Punta i Pisoni (1910 m)


Publiziert von emanuele80 , 17. Januar 2020 um 00:27.

Region: Welt » Italien » Piemont
Tour Datum: 2 Januar 2020
Wandern Schwierigkeit: T2 - Bergwandern
Hochtouren Schwierigkeit: L
Schneeshuhtouren Schwierigkeit: WT4 - Schneeschuhtour
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 7:30
Aufstieg: 1450 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Autostrada A26 Gravellona Toce, quindi superstrada del Sempione con uscita Masera/Valle Vigezzo. Imboccare in seguito la strada per Domodossola, superare un semaforo e successivamente svoltare a sinistra. Proseguire e raggiungere Trontano, parcheggio all'inizio di via Tignolino.
Kartennummer:Geo4Map, Val Grande n.14, 1:25.000

Lo spunto per il giro odierno nasce dalla curiosità di esplorare il Fornale di Rina e l’omonimo bivacco, del quale ignoravo l’esistenza. Da un’occhiata più attenta alla cartina, mi balza però all’occhio la Punta i Pisoni, cima minore e poco frequentata dalla posizione interessante, che pare si presti bene per una salita invernale. Cambio dunque programma e decido di partire per questa meta alternativa.

La partenza in Trontano avviene da via Tignolino e proseguo a piedi fino alla cappella sull’incrocio con via Martinella. Svolto a sinistra per un brevissimo tratto, dopodiché imbocco a destra la mulattiera in mezzo alle case sino a raggiungere il Sentiero Natura Trontano-Faievo del Parco della Val Grande (segnavia bianchi e rossi, cartelli e bacheche) che percorro fino all'Alpe Faievo attraversando in alcuni punti la poderale. Proseguo sempre su sentiero per poi incrociare la strada sterrata che seguo brevemente, prima di prendere a sinistra il comodo percorso che porta alle baite iniziali di Parpinasca, tra la prima neve ghiacciata al suolo, ed in seguito al rifugio (teoricamente chiuso, ma il rifugista sembra essere presente, forse per riordinare dopo i bagordi di Capodanno). Il vallone è tutto in ombra e piuttosto gelido, ma la vista che si apre verso N è splendida e la meta è ben visibile dalla parte opposta; mi fermo qualche minuto e calzo le racchette, seguendo poi prontamente delle tracce evidenti che salgono più sopra nel bosco verso Scarpia e raggiungendo Pieso su spazi aperti, in mezzo alle belle baite cariche di neve. Ora individuo addirittura una traccia di sci ed inizio a percorrerne le inversioni senza però illudermi troppo, difatti la stessa di interrompe poco sopra i 1500 m e devo pertanto procedere su terreno intonso. La progressione è molto faticosa a causa della neve non trasformata, ma poco meno di 300 m di dislivello mi separano dalla sella, il percorso è evidente e non intendo mollare. Superato un tratto ripido tra rade piante, arrivo in vista della selletta posta tra la Punta i Pisoni ed un’elevazione secondaria, e la raggiungo su pendii più dolci, trovandomi al cospetto del trittico Weissmies-Lagginhorn-Fletschhorn in lontananza. Dopo una breve pausa, inizio la salita in cresta, da lì a breve piuttosto impegnativa viste le notevoli pendenze che mi fanno rimpiangere il fatto di non aver portato la piccozza. Mi sposto quindi più a destra sfruttando una costola nevosa e successivamente un rado e provvidenziale boschetto sulla sinistra, i cui alberi mi aiutano nella progressione. Superato il tratto più critico, mi alzo in prossimità di una traccia di animali che taglia il pendio poco sotto la cornice sommitale e, dopo qualche passo più prudente in corrispondenza dell’uscita, sbuco sulla vetta finalmente al sole!

Il contrasto tra il selvaggio ambiente di salita e la bucolica sommità è evidente. Inoltre, il panorama è ora completo, la coppia Tignolino-Togano fa bella mostra proprio di fronte, mentre la piana ossolana è stesa ai miei piedi ed una sfilza di vette imbiancate si ergono all’orizzonte. La giornata è limpida ed il tepore del sole un riposo per l’anima.

Fatto tesoro di questi momenti, inizio a visionare il percorso che intendo fare al ritorno: dalla selletta sembra possibile tagliare a sinistra dell’elevazione secondaria citata in precedenza e riprendere la dorsale più avanti, poco prima di raggiungere l’Alpe Nava. Ma per la discesa dalla vetta cambio assetto e metto i ramponi, in modo da garantirmi una maggiore sicurezza viste le pendenze; di ritorno alla selletta, scendo quindi brevemente sul versante opposto lungo un ampio canale per poi iniziare un traverso tra i larici dove le tracce di animali mi guidano su una larga cengia erbosa che mi riporta in cresta fino a toccare l’Alpe Nava, posta in posizione idilliaca. Dopo il meritato pranzo, riparto e raggiungo la piccola croce posta sopra l’alpeggio per una breve sosta panoramica, dopodiché scendo verso NE nel bosco, aggirando questa volta la dorsale a destra e andandola ancora a riprendere più avanti, per poi risalire brevemente e ridiscendere in seguito verso Drisioni, altro alpeggio super panoramico, dove un solitario camoscio si dilegua tra gli alberi. Poco oltre è il momento di inoltrarsi nuovamente nel bosco per ritornare a Parpinasca: seguendo i non frequenti bolli bianco-rossi, cerco di mantenere per un primo tratto il sentiero estivo, ma poi lo perdo più in basso, prima di infilarmi in un ripido ma percorribile canale che scende sul fondo del vallone. Qui è sufficiente mantenere la direzione nel rado bosco e, passando tra grossi massi su terreno privo di tracce ma senza eccessivi problemi di orientamento, arrivo nei pressi del rifugio, dal quale ritorno a Trontano lungo il percorso fatto al mattino.


Tourengänger: emanuele80
Communities: Hikr in italiano


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