Pizzo Ragno - Pizzo Nona da Orcesco
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Escursione del 9 Luglio 2010.
Valutazione della difficoltà: la gradazione assegnata è relativa solo al tratto Colle del Pizzo Ragno-Pizzo Nona, il resto è T2.
Raggiunto l’amico Damiano nella sua casa in Val Vigezzo, lo accompagno alla Cappella del Sasso Broglio dove parcheggia la moto che recupereremo al ritorno. Lo carico in auto e torniamo sul fondovalle vigezzino, deviamo per Orscesco-Gagnone, superiamo due volte i binari della ferrovia, e finalmente parcheggiamo in uno spiazzo sulla destra (guardando verso Domodossola).
La mulattiera (cartelli per Campra e Pizzo Ragno) prende quota nella fresca faggeta esposta a Nord sino a sbucare poi all’aperto poco prima del nucleo dell’Alpe Campra (1379m). Faccia alle baite, pieghiamo a sinistra (Est) ritrovando il sentiero, all’inizio poco evidente, che rientra nel bosco e sale al Colle del Pizzo Ragno (circa 1650m).
La pendenza qui aumenta sensibilmente e affiorano le prime roccette, che poi diventano continue all’aperto spiazzo dell’anticima Nord (impressionante la vista a picco su Campra). Da qui si può seguire il roccioso filo di cresta (esposto, passaggi fino al II, ma roccia ottima) o il sentierino che corre alla sua destra e comunque richiede localmente l’uso delle mani.
Visibilmente vicini alla vetta, si inizia a traversare verso sinistra (esposto) alla testata di un canalone erboso molto ripido che scende a sinistra (verso Costa Scarone, Porcella etc.). A mio parere questo è il tratto della gita in cui va posta l’attenzione maggiore, soprattutto con terreno umido. La croce di vetta è poco più in alto sulla destra e la raggiungiamo in breve con percorso libero su sfasciumi.
Decidiamo di proseguire per il Pizzo Nona, a cui arriviamo dopo aver superato una punta intermedia senza nome. Il percorso è leggermente insidioso: all’esposizione del lato Nord (belle pareti di roccia) si contrappongo sul lato Sud pendii più appoggiati ma che costringono a passare su placche rocciose piuttosto lisce. Superato il Nona, Damiano vorrebbe proseguire in cresta fino alla Bocchetta di Vald, ma riesco a convincerlo a chiudere l’anello prima, in corrispondenza di un visibile e caratteristico affioramento di quarzo (cartelli segnaletici).
Lungo il sentiero segnalato (via normale per Pizzo Nona) scendiamo comodamente tra i pascoli della Val di Basso (sensibile contrasto col cupo lato Nord percorso all’andata), ai laghetti del Geccio, al rifugio Al Cedo e ormai al punto più basso ci concediamo una nuotata nelle gelide acque di una verde pozza. Per finire, a grande richiesta, l’attesissima noiosa risalita di almeno 100m fino al Sasso Broglio e poi a casa.
Gitona da ricordare, e infatti me la ricordo bene…

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