Per fare una Sega ci vogliono tanti Denti? Un Corno!
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Oggi tocca a me scegliere la meta, e nonostante un tentativo di depistaggio tentato dal buon Alex mantengo la mia posizione puntando verso i Denti della Sega partendo dalla Malga Riondera.
Quando cominciamo a camminare l'orario è più da aperitivo che da colazione, il cielo non promette nulla di buono ma in compenso ci portiamo appresso tanta allegria. Prendiamo la sterrata lasciando la Malga Riondera sulla nostra destra e senza indicazioni evidenti saliamo in moderata pendenza verso Sud all'interno di un bosco ben curato, dobbiamo portarci sulla dorsale che porta ai Denti della Sega, ma prima deviamo (segnaletica) verso il Belvedere che si affaccia sulla Val d'Adige.
Dal Belvedere ora seguiamo la sterrata che in maniera ripida risale un costone boschivo, una sterrata decisamente malconcia, aiutandoci con il nostro senso dell'orientamento finalmente riusciamo a guadagnare la dorsale con una sella che divide i Busoni dal M. Corno, scartiamo l'idea di salire ai Busoni per mancanza di tempo e con passo spedito ci portiamo sul M. Corno dove a fare da sentinella alla cima c'è un bel ripetitore. Nonostante le nuvole basse almeno in questo tratto riusciamo a capire dove andiamo, e non è poi così difficile, intercettato il cartello indicativo (Denti della Sega/P.so della Morte) proseguiamo per 5 minuti verso il P.so della Morte incontrando una bella cengia attrezzata e un fantastico belvedere posto su uno spuntone strapiombante.
Ritornati al cartello ora ci dividiamo, Alex, che oggi non è molto in forma scende al ristoro c/o camping Al Faggio, mentre io, solo come una particella di sodio, procedo verso Denti della Sega. La prima breve salita ha una pendenza abbastanza incarognita ma tutto sommato si cammina nel bosco e di pericoli non se ne corrono. Raggiunto il primo dente ora la traccia (molto stretta e a volta quasi assente) costeggia lo strapiombo posto verso la Val d'Adige, oggi di vedere il panorama proprio non se ne parla, così mi accontento di scendere per poi risalire un'altro dente quotato 1463 mt. I primi tre denti sono prettamente boschivi e con una traccia terrosa, poi le altre due o tre cimette sono frastagliate da brevi zone dove sono presenti facili roccette.
E' tutto un saliscendi che non lascia tregua, dove spesso la traccia tende a sparire o è piuttosto traditrice, quando pensi di aver fatto tutte le cime c'è sempre una sorpresa, come quando m'imbatto in un Dente in cui bisogna procedere con attenzione per qualche passo (P.1433 mt), un eventuale errore potrebbe costare molto caro. Da questo punto ci sono ancora due cimette, una con una strappo ammazza fiato, l'altra, l'ho saltata perchè non ho visto un ometto e la bollatura era sparita. E' in questo punto che ho seguito il muretto a secco per portarmi verso una radura erbosa, da qua, pur con una nebbia infame, sono riuscito a trovare la Malga Prealda ed infine la valletta erbosa dove è presente la Malga Fratte. Dalla Fratte in pochi minuti sono al Camping Al Faggio, dove ritrovo Alex bello rilassato e cotto come un Kebab visto che si è piazzato per 2h vicino alla stufa.
Ora dobbiamo ritornare all'auto, e per farlo dobbiamo risalire per un centinaio di metri sino alla famosa sella posta tra i Busoni e il Corno, da qua si scende alla Malga Riondera (c'abbiamo fatto una visitina, posto interessante) ed infine all'auto.
Nota 1): Eric...con l'ascesso.
Su questo bel Dente io trovo l'incanto,
un Dente di pietra, di smalto e d'amianto,
un Dente con carie che libera il pianto... interessa a qualcuno se cado e mi schianto?
A' la prochaine! Menek
Amadeus
Mi lascio trascinare dal Menego nell'avventura di arrivare ai Denti della Sega, partendo dalla Malga Riondera, posta su un bel falsopiano lungo la "feroce", ciclisticamente parlando, salite della "Sdruzzinà" tanto cara ai ciclisti Veronesi.
Siamo lì al mattino, parcheggiamo e partiamo su una bella strada forestale che si innalza prima dolcemente ma dopo la località Belvedere, tira fuori le unghiette tormentandomi i polpacci, ma si sale comunque anche se il tempo peggiora e il freddino si insinua nelle ossa, arriviamo a scavallare la cresta e proseguiamo nel salire al monte Corno con la sua antenna di riferimento.
Ora prendiamo la cresta verso sud fino al cartello con indicazione "Denti della Sega" e "Passo della Morte", optiamo per quest'ultimo e arriviamo su una strepitosa balconata con cordino, sguardo fra le nubi che con grossi banchi ci assediano.
Poi la "carogna" prende il Menego, via verso i Denti, io anche per il freddo(sbadatamente non ho con me la giacca), comincio a planare verso il Camping Al Faggio, un caldo bar mi attende salvando la mia incipiente bronchite che latita......
Attendo il ritorno del giovine e poi assieme ci dirigiamo verso il valico che ci permette la discesa alla Malga Riondera.
Quando cominciamo a camminare l'orario è più da aperitivo che da colazione, il cielo non promette nulla di buono ma in compenso ci portiamo appresso tanta allegria. Prendiamo la sterrata lasciando la Malga Riondera sulla nostra destra e senza indicazioni evidenti saliamo in moderata pendenza verso Sud all'interno di un bosco ben curato, dobbiamo portarci sulla dorsale che porta ai Denti della Sega, ma prima deviamo (segnaletica) verso il Belvedere che si affaccia sulla Val d'Adige.
Dal Belvedere ora seguiamo la sterrata che in maniera ripida risale un costone boschivo, una sterrata decisamente malconcia, aiutandoci con il nostro senso dell'orientamento finalmente riusciamo a guadagnare la dorsale con una sella che divide i Busoni dal M. Corno, scartiamo l'idea di salire ai Busoni per mancanza di tempo e con passo spedito ci portiamo sul M. Corno dove a fare da sentinella alla cima c'è un bel ripetitore. Nonostante le nuvole basse almeno in questo tratto riusciamo a capire dove andiamo, e non è poi così difficile, intercettato il cartello indicativo (Denti della Sega/P.so della Morte) proseguiamo per 5 minuti verso il P.so della Morte incontrando una bella cengia attrezzata e un fantastico belvedere posto su uno spuntone strapiombante.
Ritornati al cartello ora ci dividiamo, Alex, che oggi non è molto in forma scende al ristoro c/o camping Al Faggio, mentre io, solo come una particella di sodio, procedo verso Denti della Sega. La prima breve salita ha una pendenza abbastanza incarognita ma tutto sommato si cammina nel bosco e di pericoli non se ne corrono. Raggiunto il primo dente ora la traccia (molto stretta e a volta quasi assente) costeggia lo strapiombo posto verso la Val d'Adige, oggi di vedere il panorama proprio non se ne parla, così mi accontento di scendere per poi risalire un'altro dente quotato 1463 mt. I primi tre denti sono prettamente boschivi e con una traccia terrosa, poi le altre due o tre cimette sono frastagliate da brevi zone dove sono presenti facili roccette.
E' tutto un saliscendi che non lascia tregua, dove spesso la traccia tende a sparire o è piuttosto traditrice, quando pensi di aver fatto tutte le cime c'è sempre una sorpresa, come quando m'imbatto in un Dente in cui bisogna procedere con attenzione per qualche passo (P.1433 mt), un eventuale errore potrebbe costare molto caro. Da questo punto ci sono ancora due cimette, una con una strappo ammazza fiato, l'altra, l'ho saltata perchè non ho visto un ometto e la bollatura era sparita. E' in questo punto che ho seguito il muretto a secco per portarmi verso una radura erbosa, da qua, pur con una nebbia infame, sono riuscito a trovare la Malga Prealda ed infine la valletta erbosa dove è presente la Malga Fratte. Dalla Fratte in pochi minuti sono al Camping Al Faggio, dove ritrovo Alex bello rilassato e cotto come un Kebab visto che si è piazzato per 2h vicino alla stufa.
Ora dobbiamo ritornare all'auto, e per farlo dobbiamo risalire per un centinaio di metri sino alla famosa sella posta tra i Busoni e il Corno, da qua si scende alla Malga Riondera (c'abbiamo fatto una visitina, posto interessante) ed infine all'auto.
Nota 1): Eric...con l'ascesso.
Su questo bel Dente io trovo l'incanto,
un Dente di pietra, di smalto e d'amianto,
un Dente con carie che libera il pianto... interessa a qualcuno se cado e mi schianto?
A' la prochaine! Menek
Amadeus
Mi lascio trascinare dal Menego nell'avventura di arrivare ai Denti della Sega, partendo dalla Malga Riondera, posta su un bel falsopiano lungo la "feroce", ciclisticamente parlando, salite della "Sdruzzinà" tanto cara ai ciclisti Veronesi.
Siamo lì al mattino, parcheggiamo e partiamo su una bella strada forestale che si innalza prima dolcemente ma dopo la località Belvedere, tira fuori le unghiette tormentandomi i polpacci, ma si sale comunque anche se il tempo peggiora e il freddino si insinua nelle ossa, arriviamo a scavallare la cresta e proseguiamo nel salire al monte Corno con la sua antenna di riferimento.
Ora prendiamo la cresta verso sud fino al cartello con indicazione "Denti della Sega" e "Passo della Morte", optiamo per quest'ultimo e arriviamo su una strepitosa balconata con cordino, sguardo fra le nubi che con grossi banchi ci assediano.
Poi la "carogna" prende il Menego, via verso i Denti, io anche per il freddo(sbadatamente non ho con me la giacca), comincio a planare verso il Camping Al Faggio, un caldo bar mi attende salvando la mia incipiente bronchite che latita......
Attendo il ritorno del giovine e poi assieme ci dirigiamo verso il valico che ci permette la discesa alla Malga Riondera.
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