Piz Moesola o Marscholhorn, Cima NE (2904 m) – Skitour
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Dopo 52 giorni di astinenza, posso finalmente calzare di nuovo gli sci per la classica gita al Piz Moesola. In caso di successo, sarebbe la sesta volta in sette anni.
Inizio dell’escursione: ore 6.15
Fine dell’escursione: ore 10.10
Pressione atmosferica, ore 6.00: 1025 hPa
Temperatura alla partenza: 1°C
Isoterma di 0°C, ore 6.00: 3400 m
Temperatura al rientro: 8°C
Velocità media del vento: 10 km/h
Sorgere del sole: 5.59
Tramonto del sole: 20.40
Sveglia alle 3:30; partenza da casa alle 4:33, arrivo al Passo del San Bernardino alle 6:00, dopo 100,8 km d’auto.
Sono il primo ad arrivare all’Ospizio del Passo. La temperatura dell’aria è di un grado centigrado; il frescolino è accentuato dal vento da nord-ovest. Per la prima volta affronto la salita al Piz Moesola all’inizio di maggio; negli anni scorsi non l’ho mai salito prima della terza settimana di maggio. Quest’anno posso quindi calzare gli sci già dal parcheggio: niente portage!
Dopo poche decine di metri mi rendo conto che la neve è compatta e dura come il cemento. Decido di applicare immediatamente i rampanti: si riveleranno indispensabili per molti tratti della salita.
Dopo mezz’ora dalla partenza arrivo al sole e dopo ulteriori 15 minuti pervengo al fantastico altopiano cosparso di macigni, compreso l’enorme monolito, che costituisce un ottimo punto di riferimento.
Le cime che svettano su un cielo privo di nubi sono numerose; la più seducente è il Chilchalphorn (3040 m), raggiunto con grande soddisfazione il 20 febbraio dell’anno scorso.
Vedo delle tracce non più vecchie di un giorno; non sono tuttavia di aiuto, in quanto la neve compatta è portante ovunque. Seguo il percorso che mi sembra più logico, evitando di inerpicarmi sui motti per sottrarmi a salite inutili. Inizio la parte più ripida alle otto. La neve è ancora durissima; malgrado i rampanti a volte ho l’impressione di “sciare sulle uova”, nel senso che devo prestare la massima attenzione per evitare la scivolata laterale. Con una dozzina di inversioni supero il muro sommitale, prima di raggiungere la cresta N e il successivo pianoro a 2820 m di quota. Mi rimane l’ultima rampa, fino al deposito sci.

Il Piz Moesola visto da nord
L’aria è tersa e il vento a 2872 m è più sostenuto che in basso. Per evitare brutte sorprese ancoro gli sci nella fessura di una roccia e affronto la breve arrampicata finale con la piccozza e un bastoncino. Scopro che nei bellissimi bastioni rocciosi ci sono tre monofore e non solo una come avevo sempre creduto. Alle 8:55, dopo 2 h e 40 min di salita arrivo all’omino di vetta. Che spettacolo! Da questa cima il panorama è veramente a 360°, non è solo un modo di dire.
La sommità principale del Marscholhorn dista circa 450 m, in direzione ovest. È una vetta molto seducente, ma in inverno/primavera valuto che sia alpinistica; mi limito a fotografarla.
Durante la discesa incrocio complessivamente sette sci alpinisti svizzero tedeschi, tutti entusiasti per la spettacolare giornata. La neve rimane compatta e perfettamente sciabile fino all’Ospizio del Passo del San Bernardino.
Per la sesta volta al Piz Moesola, una cima che soddisfa tutti, soprattutto quando si ha la possibilità di scegliere una giornata serena come quella odierna, dopo un lungo periodo di astinenza forzata.
Tempo totale: 3 h 55 min
Tempo di salita: 2 h 40 min
Dislivello in salita: 840 m
Sviluppo complessivo: 7,1 km
Difficoltà: PD+
Pericolo di valanghe, valutazione personale: 1 (debole)
Coordinate Piz Moesola, Cima NE: 730'840 / 150'735
Libro di vetta: no
Copertura della rete cellulare: buona
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