Stellihorn (3436 m)
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Alla diga del Lago di Campliccioli prendo il sentiero che risale dolcemente la Val Troncone fino all’Alpe Lombraoro di Sopra, dove il sole inizia a fare capolino. Da qui il percorso si fa incerto e, dopo un breve mezzacosta, arrivo all’imbocco del breve canale ripido che consente di superare la base dell’anfiteatro che cinge la valle e raggiungere i pendii superiori fino all’Alpe Casonotto. Percorro quindi una traccia di animali verso sinistra, guadagnando il canale di gronda che raccoglie le acque per l’invaso del Cingino e dove, nei pressi di un cartello segnavia, punto in direzione del Passo di Antigine risalendo la solitaria vallata verso il confine svizzero. In ultimo mi tengo più a sinistra su roccette per evitare l’ampio nevaio sotto il passo, che raggiungo velocemente. Nel frattempo, le nuvole di calore che si stanno lentamente formando alle mie spalle lasciano spazio sul versante opposto ad un’aria frizzantina e un cielo bello limpido. Inizio quindi a traversare verso N (qualche ometto presente) fino ad incrociare il sentiero che sale al Jazzilücke e dal quale, su un bel traverso segnalato con tratto attrezzato, mi porto alla base del Pizzo Cingino Nord, iniziando poi a rimontarne i blocchi rocciosi verso la dorsale e da qui rapidamente alla vetta (ometto). La cresta che porta allo Stellihorn è dapprima facile e interamente camminabile, poi si fa più ripida e malferma negli ultimi 200 m. Sul versante Ofental è quasi sempre presente un sentierino intervallato da qualche salto roccioso, personalmente all’inizio sono rimasto in cresta arrampicando qua e là, spostandomi solo successivamente sul franoso pendio laterale.
Il panorama dalla vetta ripaga di tutti gli sforzi, con numerosi 4000 ad offrire uno scenario indimenticabile. Appesa alla croce è presente una gamella vuota, se dovesse salire qualcuno porti un libro di vetta.
Ritornato sulla stessa via alla cima del Cingino Nord, scendo seguendo gli ometti in direzione del Passo di Saas, dal quale la mole dello Stellihorn assume un’imponenza davvero grandiosa. Dal passo, lunga discesa sul sentiero segnalato fino all’Alpe Saler per riprendere poco più sotto il percorso dell’andata che riporta a Campliccioli.
Più che una semplice camminata, è un vero e proprio viaggio che attraversa luoghi incontaminati, in cui è richiesta buona preparazione fisica ed una partenza ad orario adeguato visto il notevole sviluppo. Le difficoltà tecniche si concentrano nell’ultimo pendio di salita allo Stellihorn, dove occorre pazienza e intuito per seguire la via giusta. Ho avuto la fortuna di trovare, sul versante svizzero, una giornata limpida e piacevolmente ventilata, il che mi ha permesso di godere dei bellissimi panorami sui giganti del Vallese nonché su tutto il gruppo del Rosa. Sono partito alle 5:15 e rientrato all’auto alle 19, non ho incrociato nessuno in salita ma scorto in lontananza due escursionisti in vetta allo Stellihorn prima di me, saliti e scesi da Mattmark. Vista inoltre un’anziana volpe a Lombraoro di Sotto e uno stambecco sulla cresta del Pizzo Cingino Nord. In solitaria.

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