Piz Moesola o Marscholhorn, Cima NE (2904 m) – Racchette da neve
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Come d’abitudine, verso la fine della stagione sci escursionistica mi reco al Passo del San Bernardino per la classica gita al Piz Moesola, che apprezzo molto. Ebbene, arrivato di buon mattino al valico, mi rendo conto che quest’anno la neve scarseggia, per raggiungerla occorrerebbe un importante portage. Decido di lasciare gli sci in auto e di fissare le ciaspole allo zaino.
Inizio dell’escursione: ore 5.45
Fine dell’escursione: ore 12.45
Pressione atmosferica, ore 6.00: 1018 hPa
Temperatura alla partenza: 5,5°C
Isoterma di 0°C, ore 6.00: 3100 m
Temperatura al rientro: 12°C
Velocità media del vento: 5 km/h
Sorgere del sole: 5.37
Tramonto del sole: 21.04
Sveglia alle 2:55; partenza da casa alle 3:58, pervengo al Passo del San Bernardino alle 5:25, dopo 100,9 km d’auto.
È domenica; sono il secondo automobilista ad arrivare al parcheggio dell’Ospizio del Passo. Gli occupanti di un camper hanno pernottato al valico. C’è un silenzio surreale, che non voglio guastare. Per contro, al rientro ci sarà un intenso traffico soprattutto di motoveicoli.
Alle 5:45 indosso il pesantissimo zaino e mi avvio su tracce di sentiero in direzione nord-ovest, verso l’Alpe Moesola. Presto vedo un grande omone di pietre che presumibilmente indica la via per la mia meta. Lo raggiungo alle 6:24, poco dopo l’arrivo dei primi raggi solari. Alle 6:40 mi ritrovo sull’altopiano in cui sono posati il grande monolito, a ca. 2340 m, e altri macigni di dimensioni minori. La neve è pesantissima e spesso non regge nemmeno camminando con le racchette da neve. Il tratto successivo è assai ripido. Cerco di non avvicinarmi troppo ai macigni, in quanto il calore che irradiano crea quasi sempre delle pericolose buche, a volte nascoste da uno strato sottile di neve. Non c’è in giro nessun escursionista, ho comunque almeno il piacere di osservare due pernici bianche (Lagopus muta) nella fase di muta.
Un tiepido sole mi illude che la giornata sarà serena. In poco tempo arrivano purtroppo dei banconi di nebbia che guasteranno, almeno in parte, le foto.
Decido di seguire la traccia di uno sciatore, salito probabilmente ieri. Non è di grande aiuto, ma almeno mi evita di cadere in qualche buca nascosta. Il muro alla testata della valle oggi è veramente faticoso. Ad ogni passo sono costretto a premere le racchette nella neve, per evitare l’eccessivo sprofondamento che rallenterebbe ulteriormente l’avanzata. Come tutti gli anni lambisco la slavina caduta sul versante settentrionale del Piz Moesola. Suppongo che essere travolti da una simile massa di neve bagnata, non darebbe scampo.
Dopo tre ore di faticoso cammino arrivo alla cresta nord della meta, a circa 2800 m di quota.
Il Piz Moesola, Cima NE (2904 m) visto dalla cresta nord
Mi concedo un attimo di respiro, quindi affronto l’ultima rampa che porta al mio abituale deposito sci, sul pianoro ai piedi della bastionata sommitale. La nebbia va e viene. Questa volta non devo sfilare la piccozza dallo zaino: la neve è molle anche a questa quota, per cui continuo con i bastoncini e le racchette fino all’omino di vetta.
Alle 9:05, dopo ben 3 h e 20 min dalla partenza, posso esclamare il solito mantra “geschafft!”. È un modo per esprimere la mia soddisfazione per aver raggiunto la cima, ma è anche un’espressione per proteggere la mente dalla paura, dall’apprensione e dalle negatività.
È l’ottava volta in dieci anni che conquisto questa cima e per la prima volta con le racchette da neve.
Mi soffermo in vetta per quasi un’ora, poi affronto la discesa, più insidiosa della salita, a causa degli improvvisi sprofondamenti, che minano la mia integrità fisica. Devo proprio accettarlo, la stagione delle uscite sulla neve è finita, anche perché in primavera non mi avventuro sui ghiacciai da solo.
Alle 12:45 scatto l’abituale foto ricordo di fronte al cartello stradale del Passo del San Bernardino, fra la puzza delle numerose moto che transitano, un odore di additivi o di miscela incombusta che mi ricorda il mio motorino di tanti anni fa.
Per l’ottava volta in dieci anni al Piz Moesola, Cima NE e per la prima volta con le racchette da neve. Pur considerando le diverse condizioni d’innevamento, considero questa cima più adatta agli sci che alle ciaspole.
Tempo di salita: 3 h 20 min
Tempo trascorso: 7 h
Dislivello in salita: 859 m
Punto più alto: 2904 m
Punto più basso: 2065 m
Sviluppo complessivo: 7,31 km
Difficoltà: WT3
Pericolo di valanghe, valutazione personale: 1 (debole)
Coordinate Piz Moesola, Cima NE: 730'840 / 150'735
Libro di vetta: no
Copertura della rete cellulare: buona
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