Piz Moesola, Cima NE (2904 m) – Skitour
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Dopo 40 giorni di astinenza (meteo inclemente o pericolo marcato di valanghe), posso finalmente calzare di nuovo gli sci per la classica gita al Piz Moesola. In caso di successo, sarebbe la settima volta in otto anni.
Inizio dell’escursione: ore 6.10
Fine dell’escursione: ore 9.53
Pressione atmosferica, ore 6.00: 1022 hPa
Temperatura alla partenza: -0,5°C
Isoterma di 0°C, ore 6.00: 2300 m
Temperatura al rientro: 12,5°C
Velocità media del vento: 15 km/h
Sorgere del sole: 5.38
Tramonto del sole: 21.03
Sveglia alle 3:15; partenza da casa alle 4:22, arrivo al Passo del San Bernardino alle 5:52, dopo 102,2 km d’auto.
Quaranta giorni senza calzare gli sci lasciano sicuramente della ruggine nelle articolazioni e nei muscoli particolarmente sollecitati in questa disciplina sportiva. Me ne rendo conto già dopo poche decine di metri di salita. Le altre attività sportive (escursionismo, mtb) non bastano infatti per allenare i movimenti specifici che si usano nello sci escursionismo.
Alle 6:10 mi avvio con gli sci direttamente dal parcheggio presso l’ospizio. Quest’anno c’è molta neve, di buona qualità, asciutta e portante. Mi precede uno sci alpinista, che tenta per la prima volta la salita diretta al Piz Moesola lungo la dorsale est. Io mi accontento della via normale, che presenta comunque delle pendenze notevoli, con delle punte fino al 50%!
Salita al Piz Moesola (2904 m)
Nel primo tratto di salita, con neve portante, le pelli aderiscono senza problemi, tuttavia, dopo l’altopiano cosparso di macigni, decido di montare i rampanti; non voglio correre il rischio di trovarmi impreparato su un pendio ripido con delle placche di ghiaccio.
Il sole va e viene, la luce non sempre permette di vedere con chiarezza le ondulazioni del terreno. Non ci sono tracce.
Alle 7:40, a quota 2600 m, affronto l’inizio del muro. Sono circa 200 m di dislivello con pendenze fino al 49,4%, che supero in circa 40 min. Con un po’ di fiatone raggiungo il pianoro presso la cresta N della meta. Le nuvole non mi permettono l’abituale paradisiaca veduta sul Piz Moesola Cima NE. Mi concedo una breve sosta per dissetarmi, quindi riprendo la sciata sull’ultima erta prima del deposito sci. Mi basta un quarto d’ora per arrivare alla base del promontorio roccioso della vetta. Qui il vento non scherza: sono decisamente delle condizioni invernali. La temperatura è al di sotto degli zero gradi; la sensazione di freddo è accentuata dagli spruzzi di neve trasportati dalle folate. Affronto la breve arrampicata finale con la piccozza e un bastoncino.
Alle 8:52, dopo 2 h e 42 min di salita (2 minuti in più dell’anno scorso) arrivo all’omino di vetta: Marscholhorn (2904 m) geschafft! E fanno sette!
Il panorama questa volta è assai scarso, tuttavia la soddisfazione è immutata.
La prima parte di discesa, con luce diffusa, è conservativa, nel senso che cerco di salvaguardare l’integrità fisica per garantirmi le prossime escursioni.
Nelle zone più basse la luce è decisamente migliore; le ampie schiarite mi permettono una gradevole discesa fino al valico.
Per la settima volta al Piz Moesola, con tanta neve, come non la si vedeva da tempo in questo periodo. Questa cima si è confermata una meta ideale per allenarsi su pendii con pendenze anche importanti, che con buone condizioni di tempo concedono una fantastica discesa.
Tempo totale: 3 h 45 min
Tempo di salita: 2 h 42 min
Dislivello in salita: 846 m
Sviluppo complessivo: 6,7 km
Difficoltà: PD+
SLF:
Valanghe asciutte.
Soprattutto sui pendii molto ripidi esposti a nord situati in alta montagna, la neve fresca e quella ventata dei giorni scorsi è ancora instabile in alcuni punti. Il passaggio di persone può provocare il distacco di valanghe, anche di medie dimensioni Soprattutto sui terreni rocciosi occorre inoltre fare attenzione anche al pericolo di trascinamento e caduta.
Coordinate Piz Moesola, Cima NE: 730'840 / 150'735
Libro di vetta: no
Copertura della rete cellulare: buona
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