Tentativo al Cevedale
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Da molto tempo aspettavo l'occasione per fare una bella gita alpinistica con Elena, il momento è arrivato quest'estate e come meta ho pensato al Cevedale, sia perchè guardando varie relazioni mi sembrava una gita adatta per un primo approccio a questo mondo sia perchè questa era una zona che da molto volevo vedere ma non ne avevo ancora avuto la possibilità.
Dopo un po' di indecisione sul pernottare al rifugio Casati o meno decidiamo di caricarci un po' più di peso sulle spalle e gustarci ancor più quest'avventura con una bella nottata in tenda.
Martedì percorriamo la val Cedec, pranziamo nei pressi del rifugio Pizzini e poi ci rimettiamo in marcia verso il rifugio Casati; appesantiti non poco dai nostri zaini percorriamo le ultime rampe della salita e giunti nei pressi del rifugio dopo una veloce perlustrazione troviamo un'ottima piazzola in cui mettere la nostra tenda e lì ci sistemiamo.
Trascorriamo il resto della giornata tra partite di carte, indovinelli e dopo un'ottima cena a base di ravioli in brodo (sempre ottimi!!) giunge il momento di riposarci per la salita del giorno successivo.
Durante la notte piove e al mattino presto quando avevamo deciso di partire il tempo è brutto così stiamo ancora un po' nei sacchi a pelo e rimadiamo la partenza.
Finalmente arriva il momento di indossare imbrago, ramponi e legarci insieme. Velocemente risaliamo la prima parte di ghiacciaio, la temperatura è elevata e le condizioni della neve non sono proprio il massimo, giunti sul plateau sommitale le condizoni del ghiacciao sono ancora peggio di prima e verifico in prima persona l'inconsistenza della traccia e di un ponte finendo in un crepaccio. Fortunatamente la mia caduta si arresta subito e con qualche passo e colpo di piccozza riesco ad uscire da solo. Elena è abbastanza scossa e decidiamo che è meglio non proseguire, giriamo i tacchi e con molta attenzione torniamo alla nostra tenda. Ci beviamo un bel the caldo, smontiamo e sistemiamo tutto e iniziamo a scendere, dopo un veloce pranzo al Pizzini ci trasciniamo lungo l'interminabile mulattiera fino alla macchina e ci prepariamo per l'estenuante rientro in macchina.
Sono molto contento di aver condiviso con Elena questa gita, che abbia indossato dei ramponi per la prima volta (penso le sia anche piaciuto abbastanza) e che si sia avvicinata a questo ambiente che a me piace così tanto. Mi dispiace non aver raggiunto la vetta insieme (ma le condizioni non erano ideali e non è raggiungere la cima l'obiettivo quando si va in montagna) e che abbia dovuto sperimentare alla sua prima uscita le insidie dei ghiacciai, (fortunatamente oltre allo spavento non è successo niente).
La ringrazio tanto e se vorrà aspetterò la prossima volta per legarci nuovamente insieme.
Dopo un po' di indecisione sul pernottare al rifugio Casati o meno decidiamo di caricarci un po' più di peso sulle spalle e gustarci ancor più quest'avventura con una bella nottata in tenda.
Martedì percorriamo la val Cedec, pranziamo nei pressi del rifugio Pizzini e poi ci rimettiamo in marcia verso il rifugio Casati; appesantiti non poco dai nostri zaini percorriamo le ultime rampe della salita e giunti nei pressi del rifugio dopo una veloce perlustrazione troviamo un'ottima piazzola in cui mettere la nostra tenda e lì ci sistemiamo.
Trascorriamo il resto della giornata tra partite di carte, indovinelli e dopo un'ottima cena a base di ravioli in brodo (sempre ottimi!!) giunge il momento di riposarci per la salita del giorno successivo.
Durante la notte piove e al mattino presto quando avevamo deciso di partire il tempo è brutto così stiamo ancora un po' nei sacchi a pelo e rimadiamo la partenza.
Finalmente arriva il momento di indossare imbrago, ramponi e legarci insieme. Velocemente risaliamo la prima parte di ghiacciaio, la temperatura è elevata e le condizioni della neve non sono proprio il massimo, giunti sul plateau sommitale le condizoni del ghiacciao sono ancora peggio di prima e verifico in prima persona l'inconsistenza della traccia e di un ponte finendo in un crepaccio. Fortunatamente la mia caduta si arresta subito e con qualche passo e colpo di piccozza riesco ad uscire da solo. Elena è abbastanza scossa e decidiamo che è meglio non proseguire, giriamo i tacchi e con molta attenzione torniamo alla nostra tenda. Ci beviamo un bel the caldo, smontiamo e sistemiamo tutto e iniziamo a scendere, dopo un veloce pranzo al Pizzini ci trasciniamo lungo l'interminabile mulattiera fino alla macchina e ci prepariamo per l'estenuante rientro in macchina.
Sono molto contento di aver condiviso con Elena questa gita, che abbia indossato dei ramponi per la prima volta (penso le sia anche piaciuto abbastanza) e che si sia avvicinata a questo ambiente che a me piace così tanto. Mi dispiace non aver raggiunto la vetta insieme (ma le condizioni non erano ideali e non è raggiungere la cima l'obiettivo quando si va in montagna) e che abbia dovuto sperimentare alla sua prima uscita le insidie dei ghiacciai, (fortunatamente oltre allo spavento non è successo niente).
La ringrazio tanto e se vorrà aspetterò la prossima volta per legarci nuovamente insieme.
Tourengänger:
mattia
Communities: Hikr in italiano
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