Chüebodenhorn (3070 m)
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Primo 3000 in invernale sia per me, sia per mio fratello (davikokar).
Itinerario di alta montagna valutato come facile, ma non di certo una passeggiata scolastica. Infatti, nonostante lo sviluppo contenuto (13 km), altri fattori la rendono una gita di tutto rispetto: il dislivello complessivo di 1460 metri, la neve ben presente tra i 2000 e i 3000 metri, i tratti di pendenza importante nella salita tra il Gerenpass e la cima. È una meta molto gettonata, ma quel giorno é stata tutta nostra (nessun incontro).
Descrizione salita:
Ci siamo incontrati presso l'ospizio di All'Acqua alle 07:15 a metà strada tra le nostre rispettive città (questo é uno dei motivi della scelta della meta). Le cime sono illuminate dal sole, la giornata si prospetta calda, ci sono circa 6 gradi, prevista cumulogenesi in Ticino e rovesci solo in serata. Le cime del crinale Gallina-Chüebondenhorn-Rotondo sono parzialmente avvolte dalle nubi. Confidiamo in un diradamento grazie al riscaldamento diurno.
Ci avviamo lungo il sentiero facile a destra della carreggiata che, privo di neve, ci conduce alla Capanna Piansecco, segnalata dai cartelli già presso il parcheggio. Esso segue la valle del Riale di All'Acqua per poi risalirne il versante dx, nel bosco, fino alla Capanna.
Vista verso NW dalla Capanna Piansecco: la vetta è avvolta dalla nebbia
Sono le 08.15, scegliamo di lasciare il sentiero estivo che si addentra nella valle perché é spesso interrotto da nevai inclinati con neve in condizioni limite, evitabili solo scalando rocce o calpestando cespugli. Siamo saliti a destra, varcando un promontorio da cui, poco più avanti, suppongo (ma non sono mai andato ) si stacchi la traccia per il Pizzo Rotondo.
Il cielo diventa interamente grigio, l'aria è densa. A quota 2140 m ci riassettiamo indossando le ciaspole. Da qui la neve è sempre presente, piuttosto molle. Pensavo gelasse di notte ma probabilmente il cielo coperto ha impedito l'irraggiamento notturno e il conseguente raffreddamento del suolo. Nonostante ciò è ancora portante. Al ritorno mi aspettavo chilometri massacranti nel budino fino alla vita, ma fortunatamente non é stato così.
Seguiamo la valle lentamente, e ci avviciniamo al passo del Geren, presso il quale ci sorpende una fitta nebbia. Abbiamo impiegato 3 ore a raggiungerlo. L'ultimo pezzo è un bel pendio ripido lungo il quale abbiamo incontrato piccole valanghe scaricatesi in precedenza. Il pendio, visto da sotto sembra un muraglione. Risalirlo è comunque facile in quanto la pendenza in realtà è moderata.
Ultimo balzo prima del Gerenpass
Alle 11:15 siamo dunque al Gerenpass, quota 2670, la nebbia ci impedisce la visione del lago, siamo un po' titubanti nell'affrontare la cima. Da qui io non sono mai proseguito pertanto studiamo bene la traccia gps su swissmap e la confrontiamo con quel poco di terreno che possiamo osservare. Nel cielo si intravvede il disco solare dietro la cappa di nebbia. Visto che ci mancano 400 m (relativamente pochi da risalire, ma sufficienti per sperare di superare il top della nube) e non è tardi, ci avviamo motivati dalla speranza di trovare la cima sgombra dalle nubi. Da subito incontriamo ripidi pendii che ci inducono ad utilizzare le piccozze. A quota 2850 m un passaggio ripido ci induce a lasciare le ciaspole, scalare alcune rocce per aggirarlo e indossare quindi, vista la crescente pendenza, i ramponi. Da qui poi risaliamo agevolmente altri punti ripidi fino alla ganda finale. Un ammasso di macigni molto semplice da percorrere, ma che allontana da noi la cima che credevamo dietro l'angolo, ci consente di raggiungere la crestina a 2 passi dalla vetta. Solo con gli scarponi qui perché la neve è stata trasportata e ne resta poca.
Vista a NW dal Chüebodenhorn
La cima
La montagna è conquistata, siamo entusiasti. In Canton Uri è sereno, pertanto per buona parte della salita dal Gerenpass che si sviluppa sul confine, così come in vetta, abbiamo goduto di buona visibilità e anche del sole.
Sono le 13.15, foto, pic-nic e dopo 30 minuti ci apprestiamo alla discesa.
Stiamo relativamente poco tempo nel punto culminante della gita, dal quale ci rendiamo conto che ci aspetta un altrettanto impegnativo ritorno.
La discesa
Riprendiamo i ramponi poco sotto e discendiamo verso il Gerenpass con facilità. I passaggi più ripidi li svolgiamo rivolti alla montagna come nella salita.
Presto ci ritroviamo di nuovo un cielo plumbeo, ma con ampi squarci verso Uri.
Possiamo ammirare il lago coperto di neve, l'affascinante zona del Geren dall'alto durante la discesa, e il Poncione di Cassina Baggio ergersi aguzzo dinnanzi a noi oltre il passo del Geren. Spettacolare vista nell'insieme.
Il Geren Pass e dietro il Poncione di Cassina Baggio visti dal versante S del Chüebodenhorn (il lago rimane a destra non visibile nella foto)
La discesa prosegue verso Piansecco, manteniamo i ramponi e ci avviciniamo alla Capanna questa volta seguendo il sentiero estivo (pertanto con passaggi obbligati nei cespugli o in neve piena di buchi nei quali cadiamo qualche volta).
Ultima pausa alla capanna, ci idratiamo bevendo dal fiume, e poi raggiungiamo l'auto alle 17.45. Da qui finalmente riusciamo a vedere la nostra montagna senza nubi.
Ne osserviamo la forma, abbiamo per la prima volta una visione d'insieme della vallata e della sovrastante vetta imponente. Ci guardiamo, ci chiediamo come avessimo potuto essere stati lassù e constatiamo con un certo orgoglio di aver conquistato un bel 3000!
Itinerario di alta montagna valutato come facile, ma non di certo una passeggiata scolastica. Infatti, nonostante lo sviluppo contenuto (13 km), altri fattori la rendono una gita di tutto rispetto: il dislivello complessivo di 1460 metri, la neve ben presente tra i 2000 e i 3000 metri, i tratti di pendenza importante nella salita tra il Gerenpass e la cima. È una meta molto gettonata, ma quel giorno é stata tutta nostra (nessun incontro).
Descrizione salita:
Ci siamo incontrati presso l'ospizio di All'Acqua alle 07:15 a metà strada tra le nostre rispettive città (questo é uno dei motivi della scelta della meta). Le cime sono illuminate dal sole, la giornata si prospetta calda, ci sono circa 6 gradi, prevista cumulogenesi in Ticino e rovesci solo in serata. Le cime del crinale Gallina-Chüebondenhorn-Rotondo sono parzialmente avvolte dalle nubi. Confidiamo in un diradamento grazie al riscaldamento diurno.
Ci avviamo lungo il sentiero facile a destra della carreggiata che, privo di neve, ci conduce alla Capanna Piansecco, segnalata dai cartelli già presso il parcheggio. Esso segue la valle del Riale di All'Acqua per poi risalirne il versante dx, nel bosco, fino alla Capanna.
Vista verso NW dalla Capanna Piansecco: la vetta è avvolta dalla nebbia
Sono le 08.15, scegliamo di lasciare il sentiero estivo che si addentra nella valle perché é spesso interrotto da nevai inclinati con neve in condizioni limite, evitabili solo scalando rocce o calpestando cespugli. Siamo saliti a destra, varcando un promontorio da cui, poco più avanti, suppongo (ma non sono mai andato ) si stacchi la traccia per il Pizzo Rotondo.
Il cielo diventa interamente grigio, l'aria è densa. A quota 2140 m ci riassettiamo indossando le ciaspole. Da qui la neve è sempre presente, piuttosto molle. Pensavo gelasse di notte ma probabilmente il cielo coperto ha impedito l'irraggiamento notturno e il conseguente raffreddamento del suolo. Nonostante ciò è ancora portante. Al ritorno mi aspettavo chilometri massacranti nel budino fino alla vita, ma fortunatamente non é stato così.
Seguiamo la valle lentamente, e ci avviciniamo al passo del Geren, presso il quale ci sorpende una fitta nebbia. Abbiamo impiegato 3 ore a raggiungerlo. L'ultimo pezzo è un bel pendio ripido lungo il quale abbiamo incontrato piccole valanghe scaricatesi in precedenza. Il pendio, visto da sotto sembra un muraglione. Risalirlo è comunque facile in quanto la pendenza in realtà è moderata.
Ultimo balzo prima del Gerenpass
Alle 11:15 siamo dunque al Gerenpass, quota 2670, la nebbia ci impedisce la visione del lago, siamo un po' titubanti nell'affrontare la cima. Da qui io non sono mai proseguito pertanto studiamo bene la traccia gps su swissmap e la confrontiamo con quel poco di terreno che possiamo osservare. Nel cielo si intravvede il disco solare dietro la cappa di nebbia. Visto che ci mancano 400 m (relativamente pochi da risalire, ma sufficienti per sperare di superare il top della nube) e non è tardi, ci avviamo motivati dalla speranza di trovare la cima sgombra dalle nubi. Da subito incontriamo ripidi pendii che ci inducono ad utilizzare le piccozze. A quota 2850 m un passaggio ripido ci induce a lasciare le ciaspole, scalare alcune rocce per aggirarlo e indossare quindi, vista la crescente pendenza, i ramponi. Da qui poi risaliamo agevolmente altri punti ripidi fino alla ganda finale. Un ammasso di macigni molto semplice da percorrere, ma che allontana da noi la cima che credevamo dietro l'angolo, ci consente di raggiungere la crestina a 2 passi dalla vetta. Solo con gli scarponi qui perché la neve è stata trasportata e ne resta poca.
Vista a NW dal Chüebodenhorn
La cima
La montagna è conquistata, siamo entusiasti. In Canton Uri è sereno, pertanto per buona parte della salita dal Gerenpass che si sviluppa sul confine, così come in vetta, abbiamo goduto di buona visibilità e anche del sole.
Sono le 13.15, foto, pic-nic e dopo 30 minuti ci apprestiamo alla discesa.
Stiamo relativamente poco tempo nel punto culminante della gita, dal quale ci rendiamo conto che ci aspetta un altrettanto impegnativo ritorno.
La discesa
Riprendiamo i ramponi poco sotto e discendiamo verso il Gerenpass con facilità. I passaggi più ripidi li svolgiamo rivolti alla montagna come nella salita.
Presto ci ritroviamo di nuovo un cielo plumbeo, ma con ampi squarci verso Uri.
Possiamo ammirare il lago coperto di neve, l'affascinante zona del Geren dall'alto durante la discesa, e il Poncione di Cassina Baggio ergersi aguzzo dinnanzi a noi oltre il passo del Geren. Spettacolare vista nell'insieme.
Il Geren Pass e dietro il Poncione di Cassina Baggio visti dal versante S del Chüebodenhorn (il lago rimane a destra non visibile nella foto)
La discesa prosegue verso Piansecco, manteniamo i ramponi e ci avviciniamo alla Capanna questa volta seguendo il sentiero estivo (pertanto con passaggi obbligati nei cespugli o in neve piena di buchi nei quali cadiamo qualche volta).
Ultima pausa alla capanna, ci idratiamo bevendo dal fiume, e poi raggiungiamo l'auto alle 17.45. Da qui finalmente riusciamo a vedere la nostra montagna senza nubi.
Ne osserviamo la forma, abbiamo per la prima volta una visione d'insieme della vallata e della sovrastante vetta imponente. Ci guardiamo, ci chiediamo come avessimo potuto essere stati lassù e constatiamo con un certo orgoglio di aver conquistato un bel 3000!
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