Via Marmotta in Placca-incompleta

Raggiungiamo San Martino di Val Masino ma le nuvole basse e la forte umidità ci fanno girare i tacchi in cerca di posti più asciutti. Senza perdere troppo tempo optiamo per l'alternativa di cui sentii parlare un paio d'anni fa, via Marmotta in Placca ad Albonico (CO).

AVVICINAMENTO:
Una volta raggiunto Albonico seguiamo le indicazioni stradali dalla relazione di Sass Baloss. La strada sterrata, via Peschiera, che porta ad un prato che funge da parcheggio è impraticabile, causa di una "recente" frana. Per cui lasciamo l'auto in centro paese e ritorniamo sulla sterrata che ci porta all'attacco del sentiero per la via.
Alle spalle del prato, nel bosco, si trova il sentiero bollato rosso che sale fino a raggiungere un bivio. Svoltare a sinistra e raggiungere una baita diroccata ed una cappella. Proseguendo sulla traccia si raggiunge la chiesetta ed il monumento degli alpini (punto panoramico). Costeggiamo un traliccio dell'alta tensione in zona abbastanza fangosa. Raggiunte le due baite seguiamo dei cordini bianchi e rossi e degli ometti, che salgono ripidamente per il bosco fino ad una baita in pietra posta sotto un grosso masso. Seguendo gli ometti in pietra, raggiungiamo la base della parete rocciosa. (55 minuti, 2 km, 550 D+)

DESCRIZIONE GENERALE DELLA VIA:
Il primo tiro (4c) si presenta molto umido, per non dire bagnato. Ottimo inizio per prendere confidenza con l'aderenza in queste condizioni. La roccia si presenta più asciutta, ma sempre umida, man mano che saliamo. La presenza a tratti di muschio, licheni e foglie (e cacca di capre), e cordini vecchi e rotti alle soste, ci fa pensare che non sia molto frequentata. 
In linea generale la roccia è ottima e l'ambiente (compatibile con il meteo) molto panoramico. Se non ci fossero state tutte quelle nuvole basse, avremmo avuto una splendida vista sul Lago di Mezzola.
La via, nei suoi singoli tiri, segue una linea logica con spit a distanza di circa 7 metri. Purtroppo però è molto discontinua. Per raggiungere qualche tiro bisogna passare per tratti erbosi e scivolosi e, con questa foschia, individuare l'attacco non è sempre facile. 
Mentre io salgo i tiri facili (3-4 grado), Raffaele sale i più impegnativi (5b-5c). Al 7° tiro, anziché aggirare il tettino sulla destra, Raffaele lo sale, io lo seguo, con qualche difficoltà in più. All'8° tiro, il nostro ultimo, provo a salire con tecnica Dulfer le lame poste a destra di una placca...con scarsi risultati.
Le previsioni del pomeriggio che preannunciano pioggia e l'arrivo anticipato del tramonto ci fanno optare per iniziare la discesa in corda doppia al termine dell'8° tiro. Lasciamo così gli ultimi 4 tiri (3 molto semplici ed un 5c finale) alla prossima occasione. 
Bagnati fradici e infreddoliti ci caliamo e ripercorriamo il sentiero dell'andata fino all'auto.

Tempistica della via (primi 8 tiri): 5 h. Lenti e difficoltà nel raggiungere gli attacchi dopo i tratti erbosi.
Discesa in doppia: 1:45 h.


Giornata divertente e di soddisfazione. Soli in mezzo alle nubi e personalmente immersa nella concentrazione e nella ricerca della fiducia di piedi e incoraggiamento personale.
Raffy sempre al top!