Pizzo di Claro/Visagno 2727m.
|
||||||||||||||||||
![]() |
![]() |
Finalmente dopo un lungo periodo di fermo "tecnico" oggi ho fatto una prova di dislivello e sforzo fisico: meta il Pizzo di Claro/Visagno 2727m. preso dalla Val Calanca, il percorso più tranquillo. Peccato per il tempo nuvoloso ma lo sapevo e del resto "bardato" com'ero forse è stato meglio per non sudare troppo!
Siamo partiti dal parcheggio sopra Arvigo a Q1849, prima dell'Alpe Stabveder e ci siamo subito inoltrati nel bosco in direzione NO verso il Mottone 1982m: un fitto sottobosco ci ha accompagnato fino al bivio per l'Alp de Mem da dove il sentiero procede praticamente in piano costeggiando il fianco S del Mot Ciarin fino ad arrivare alla terrazza Ciarin Alt, da cui si esce dal bosco e si entra in una zona acquitrinosa da cui si scende leggermente verso il Rià de Ciarin per poi risalire verso il Pian del Baitel sul versante opposto. Lasciamo il sentiero e costeggiando sulla sinistra una cresta roccisa ci inerpichiamo nella Val Granda fino ad arrivare a Q2260 circa: qui passa il sentiero che va verso la Capanna Brogoldone da una parte e il Pizzo di Claro o l'Alp di Rossiglion dall'altra.
Continuiamo dritti davanti a noi su terreno detritico puntando verso N dove vediamo altri escursionisti in alto salire lungo il sentiero che raggiungiamo inoltrandoci sempre più nella foschia: delle raffiche di vento gelido ci accolgono appena arriviamo sul pianoro a 2350m, il sentiero diventa sempre più ripido, sale su materiale franoso fine, lo costeggiamo saltando sui grossi massi che preferiamo per la stabilità.
Si arriva ad un grosso blocco di pietra con tanto di omini, chiaro luogo di tappa per gli escursionisti, e continuiamo verso la cima, sempre a noi coperta da una impenetrabile cappa di cumuli velocissimi e mutevoli, incontriamo delle pecore, arriviamo alla Bocchetta di SImidi 2558m e da qui in una decina di minuti siamo finalmente in cima: un unico squarcio fra le nuvole ci regala una veduta del bel Lago di Canee 2198m e della sottostante Riviera, poi si copre tutto e in un atmosfera ovattata ci troviamo un posticino riparato per mangiare. Ci fa compagnia un simpatico cagnetto i cui padroni sono troppo occupati a far trillare cellulari ... GRRRR!!
Metto le bandierine, firmiamo il libro di vetta e prendiamo la strada del ritorno: a Q 2280 decidiamo di fare il giro e andiamo verso l'Alpe di Stabveder, con un saliscendi riattraversiamo il Rià de Ciarin, raggiungiamo la sella a Q2270 dove due omini fanno la guardia sul bivio per varie direzioni. Da qui in poi è una discesa in mezzo ai rododendri fino all'Alpe da dove la sterrata ci riporta verso il punto di partenza.
Ce l'ho fatta: la schiena non mi fa più male del solito, anche se mi sento una mummia, ma sono contento, la prima prova dopo l'incidente è riuscita!
Percorso: 9,00 Km circa
Tempo di salita: 2,50 h con soste
Tempo di discesa: 2,30 con soste
Siamo partiti dal parcheggio sopra Arvigo a Q1849, prima dell'Alpe Stabveder e ci siamo subito inoltrati nel bosco in direzione NO verso il Mottone 1982m: un fitto sottobosco ci ha accompagnato fino al bivio per l'Alp de Mem da dove il sentiero procede praticamente in piano costeggiando il fianco S del Mot Ciarin fino ad arrivare alla terrazza Ciarin Alt, da cui si esce dal bosco e si entra in una zona acquitrinosa da cui si scende leggermente verso il Rià de Ciarin per poi risalire verso il Pian del Baitel sul versante opposto. Lasciamo il sentiero e costeggiando sulla sinistra una cresta roccisa ci inerpichiamo nella Val Granda fino ad arrivare a Q2260 circa: qui passa il sentiero che va verso la Capanna Brogoldone da una parte e il Pizzo di Claro o l'Alp di Rossiglion dall'altra.
Continuiamo dritti davanti a noi su terreno detritico puntando verso N dove vediamo altri escursionisti in alto salire lungo il sentiero che raggiungiamo inoltrandoci sempre più nella foschia: delle raffiche di vento gelido ci accolgono appena arriviamo sul pianoro a 2350m, il sentiero diventa sempre più ripido, sale su materiale franoso fine, lo costeggiamo saltando sui grossi massi che preferiamo per la stabilità.
Si arriva ad un grosso blocco di pietra con tanto di omini, chiaro luogo di tappa per gli escursionisti, e continuiamo verso la cima, sempre a noi coperta da una impenetrabile cappa di cumuli velocissimi e mutevoli, incontriamo delle pecore, arriviamo alla Bocchetta di SImidi 2558m e da qui in una decina di minuti siamo finalmente in cima: un unico squarcio fra le nuvole ci regala una veduta del bel Lago di Canee 2198m e della sottostante Riviera, poi si copre tutto e in un atmosfera ovattata ci troviamo un posticino riparato per mangiare. Ci fa compagnia un simpatico cagnetto i cui padroni sono troppo occupati a far trillare cellulari ... GRRRR!!
Metto le bandierine, firmiamo il libro di vetta e prendiamo la strada del ritorno: a Q 2280 decidiamo di fare il giro e andiamo verso l'Alpe di Stabveder, con un saliscendi riattraversiamo il Rià de Ciarin, raggiungiamo la sella a Q2270 dove due omini fanno la guardia sul bivio per varie direzioni. Da qui in poi è una discesa in mezzo ai rododendri fino all'Alpe da dove la sterrata ci riporta verso il punto di partenza.
Ce l'ho fatta: la schiena non mi fa più male del solito, anche se mi sento una mummia, ma sono contento, la prima prova dopo l'incidente è riuscita!
Percorso: 9,00 Km circa
Tempo di salita: 2,50 h con soste
Tempo di discesa: 2,30 con soste
Communities: Hikr in italiano, Ticino Selvaggio
Minimap
0Km
Klicke um zu zeichnen. Klicke auf den letzten Punkt um das Zeichnen zu beenden
Kommentare