Kurzbericht 

Ragozzale, Testa di Menta, Passo Tri Omen


Publiziert von paoloski , 18. November 2020 um 17:31.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum:20 Juli 2002
Wandern Schwierigkeit: T3+ - anspruchsvolles Bergwandern
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 2 Tage
Aufstieg: 1800 m
Abstieg: 1800 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Varese, autostrada A26 direzione Gravellona Toce, SS33 del sempione, uscita Val Vigezzo, seguire le indicazioni per Trontano, parcheggi in paese.
Zufahrt zum Ankunftspunkt:Gita andata - ritorno.
Unterkunftmöglichkeiten:Bivacco Alpe Ragozzale
Kartennummer:CNS 285 Domodossola

Dopo averne tanto sentito parlare, io e Michele decidiamo di andare finalmente a vedere la famosa "Porta di Ragozzale".
Partiamo il sabato alle 12,30 dal mio laboratorio, raggiungiamo Trontano e parcheggiamo in centro paese, ci prepariamo e, seguendo le indicazioni, ci incamminiamo lungo una strada sterrata, invero piuttosto noiosa, che diviene, dopo almeno 3 Km, una mulattiera che raggiunge l'Alpe Faievo, un gruppo di baite con un magnifico panorama sulla piana di Domodossola e le montagne attorno.
La mulattiera sale dolcemente fino a raggiungere il costruendo rifugio Parpinasca, chiediamo indicazioni visto che di segnavia non ce ne sono, e sulla base di queste proseguiamo raggiungendo l'Alpe Pesio.
Come ci hanno spiegato da qui dobbiamo svoltare a destra e trovare il sentierino che sale nel bosco per raggiungere la cresta.
Lo individuiamo con un po' di fatica ma infine, trovatolo, non ci resta che salire. Arriviamo sul displuvio nei pressi dell'Alpe Drisioni, da qui volgiamo a sinistra e con diversi tornanti raggiungiamo l'Alpe di Nava, siamo a picco sulla Val d'Ossola.
Il sentiero prosegue verso Sud abbassandosi e proseguendo poi in falsopiano fina a giungere all'Alpe Rina. Qui facciamo una breve sosta, riempiamo le borracce d'acqua che, come scopriamo sorpresi, è naturalmente effervescente. Con una bella mulattiera entriamo in un ampio vallone ed arriviamo all'Alpe Menta, un nucleo con numerose baite. Qualche ometto e delle tracce di passaggio ci fanno dirigere verso l'alto in direzione della grande bastionata che ci separa dall'Alpe Ragozzale. Quando siamo ormai poco sotto la muraglia i contrafforti della scalinata ci permettono di individuare il passaggio: la formidabile scalinata sale fino all'intaglio che interrompe la continuità della cresta. Dalla porta scendiamo i gradini, presenti anche sull'altro versante e già in ombra, ed in pochi minuti siamo all'alpeggio. Una delle baite è stata adattata a bivacco, vi sono già diverse persone che ci accolgono.
Al piano terra è accesa una stufa, dopo esserci cambiati mangiamo qualcosa, poi io salgo a prepararmi una delle brande per la notte. Michele mi dice che non vuole salire: ci sarà un gran russare per cui preferisce accomodarsi da basso, accanto alla stufa. Nel mezzo della notte poi lo vedrò salire al piano di sopra e sistemarsi su una branda: al piano di sotto la stufa si è inevitabilmente spenta e fa un freddo cane, qui il "calore animale" fa si che la temperatura sia più piacevole.
Il mattino dopo mi sveglio presto, esco e rimango sorpreso dalla bellezza dell'alba, vi sono dei colori incredibili che incorniciano il Pedum che si staglia proprio dinnanzi.
Purtroppo vedo anche dei grandi banchi di nebbia che salgono velocemente dal fondovalle, il tempo di fare colazione e siamo immersi in una nebbia spessa che limita la visibilità a qualche decina di metri.
Decidiamo di muoverci comunque, seguendo il sentiero raggiungiamo, con qualche difficoltà, la Costa del Mottac, saliamo fino alla quota 1939 metri poi decidiamo che non ha senso proseguire: non si vede nulla.
Torniamo sui nostri passi, raggiungiamo le pendici della Testa di Menta e saliamo seguendo il pendio fra il Passo Tri Omen e la cima, probabilmente con una visibilità migliore avremmo evitato di salire su questo ripido pendio pieno di rocce malferme e vegetazione ma, non vedendo a più di tre metri saliamo tranquilli fino a che, trovato il sentiero che vi sale molto più agevolmente sulla linea di cresta, arriviamo in cima, la visibilità è identica a quella che avevamo in basso. Scendiamo con molte precauzioni lungo la cresta Sud Ovest dove passa un sentiero segnato e mantenuto dalle capre, raggiungiamo il Passo della Rolà, da qui scendiamo nel Vallone di Menta, raggiungiamo l'Alpe e da qui seguiamo a ritroso i sentieri percorsi ieri, la nebbia persiste ma sembra meno fitta e quando siamo in vista del rifugio Parpinasca lascia il posto ad una bruma che lascia trasparire anche un po' di sole. Da Faievo riprendiamo la strada agricola e finalmente la nostra auto parcheggiata nella piazza di Trontano.

Bella gita, purtroppo inficiata dalla presenza della nebbia il secondo giorno. La Porta di Ragozzale però vale decisamente la fatica di salire fino a qui: una vera opera d'arte, testimonianza dell'ingegno e delle fatiche che i montanari hanno fatto. Una piacevole sorpresa anche l'acqua della fontana dell'Alpe Rina, che non ha nulla da invidiare alla ben più nota Ferrarelle così come i tanti alpeggi, perlopiù purtroppo in rovina, da cui siamo transitati. Piuttosto spartano il bivacco dell'Alpe Ragozzale ma con stufa efficiente ed in posizione magnifica.

Tourengänger: paoloski, edelweiss


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