Punta Straling (3115 m)
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Lasciata l’auto poco sotto il primo tornante, risalgo di buon’ora sulla strada asfaltata prima di imboccare la mulattiera dal fondo lastricato che sale ripida nel bosco. Raggiunta la fontana al bivio di quota 1420 m, mi innalzo ancora nella pecceta fino a sbucare sul magnifico terrazzo a pascoli di Otro, dove si trovano cinque gruppi di casolari ancora addormentati. Dal primo (Follu) proseguo sugli aperti pendii fino a Scarpia e poi a Pianmisura piccola e grande, vicini, separati solo dal torrentello che scende dal Passo Foric. La giornata è limpida e già calda, il sentiero fin qui è ben indicato e battuto. La traccia, ora meno evidente ma sempre segnalata, prosegue la salita presso il fondo del vallone, lasciando a sinistra, oltre il torrente, la vicina Alpe Kultiri in splendida posizione e, oltrepassata una zona di massi, esce su un gran pianoro detritico a circa 2300 m, nei pressi delle indicazioni per l’Alpe Granus e il Bivacco Revelli. Poco oltre, risalgo un pendio portandomi all’ampio terrazzo dell’Alpe Granus, dal quale appare la Punta Straling già in procinto di mettere il cappuccio. Ora si può salire liberamente ma, cercando di non smarrire i non sempre visibili segnavia, entro per vallette erbose nel valloncello che conduce al Passo della Coppa, raggiungendolo prima su nevaio, poi con un ultimo tratto più ripido ed un breve traverso su scivolose roccette. Dopo una breve pausa, inizio a percorrere il largo dosso detritico meridionale fino all’anticima quotata 3063 m (ometto). Da qui la cresta scende a gradoni rocciosi fino ad una depressione prima di risalire altre due elevazioni, la prima più elegante che apparentemente può sembrare la cima ma che in realtà cela la vetta vera e propria. Con qualche breve e facile passaggio di arrampicata le supero e raggiungo la punta (ometto), balcone privilegiato sul massiccio del Rosa, del Bianco e sul Gran Paradiso.
Dopo una lunga sosta in quota, torno alla depressione sotto la quota 3063 m e decido di scendere sfruttando il ripido pendio erboso che percorre il fianco del canalone detritico denominato Granus, ai piedi dei contrafforti che degradano dall’anticima ai pascoli dell’alpe. Senza particolari difficoltà, piego progressivamente verso destra in direzione delle ben visibili baite dell’alpeggio, dalle quali torno a valle lungo il percorso dell’andata, godendomi il clima caldo e le splendide fioriture circostanti.
Gita meritevole per l’ambiente solitario dopo Pianmisura e gli accecanti colori estivi. Giornata limpida al mattino, dopodiché si sono formate le classiche nubi di calore in risalita dal versante valsesiano che non hanno però compromesso eccessivamente la visibilità e i panorami, limitati verso il Piemonte ma ampi e luminosi altrove. In solitaria con altri tre escursionisti sul mio percorso che si sono fermati all’anticima, orde di chiassosi turisti invece da Follu ad Alagna.

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