Pizzo di Cassimoi, Cima NW (3128 m), dalla Val Scaradra


Publiziert von siso , 22. Juli 2009 um 14:26.

Region: Welt » Schweiz » Tessin » Bellinzonese
Tour Datum:21 Juli 2009
Wandern Schwierigkeit: T5 - anspruchsvolles Alpinwandern
Hochtouren Schwierigkeit: L
Wegpunkte:
Geo-Tags: Gruppo Pizzo di Cassimoi   CH-TI 
Zeitbedarf: 10:30
Aufstieg: 1493 m
Abstieg: 1493 m
Strecke:Larecc (1635 m) - Alpe Scaradra di sotto (1797 m) - Alpe Scaradra di sopra (2180 m) - Spartiacque tra la Val Scaradra e la Val di Carassino (2828 m) - Laghetto di Cassimoi (2982 m) - Sella a quota 3083 m - Pizzo di Cassimoi, Cima NW (3128 m)
Zufahrt zum Ausgangspunkt:Biasca - Valle di Blenio - Olivone - Campo Blenio - Val Luzzone - Diga del Lago di Luzzone - Larecc
Unterkunftmöglichkeiten:Capanna Scaradra (2173 m)
Kartennummer:C.N.S. No. 1233 - Greina - 1:25000; C.N.S. No. 1253 - Olivone - 1:25000

Oggi levataccia: la sveglia è suonata alle 4.10; ciò mi ha permesso di iniziare di buon’ora la salita ad un 3000, senza pernottare in capanna.

Per la verità, la meta odierna avrebbe dovuto essere il Pizzo Cassinello (3103 m), posto di fianco al Cassimoi, a circa 1 km in linea d’aria; strada facendo ho cambiato idea. 

Parto dalla località “Larecc” (1635 m), ai bordi del Lago del Luzzone, circa 400 m prima di arrivare all’Alpe Garzott, di fronte ad un imponente larice. Di fianco al segnavia, un avviso in quattro lingue recita:

Attenzione! Sentiero tra “Alpe di Scaradra di Sopra” e “Passo Soreda” innevato e pericolo di caduta sassi.

Un valido e giustificato deterrente che suona anche come invito a cambiare itinerario.

All’inizio della Val Scaradra, il sentiero attraversa un arioso lariceto alla sinistra del Ri di Scaradra. Dopo solo 15 minuti di cammino, si vedono per la prima volta i due tremila che dominano dall’alto la valle: il Pizzo Cassinello, alla sinistra e il Pizzo di Cassimoi.

Il sentiero, dopo un primo tratto ripido, ma tranquillo, presenta per una decina di metri un passaggio assai esposto, privo di protezioni. È probabile che in questo punto, durante il periodo delle escursioni con gli sci, ci siano dei seri problemi di sicurezza. Non varrebbe la pena di montare una catena di sicurezza o una barriera sul lato che precipita a valle? Il Patriziato di Aquila, proprietario della Capanna Scaradra, non ci ha mai pensato?

In mezz’ora di cammino arrivo all’Alpe di Scaradra di sotto (1797 m). Il pascolo è dominato dalle piante nitrofile (Rumex alpinus, Urtica dioica), ben nutrite dalle copiose fatte delle numerosissime pecore presenti in valle. Con i loro escrementi rendono per buoni tratti sdrucciolevole anche il sentiero. Impossibile non lordarsi scarponi e pantaloni. Con soddisfazione, noto che i pochi esemplari di Giglio martagone (Lilium martagon) posti vicino al sentiero e che fotografai un paio di anni fa ci sono ancora e sono in piena fioritura.

Dopo 1 h e 30 min arrivo sul terrazzo pianeggiante a quota 2180 m, caratterizzato da numerosi fiumiciattoli con meandri e da cordoni morenici. A circa 250 m a nord è situata la Capanna Scaradra (2173 m), che non visito per guadagnare tempo, visto che la salita è impegnativa e lunga.

Qui devo fare una scelta: Cassinello o Cassimoi? Entrambi sono già stati raggiunti una volta dal sottoscritto, il primo nel 2007, l’altro nel 2003. Il deterrente della caduta sassi al Passo Soreda (passaggio obbligato per scalare il Cassinello) e le belle lingue nevose che scendono dal Cassimoi mi convincono per questa vetta.

La prima volta, il Pizzo di Cassimoi mi aveva affaticato non poco, creandomi anche un principio di crampi, poco prima della Cima SE (carenza di liquidi).

Questa volta mi sono organizzato meglio. Nello zaino, come sempre pesantissimo, ho inserito due litri e mezzo di bibite, dall’acqua, alla cola, al tè caldo.

 

L’esperienza maturata durante la prima salita mi consente pure di scegliere un percorso migliore. Osservo con attenzione il ripido versante, rivolto a nord, che permette di raggiungere lo spartiacque tra la Val Scaradra e la Val di Carassino: punto di passaggio per la cima odierna. Calzo i ramponi e risalgo le lingue di neve zigzagando. La notevole pendenza richiede uno sforzo non indifferente. Man mano si sale, la coltre di neve fresca, caduta pochi giorni fa, aumenta di spessore. La fatica mi obbliga a frequenti pause per prendere fiato. I ramponi e i bastoncini telescopici mi consentono comunque di procedere in sicurezza (la piccozza è ancora legata allo zaino ma sarà utilissima in seguito).

Superato il Vadrecc di  Scaradra raggiungo finalmente la sella a quota 2828 m che funge da valico tra la Val Scaradra e la Val di Carassino.

Malgrado le mutevoli condizioni meteorologiche odierne il panorama è notevole. A nord si distinguono il bellissimo Pizzo di Medel e il Piz Terri, che presenta un’alternanza di strisce nere (roccia) e bianche (canaloni coperti di neve). Osservando il sentiero d’accesso al Passo Soreda risulta difficile credere che un tempo gli alpigiani lo valicavano con le loro mandrie.

 

Risalgo gli sfasciumi e i nevai della cresta in direzione sud-est fino al Laghetto di Cassimoi (2982 m), il lago ticinese posto più in alto.


La neve qui è veramente abbondante: l’ultimo tratto prima di raggiungere la sella a quota 3083 m mi induce ad usare la piccozza. Dopo aver creato un varco nella cresta nevosa sporgente posso finalmente seguire il crinale che conduce alla Cima NW. La neve che ricopre, in parte, i macigni mi costringe ad una prudente marcia, con numerosi saliscendi e deviazioni,  fino all’agognata meta: sono le 12.30, sei ore dopo la partenza!

Anche qui, di libri di vetta nemmeno l’ombra! Il telefonino non riceve segnale, così come per buona parte della salita.

 

Affronto la discesa seguendo l’itinerario della salita. Ora è uno spasso: grazie ai ramponi e alla piccozza posso sfruttare tutti i nevai per un dislivello di quasi mille metri!

 

Durante tutta l’escursione, durata ben 10 h e 30 min, non ho incontrato anima viva: questo è l’autentico “Ticino selvaggio”!

 

Tempo di salita: 6 h (comprese le pause)

Dislivello di 1493 m.

Consiglierei questa gita solo ad escursionisti ben allenati e muniti di piccozza, ramponi e ghette (gamasce)!

 

Purtroppo, per una mia errata manipolazione del navigatore GPS (l’ansia della partenza…) oggi nessun tracciato né profilo: pazienza!


Tourengänger: siso


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Kommentare (1)


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rovedatti hat gesagt: Report
Gesendet am 22. Juli 2009 um 17:38
Bel report fotografico, io quando c'ero stato con gli sci circa 10 anni fa, non ho potuto ammirare purtroppo il panorama, perchè c'era nebbia, ma una qualche volta in primavera ci ritorno con gli sci.
Ciao Giò.


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