Traversata Punta Cadini - Rocca Santa Caterina - Cima di Pejo - Punta Taviela


Publiziert von Marco_92 , 16. Juli 2020 um 13:46. Text und Fotos von den Tourengängern

Region: Welt » Italien » Lombardei
Tour Datum:25 Juni 2019
Wandern Schwierigkeit: T5- - anspruchsvolles Alpinwandern
Hochtouren Schwierigkeit: ZS
Klettern Schwierigkeit: II (UIAA-Skala)
Wegpunkte:
Geo-Tags: I 
Zeitbedarf: 2 Tage
Aufstieg: 1800 m
Abstieg: 1800 m
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Da Santa Caterina in auto al parcheggio dei Forni. Ticket 4 €/giorno

Il gruppo Ortles-Cevedale offre scalate bellissime ed in un certo senso "romantiche" che ricordano un alpinismo ormai abbastanza abbandonato e che permettono di uscire dalle vie più frequentare del Gran Zebrù, del Cevedale e della Punta San Matteo
Questo itinerario è per noi il completamento della mitica "traversata delle 13 cime" che a causa maltempo non siamo riusciti a compiere integralmente in una volta sola.

Salire solamente queste 4 cime è possibile (anche se sicuramente molto faticoso) in giornata, ma non sfruttare la perfetta posizione del bivacco Meneghello per spezzare la fatica e godersi una notte in paradiso sarebbe un delitto. 
La prima tappa è quindi la salita al Bivacco: a partire dal parcheggio dei forni -2150 m- (lasciamo l'auto alle 6 circa del mattino) si raggiunge il rifugio Branca per poi intraprendere il "sentiero glaciologico alto" che conduce alla porzione terminale del ghiacciaio.
Da qui si inizia la risalita in conserva cercando la via più comoda per evitare le maggiori pendenze e le varie crepacciate (fortunatamente ancora poche a giugno).
In questi anni di nevicate tardive a maggio e giugno, la salita al bivacco risulta abbastanza faticosa (a causa della presenza di neve fresca e molle) e molto rallentanta...in circa 5 ore siamo al Meneghello (3340 m)

Il pomeriggio e la sera in bivacco sono una vera cura per l'anima...la notte arriva un po di nevischio e le temperature scendono sotto 0.

Il mattino dopo alle 4.30 circa usciamo dal bivacco. Un po di rigelo c'è stato, ma assolutamente non sufficiente per impedire di affondare ad ogni passo. Preso grossomodo il filo di cresta sin dal Colle degli Orsi (3330 m), la salita alla punta Cadini (3524 m) battendo tutta la traccia è a tratti una sofferenza, ma l'arrivo in vetta dopo la ripida parte finale è stupendo.

Dalla cima proseguiamo lungo la cresta est (in questa zona, molto più ombrosa, procediamo assai più spediti) fino al colletto da cui si inizia a mettere un po di mano su delle roccette.
Avanzando verso la Rocca Santa Caterina (3529 m) si alternano passaggi di ghiaccio e neve a passaggi completamente in roccia molto divertenti e a tratti esposti che però si superano senza problemi - presenza di spit nei passaggi più esposti -. L'unico tratto complesso (IV) è attrezzato e quindi facilmente superabile, si segnala solo una corda completamente sfibrata di cui non si consiglia l'impiego.

Dalla Rocca si prosegue sempre su cresta di misto (con l'unico tratto di impegno appena dopo la cima) ed in poco tempo si raggiunge anche la cima di Pejo (3548 m).
Da qui la via procede prima su larga cresta e poi consente di scendere leggermente sulla destra per aggirare rocce più impegnative. La punta Taviela (3612 m), prima apparentemente lontana, giunge quasi inaspettatamente veloce.

Da qui l'idea di proseguire la cresta fino al colle Vioz vacilla a causa del sopraggiungere del brutto tempo. Battere la via ci ha tolto parecchie energie e l'idea di disarrampicare tra le nubi non è accattivante. Scegliamo quindi di scendere direttamente verso il centro del ghiacciaio affrontando centralmente il pendio con la speranza di trovare una via tra i seracchi.
La fortuna ci assiste e superata una discesa a pendenza notevole ci resta solo di attraversare tutto il ghiacciaio in direzione nord...un operazione che ci richiede tempo e fatica a causa del continuo sprofondare nella neve molle.

Attraversato il ghiacciaio si raggiunge la morena ricongiungendosi con la via che porta al rifugio Vioz e al Palon de la Mare e con lungo sentiero (non banale) si rientra verso il Branca.
Da qui, scendiamo lungo il sentiero glaciologico basso per evitare la sterrata ed in circa un'ulteriore oretta siamo all'auto.

Nota: fare questo itinerario in stagione precoce da sicuramente la sensazione di tornare indietro nel tempo quando questi ghiacciai non erano in perenne sofferenza causa cambiamento climatico. Il prezzo da pagare è una notevole fatica bonus per battere tutto il percorso.

PS: il grado di escursionismo T5 si riferisce al tratto di discesa tra la fine del ghiacciaio e la morena prima del Branca. Il resto, è sempre un semplice T2/T3.

Marco e Francesco

Tourengänger: francesc92, Marco_92


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Kommentare (1)


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Menek hat gesagt:
Gesendet am 17. Juli 2020 um 16:11
Due bellissime giornate...


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