Torrone di Garzora 3017m
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Un altro tremila ticinese conquistato: ci tengo particolarmente perchè fatto con un compagno eccezionale e perchè per la prima volta ho fatto l'esperienza di una cordata.
Mi telefona giovedì sera Oliviero e mi chiede se ho voglia il giorno dopo di fare un'escursione visto che poi la meteo da tre giorni di pioggia: mi propone come mete la Rosa dei Banchi in Val d'Aosta o il Torrone di Garzora in Val Blenio di cui gli avevo parlato. Il giorno dopo per me sarebbe stato lavorativo ma davanti all'idea di poter finalmente fare una delle cime che mi ero proposto non ci ho pensato due volte e ho accettato.
Quella che segue è la relazione fatta da Oliviero sull'escursione.
"In corrispondenza del cancelletto dell´ Alpe Garzott, dove inizia il sentiero per la Capanna Michela, sulla destra si stacca una traccia che costeggia il ruscello per poi attraversarlo e risalire i pascoli soprastanti. Una volta nel lariceto, sebbene non segnalata, la traccia diviene evidente, e risale ripida a stretti tornanti i fianchi meridionali del Torno. Superata una recente frana, si entra in una verde valletta dopo la quale si prosegue a mezzacosta sino a raggiungere l´ Alpe Garzora (1889). Pochi passi oltre la fontana, fra i rabarbari selvatici parte una traccia verso NE (dritti rispetto il senso di marcia) che con un lungo diagonale attraversa i pascoli transitando sotto ad un caratteristico dente roccioso. Inizialmente la traccia anche se labile, è comunque visibile, poi però finisce col perdersi. Si prosegue col mezzacosta sui ripidi pascoli sino a girare dietro al costone che chiude la vista, trovandosi davanti alla verdeggiante e rigogliiosa conca di Dolè (2085).dominata dal Torrone di Garzora, che ora appare in tutta la sua bellezza. Con qualche saliscendi si attraversa la conca, puntando all´ ultima costola erbosa fiancheggiata da due ruscelli, dove già dal basso si intravede il sentierino che la percorre diagonalmente sino al colle di quota 2450, aperto fra il Torno (destra) e i dirupati fianchi W del Torrone (sinistra). Tenendo come punto di riferimento un grande masso parallelopipoidale, ci si mantiene sul margine sinistro del colle senza toccare le pietraie, quindi si risale un pendio erboso e quando questo diviene troppo ripido, lo si abbandona attraversando il ruscello a destra e percorrendo un breve tratto di pietraia per poi tornare sull´ erba a sinistra e risalire sino al suo termine, sbucando su un pianoro (ometto in uscita). Tra grossi massi ci si dirige alla crestina rocciosa sulla sinistra, più agevole da percorrere, quindi si imbocca il canalone di sfasciumi che sbuca sulla cresta alla destra di un roccione piramidale, che anticipa l´ ancor più imponente Torrone, trascurando il colle di quota 2920, massima depresasione con i Vernokhorner (alcuni ometti eretti dall´ autore). La salita lungo il canalone, circa 200 m., è disagevole, faticosa e va affrontata con una certa cautela. Una volta in cresta, si piega decisamente a sinistra, raggiungendo il grosso spuntone a piramide che si contorna a sinistra, tornando sul filo con erba e roccette fin sotto la cresta terminale. Si attacca in una sorta di imbutino (II), quindi si riesce su roccia discreta per proseguire con difficoltà di II/II+ su una cresta che si fa sempre più aerea sino ad una sosta attrezzata con fettuccia e moschettone (35 M.). Dalla sosta si prosegue su terreno più facile, aggirando a destra una paretina di scisti marci e pervenendo ad una seconda sosta anch´ essa attrezzata con fettuccia e moschettone, posta su di un terrazzino pochi metri sotto la vetta ,che si raggiunge per ripido pendio di terra ed erba. Piccola croce in ferro posta sopra un ometto. Panorama grandioso."
Che dire di più, per me è stata la prima volta di una salita alpinistica su roccia, affrontando passaggi di arrampicata dal II grado in sù, e con attrezzatura da arrampicata: un'esperienza che in un paio di momenti mi ha fatto sentire il cuore a mille, ma superati pensando che comunque non ero solo ma in ottime mani. Le bandierine tibetane questa volta le ho messe in cima con la riverenza di fronte alla parete superata e l'orgoglio di avercela fatta!
Mi telefona giovedì sera Oliviero e mi chiede se ho voglia il giorno dopo di fare un'escursione visto che poi la meteo da tre giorni di pioggia: mi propone come mete la Rosa dei Banchi in Val d'Aosta o il Torrone di Garzora in Val Blenio di cui gli avevo parlato. Il giorno dopo per me sarebbe stato lavorativo ma davanti all'idea di poter finalmente fare una delle cime che mi ero proposto non ci ho pensato due volte e ho accettato.
Quella che segue è la relazione fatta da Oliviero sull'escursione.
"In corrispondenza del cancelletto dell´ Alpe Garzott, dove inizia il sentiero per la Capanna Michela, sulla destra si stacca una traccia che costeggia il ruscello per poi attraversarlo e risalire i pascoli soprastanti. Una volta nel lariceto, sebbene non segnalata, la traccia diviene evidente, e risale ripida a stretti tornanti i fianchi meridionali del Torno. Superata una recente frana, si entra in una verde valletta dopo la quale si prosegue a mezzacosta sino a raggiungere l´ Alpe Garzora (1889). Pochi passi oltre la fontana, fra i rabarbari selvatici parte una traccia verso NE (dritti rispetto il senso di marcia) che con un lungo diagonale attraversa i pascoli transitando sotto ad un caratteristico dente roccioso. Inizialmente la traccia anche se labile, è comunque visibile, poi però finisce col perdersi. Si prosegue col mezzacosta sui ripidi pascoli sino a girare dietro al costone che chiude la vista, trovandosi davanti alla verdeggiante e rigogliiosa conca di Dolè (2085).dominata dal Torrone di Garzora, che ora appare in tutta la sua bellezza. Con qualche saliscendi si attraversa la conca, puntando all´ ultima costola erbosa fiancheggiata da due ruscelli, dove già dal basso si intravede il sentierino che la percorre diagonalmente sino al colle di quota 2450, aperto fra il Torno (destra) e i dirupati fianchi W del Torrone (sinistra). Tenendo come punto di riferimento un grande masso parallelopipoidale, ci si mantiene sul margine sinistro del colle senza toccare le pietraie, quindi si risale un pendio erboso e quando questo diviene troppo ripido, lo si abbandona attraversando il ruscello a destra e percorrendo un breve tratto di pietraia per poi tornare sull´ erba a sinistra e risalire sino al suo termine, sbucando su un pianoro (ometto in uscita). Tra grossi massi ci si dirige alla crestina rocciosa sulla sinistra, più agevole da percorrere, quindi si imbocca il canalone di sfasciumi che sbuca sulla cresta alla destra di un roccione piramidale, che anticipa l´ ancor più imponente Torrone, trascurando il colle di quota 2920, massima depresasione con i Vernokhorner (alcuni ometti eretti dall´ autore). La salita lungo il canalone, circa 200 m., è disagevole, faticosa e va affrontata con una certa cautela. Una volta in cresta, si piega decisamente a sinistra, raggiungendo il grosso spuntone a piramide che si contorna a sinistra, tornando sul filo con erba e roccette fin sotto la cresta terminale. Si attacca in una sorta di imbutino (II), quindi si riesce su roccia discreta per proseguire con difficoltà di II/II+ su una cresta che si fa sempre più aerea sino ad una sosta attrezzata con fettuccia e moschettone (35 M.). Dalla sosta si prosegue su terreno più facile, aggirando a destra una paretina di scisti marci e pervenendo ad una seconda sosta anch´ essa attrezzata con fettuccia e moschettone, posta su di un terrazzino pochi metri sotto la vetta ,che si raggiunge per ripido pendio di terra ed erba. Piccola croce in ferro posta sopra un ometto. Panorama grandioso."
Che dire di più, per me è stata la prima volta di una salita alpinistica su roccia, affrontando passaggi di arrampicata dal II grado in sù, e con attrezzatura da arrampicata: un'esperienza che in un paio di momenti mi ha fatto sentire il cuore a mille, ma superati pensando che comunque non ero solo ma in ottime mani. Le bandierine tibetane questa volta le ho messe in cima con la riverenza di fronte alla parete superata e l'orgoglio di avercela fatta!
Tourengänger:
Floriano,
Oliviero Bellinzani


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Kommentare (6)