceppo la legnaia per tagliare i pezzi di legna dato che colpendo il cemento,oltre al rischio di rovinare l'ascia,si sbriciola il cemento creando polvere poco piacevole da respirare,oltre al rumore assordante (infatti mi sono messo i tappi) 2) il pannello solare è bene metterlo sulla parte anteriore del rifugio tramite un asta che deve sporgere oltre all'angolo di congiunzione del tetto,di almeno 40 cm. obliquo verso l'alto e il pannello solare posizionato in modo tale che la neve scivoli via velocemente. Sicuramente la neve che vi si deposita sul tetto non coprirà il pannello dato che è esterno ad esso e la distanza che lo separerà dal terreno a vista d'occhio è superiore ai 3 metri: se la cosa non sembra un idea risolutiva,basta impiantare un palo di altezza da terra alto almeno 5 m. e istallarvi il pannello. 3) una tanica da 10 litri per prelevare l'acqua quando questa non è ancora possibile avere all'interno del rifugio e quando la neve è scomparsa,quindi più comodo per il trasporto dai vini torrentelli.

 

Mi conferma che la stufa è stata spostata perché troppo fumo a causa del vento che proveniva dal dietro della struttura e quindi si sono decisi a fare la modifica: infatti prima il fumo era molto elevato,nonostante la stufa andava da ore. Adesso va molto meglio!

 

Ci saluta perché deve tornare a valle e tra l'altro ci dice che è di Colico e conosce bene Daniele uno dei responsabili della Baita del Lago: com'è vero che il mondo è piccolo!

Intanto Gianluigi si prepara per salire al passo,sono le 8,00,io sbrigo le faccende domestiche,pulizia del pavimento,tavoli e cucina,lasciamo un pentolone con un po di acqua di fusione per chi vuole farsi da mangiare e mi preparo a scendere a Buglio: lungo il percorso incontro una coppia del luogo che ha la casa a Dardano i quali sono saliti la domenica precedentge prendendosi una grandinata (noi eravamo alla Piandioss....con il sole!!!!),poi una coppia di anziani e infine a Buglio ecco salire un gruppo di 5 escursionisti i quali mi chiedono se il rifugio esiste ancora dato che hanno sentito dire che era rovinato....tra il sentito e il vedere ne passa di acqua sotto i ponti....è il solito riportare e capire male. Li assicuro che il rifugio è intatto e che vi abbiamo pernottato,quindi partono tranquilli.

 

Poco dopo arriva Gianluigi soddisfatto per la sua discesa con la tavola,breve sosta,poi proseguiamo e scendiamo a valle dove a Gordona mi fermo per la festa: qui compero la fughascia,ottima focaccia che mi mangio mentre viaggio e ripenso alla due giorni passata velocemente.

Ringrazio gli amici per la collaborazione alle faccende di routine in capanna,nella speranza di poter eventualmente,trascorrere un'altra 2 giorni in compagnia.

 

 

Ciao a tutti e alla prossima!


Tourengänger: Alberto, clotilde, gianluigi


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