Pizzo di Cadrèigh (2516 m)
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Piacevole escursione di tarda estate tra le Valli di Santa Maria e di Campo. L’afa che ha contraddistinto le ultime passeggiate ha lasciato finalmente il posto ad aria un po’ più fresca.
Ore 7.45: partenza dall’Infocentro Casaccia, a 1809 m di quota. Il parcheggio è a pagamento (5.- CHF al giorno) e munito di WC gratuiti nonché di acqua potabile. L’autopostale si ferma proprio di fronte.
La zona, situata in uno splendido bosco di Pino montano (Pinus mugo) e Pino cembro (Pinus cembra) con numerose ampie radure, è molto ambita sia in inverno (sciescursionismo, racchette e kitesurfing) sia in estate (passeggiate, bagni di sole e rinfresco nel Brenno nascente.
Mentre il Pino montano ha gli aghi raggruppati a due, il Pino cembro, detto anche Cirmolo, ha gli aghi raccolti in fasci da 5.
A Casaccia c'è la più bella pineta di Pino montano del Ticino. Qui l’albero si presenta in una forma intermedia di transizione da quella eretta (abbondante nelle Alpi occidentali) a quella cespugliosa o prostrata, tipica delle Alpi orientali. È un albero poco esigente, che sopporta anche lunghi periodi di siccità. Prospera meglio sui terreni calcarei o dolomitici ben soleggiati.
Imbocco una strada sterrata che conduce in pochi minuti all’Alpe Samprou (1851 m). Il termine dialettale Samprou è letteralmente traducibile in “il più alto prato”. All’alpe vengo accolto da un cane decisamente poco socievole che vuole difendere il territorio occupato dai suoi padroni, dei turisti olandesi che hanno affittato l’edificio per trascorrervi le vacanze.
Scavalco la recinzione per le mucche, entro e seguo l’alveo asciutto del torrente che scende dal Vallone di Samprou. Il colore della roccia e della sabbia rivela la natura calcarea e dolomitica della zona. Mi aspetto quindi una vegetazione tipica di suolo alcalino: vuoi vedere che c’è anche la stella alpina?
Proseguo seguendo tracce di sentiero, percorsi di mucche e sbiaditi segnali bianco-rossi. Il sole è ancora nascosto dalle montagne: la temperatura rimane gradevolmente fresca.
Salgo velocemente immerso nel silenzio; in basso la marea di turisti non è ancora arrivata, anche le moto non si sentono ancora.
Il sentiero sale ora alla destra del Vallone di Casaccia. Gli ultimi pini, sia mughi che cembri, diventano sempre più piccoli e più radi.
Senza volerlo, mi ritrovo in una vasta prateria ricca di fiori, compresi i tanto ricercati Edelweiss. Ebbene sì, non sarà come in Engadina, ma anche in Ticino ce ne sono e tanti! Gli amici confederati direbbero “Edelweiss hat es auch hier massenweise”!

Scatto foto a destra e manca, cercando di non calpestare le stelle alpine. Purtroppo non dispongo di un obiettivo macro. Mi fido della messa a fuoco automatica; fiducia mal riposta! Sarebbe stato meglio impostare la macchina sulla messa a fuoco manuale: sarà per la prossima volta.
Passo davanti ad affioramenti di dolomia, in parte cariata, che fanno da contrasto alle nere rocce del Pizzo del Corvo e delle frane sui suoi versanti meridionali. Una bella dolina mi ricorda che siamo in una zona carsica. Raggiungo il Passo di Gana Negra (2401 m) con il cielo ancora quasi completamente sereno, accompagnato dalle rapide evoluzioni di una colonia di balestrucci.
Ora è ben visibile l’omino di vetta del Pizzo di Cadrèigh. Il sentiero, qui ben segnalato, segue il crinale del ripido versante che precipita sopra Casaccia. Superati alcuni dossi, in pochi minuti raggiungo la bella cima, posta sulla cresta, chiamata Costa, che divide la Valle di Campo dagli alpeggi di Dötra.
Il toponimo dialettale Pizzo di Cadrèigh è letteralmente traducibile in “Pizzo delle sedie”. Gli alpigiani dei secoli scorsi, con non poca fantasia, trovarono una similitudine tra i terrazzi presenti poco a meridione della vetta e delle enormi sedie.
Tempo di salita: 2:15 h (con numerose pause fotografiche)
Tempo totale: 5 h
Dislivello teorico: 707 m
Sviluppo complessivo: 8,4 km
Difficoltà: T2, EE
Buona copertura della rete cellulare.

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