Un diamante della Corona Imperiale: Bishorn, 4153 m
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Insieme al piacere di quel momento
arriva anche la nostalgia di ciò che hai fatto per arrivare sin li,
perché se hai amato quel percorso inevitabilmente già ti manca d’averlo compiuto.
Serve curiosità per puntare verso nuovi orizzonti...
Alex Zanardi
arriva anche la nostalgia di ciò che hai fatto per arrivare sin li,
perché se hai amato quel percorso inevitabilmente già ti manca d’averlo compiuto.
Serve curiosità per puntare verso nuovi orizzonti...
Alex Zanardi

Premessa
Qualche giorno fa eravamo in cerca di suggerimenti sulle prossime avventure da mettere in cantiere, e parlando con mio padre davanti ad un aperitivo saltano fuori un po' di nomi di alcuni bei tremila da affrontare. Cominciamo a prendere nota mentalmente delle varie idee, con l'intento di approfondirne poi tracciati e percorsi una volta a casa, quando ad un certo punto lui se ne esce dicendo che tutto sommato potremmo anche provare un quattromila semplice come prima esperienza, facendo il nome dell'

Ovviamente la cosa ci non lascia indifferenti, la curiosità di spingersi per la prima volta a quattromila metri e vedere come reagisce il fisico è tantissima, così comincio a documentarmi sull'Allalin consultando le cartine su Map Geo Admin ed i vari rapporti e relazioni che si trovano facilmente sul web. Come accade sempre quando inizio a guardare le cartine, mi lascio coinvolgere ed inizio a curiosare anche al riguardo delle vette che sorgono intorno alla meta, comprese quelle poste nelle valli più o meno adiacenti. Così, per qualche strana ragione mentre scorrevo con gli occhi la cartina, mi intriga il nome del Bishorn. Ad un primo sguardo non sembra difficile e decido di cercare qualche informazione più dettagliata sulla via di salita.
Mi colpisce subito il fatto che in più relazioni viene definito un quattromila tradizionale, in vecchio stile: nessun aiuto, niente mezzi di trasporto quali funivie o trenini per giungere in quota... Per arrivare a toccare i 4153 metri della vetta c'è un unico modo, percorrere tutto il dislivello a piedi!
Basta un secondo e la decisione è presa: d'accordo fare un quattromila tecnicamente semplice come prima esperienza... ma almeno deve essere conquistato davvero, metro dopo metro!
In viaggio verso il mio primo Quattromila
Venerdì 16 agosto partiamo verso le 7:30 da casa, di modo da giungere a Zinal ancora in mattinata e salire alla Cabane de Tracuit lungo il bel sentiero che attraverso verdi pascoli porta facilmente in quota, aprendo lo sguardo verso l'infinita maestosità della Corona Imperiale, che inizia a fare capolino dall'alpeggio di Roc De La Vache, diventando via via più imponente.
Lassù nel blu del cielo, posta su una cengia rocciosa, si staglia anche la nostra meta odierna. I verdi pascoli lasciano spazio ad un panorama più arido costituito di pietriscolo e rocce, ma il sentiero rimane ben marcato ed agevole, anche se più ripido. Il peso dello zaino a pieno carico e comprensivo di bottiglie di vino per celebrare l'impresa :) inizia a farsi sentire, ma nonostante questo saliamo abbastanza veloci e passato un caminetto finale, dopo circa tre ore di marcia, sbuchiamo finalmente sul pianoro antecedente al Turtmanngletscher, dove sorge la capanna.
Via lo zaino, via gli scarponi e ci godiamo un po' di relax giocando a carte in attesa dell'ora di cena: davanti ad un buon piatto di risotto ai funghi io,

Ci congendiamo ed andiamo a "dormire" - si fa per dire ovviamente visto che come da classico ci becchiamo il russatore solenne nella camerata a noi assegnata.
L'appuntamento per l'indomani è fissato alle 5:00, quando è previsto il servizio della colazione per chi parte alla volta del Bishorn. Noto che tra alcuni degli ospiti aleggia un certo nervosismo, io tutto sommato invece mi sento tranquilla malgrado la notte quasi insonne, la quota ed il fatto che sto per cominciare la mia prima ascesa ad un quattromila. Vedo gente che si equipaggia ansiosamente, rovista in giro confusionariamente in cerca di materiale, nella concitazione uno quasi mi tira la picozza in testa. Meglio uscire rapidamente prima di beccarsela davvero!
All'esterno sta cominciando ad albeggiare e c'è un po' di nuvolame sparso che contribuisce a rendere il paesaggio ancora più magnifico. Sono circa le 6:00 del mattino, la nostra meta si staglia davanti a noi, e seguendo un sentiero misto tra pietraia e detriti in pochi metri arriviamo al Trutmanngletscher.
Ci equipaggiamo come si conviene ed iniziamo la nostra ascesa: il Bishorn si attacca dalla parte sinistra e per raggiungerla bisogna affrontare una prima parte di ghiacciaio in falsopiano ma con parecchi crepacci aperti, anche se ben evidenti e facili da saltare o da aggirare. Alcuni sono davvero di notevoli dimensioni, con forme e curve spettacolari. L'attenzione comunque è d'obbligo, specie nelle prime ore del mattino quando la scarsa luminosità può nascondere facilmente le insidie.
Superato il tratto pianeggiante si vira a destra e si inizia ad arrampicare in maniera decisa. Il ghiaccio vivo lascia spazio ad un fine strato di bella neve fresca e polverosa: fatto salvo in un breve passaggio dove la neve è parecchio abbondante e tende a sfondare di più per il resto la salita è agevole anche se ripida. Nell'ascesa superiamo quattro cordate più lente di noi, io dal canto mio pensavo di patire di più l'altitudine, invece fatto salvo per qualche normale breve sosta per riprendere fiato non mi trovo mai in condizione di fame d'aria.
Il panorama intorno è magnifico, soprattutto verso N la vista si apre notevolmente, mentre sulla vetta e verso S in generale aleggia un po' di nuvolame basso che però conferisce un'atmosfera particolare, quasi surreale nell'infinito silenzio delle montagne. L'unico rumore è lo sferzare del vento, che ogni tanto nelle sue raffiche ci sputa in faccia la neve.
Arrivati alla sella pianeggiante posta intorno a quota 4100, che divide Punta Burnaby dalla vetta del Bishorn, lo sguardo si perde tra le cime a sud, che fanno capolino ogni tanto tra le nuvole. Anche la maestosa cresta che porta al Weisshorn, con i suoi gendarmi ed i suoi ripidi nevai, si lascia guardare a sprazzi, ma lo spettacolo è comunque meraviglioso.
Una delle cordate che ci ha preceduto sta scendendo dalla vetta, una via che è meglio affrontare in senso alternato, ed ora per noi non restano che da superare gli ultimi metri di cresta nevosa e a tratti ghiacciata su pendio di ca 45° per giungere in cima alla nostra agognata conquista: alle ore 8:37 tocchiamo la vetta, BISHORN 4153 m, il mio primo quattromila... un’emozione così unica, così potente... così infinita!
La cappa nuvolosa che ci sovrasta lascia intravvedere solo le cime più lontane, ma non toglie assolutamente niente al gusto di questo traguardo. Il vento continua a sferzare incessante, e per non prendere troppo freddo stando fermi lassù dopo qualche foto imbocchiamo la via del ritorno.
La discesa vola via rapidamente, con passo deciso affrontando il pendio in maniera molto diretta si scende facilmente ed in un attimo siamo di nuovo sul falsopiano iniziale a farci strada tra i vari crepacci per tornare al rifugio, dove troviamo le capannare intente a ripulire solertemente l'ingresso... qualcuno nella concitazione mattutina non deve essere stato troppo bene e ha dato di stomaco sulla parete all'uscita della Technischeraum.
Un breve attimo di relax e poi ricomponiamo gli zaini a pieno carico per affrontare la lunga discesa verso Zinal: abbandonata la pietraia approfittiamo dei primi prati per fermarci a pranzare e stappare finalmente una bottiglia alla nostra salute e alla nostra piccola grande conquista, poi riprendiamo il cammino.
Gli ultimi metri di dislivello si fanno sentire tutti, soprattutto nel mio ginocchio sinistro: un paio di giorni fa correndo ho iniziato ad avvertire un piccolo dolore sul retro che mi ha fatto sospettare una leggera infiammazione e chiaramente ora deve essersi acutizzata parecchio... ma anche se dal Roc De La Vache praticamente ogni passo è una stilettata non fa niente... ho ancora negli occhi e nel cuore le fervide immagini di questa favolosa avventura, e ci resteranno a lungo: un fuoco d'artificio che brillerà per molto tempo nei miei ricordi.
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