Pizzo Boga - Via Gary Hamming e Varianti
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"Peru, andiamo a fare la Gary Hamming al Pizzo Boga? Sai.... il nome mi piace un sacco!!"
E anche questo weekend rieccoci a Laorca imbragati e bardati di tutto punto e carichi per questa nuova avventura che ci aspetta!
Sapevo già che questa non sarebbe stata una via continua come quella della settimana scorsa, ma mai e poi mai avrei immaginato di ritrovarmi nel bel mezzo di una miriade di freccette azzurre, messi lì come a voler dire "puoi salire da tutte le parti, qualcuno, prima di te, è passato... poi va beh... la via che scegli... FATTI TUOI!!!" A parte una piccola variante (del resto, che scalata è se l'agghiaccio della Ire non c'è?), abbiamo cercato di seguire il più fedelmente possibile la via originale, percorsa per la prima volta da quel biondo personaggio un poco eccentrico che le ha poi dato il suo nome.
Oggi mi sono proprio divertita un mondo!
Dal posteggio in Via Pacionotti (q. 470 m), oltrepassare la sbarra gialla quindi seguire la strada che, ripida, conduce alla vallo para massi. Seguirlo in direzione SW fino ad intercettare, sulla destra, un cartellino in legno con la scritta "PIZZO BOGA" (q. 630 m).
Qui abbandonare definitivamente la strada e seguire la traccia di sentiero che, in breve, porta alla base del primo avancorpo roccioso del Pizzo Boga. La Via Gary Hamming (q. 660 m), il cui attacco è contrassegnato dalla scritta in arancione sbiadito "G.H.", attacca all'estrema destra della parete, punto che si raggiunge seguendo una comoda traccia che si stacca sulla destra dal sentiero principale.
La Via Gary Hamming, aperta nel 1973 da Raffaele Dinoia e Claudio Cima (varianti successive di Germano Garganico & C.), è une divertente via che segue le belle lame e placche lavorate del Pizzo Boga, struttura rocciosa del lecchese oggi poco frequentata a causa del ben più noto vicino Medale. In via è presente qualche chiodo, quindi portare friends fino al 2 (giallo) BD e qualche cordino per clessidre e/o alberi. Le soste sono in parte attrezzate e in parte da attrezzare su alberi o su spuntoni. Lunghezza via: 220 m.
Essendo una via non continua ma intervallata da alcune cenge, è possibile combinarla con tiri di altre vie. Sulle varie balze che si incontrano sono presenti numerosi frecce blu, proprio ad indicare che è possibile costruirsi una propria via mischiando i vari tiri a piacimento!
L1: Vincere il facile camino (chiodo sulla destra) per poi uscire a destra. Salire dritti fino ad un secondo vecchio chiodo, quindi rimontare la bella e articolata placca sulla sinistra portandosi in direzione del soprastante tettino. La sosta (attrezzata con anello di calata) si trova sulla sinistra in una piccola cengetta (pochi passi in discesa per raggiungerla). - III, III+ 25m
L2: dalla sosta ignorare lo spit sulla sinistra, quindi spostarsi leggermente a destra (chiodo nascosto dietro allo spigoletto) per vincere la bella placca lavorata. Per rocce rotte portarsi sotto la verticale di un bellissimo diedro fessurato (2 chiodi e un cordone per A0, utile un friend giallo). Superare questa difficoltà uscendo a sinistra con un passo delicato in placca (clessidra). Sosta su alberi all'uscita delle difficoltà. - IV+, V 25 m
L3: Per rocce rotte e disturbate dalla vegetazione (qualche rovo), su percorso non obbligato raggiungere una prima balza erbosa (ometto) e sostare su alberi. Noi siamo saliti stando a sinistra - II+ 40 m
Seguire la traccia di sentiero che, transitando nei pressi dei ruderi di una vecchia baita, in leggera discesa, conduce alla base del successivo risalto roccioso.
L4: Costeggiando la base della parete, traversare verso destra (faccia a monte) fino ad incontrare un canalino delimitato sulla destra da un piccolo pilastrino staccato. Risalire il facile canalino e, ignorati i 3 vecchi spit, risalire la divertentissima paretina fessurata (da proteggere) fino alla successiva cengia. Su percorso non obbligato, tra rocce rotte e arbusti, guadagnare la parete soprastante. Noi abbiamo sostato su chiodi, altrimenti è possibile far sosta su alberi o su spuntoni - II, III 25 m
L5: Dalla sosta (noi abbiamo usato un chiodo cementato nella roccia) alla base della "BARRIERA" scendere leggermente verso destra (freccina blu), quindi risalire il diedro un po' sporco d'erba (chiodi) fino ad un grosso masso appoggiato: è possibile aggirarlo sia sulla destra che sulla sinistra. Sosta su alberi - III, IV 25 m
Seguire la traccia di sentiero che va a destra (scritta su un sasso "R2 Monza") fino a raggiungere la base della parete soprastante nei pressi di una sosta con fil di ferro (sosta della R2 Monza).
Qui la via originale della Gary Hamming sale sul facile spigolo di destra (II), ma noi abbiamo preferito fare le varianti "Diedrone" concatenata alla variante di VI della R2 Monza.
L6: per facili rocce portarsi alla base dell'invitante diedrone (1 spit) e vincerlo con divertente arrampicata. Guadagnata la placconata soprastante proseguire dritti (scritta in arancione "6") sulla compatta placca intervallata da qualche bella fessura (più facile tenendosi leggermente a destra sullo spigolo). Raggiunta una placca liscia, uscire a destra sfruttando una bella e solida lama fino alla sosta - IV+, VI 30 m
L7: Brevissimo tiro: salire dritti dalla sosta per rocce fessurate e, in breve, si è alla base del penultimo risalto - II 10 m
L8: Qua siamo nuovamente sulla Gary Hamming. Ignorare gli spit che solcano la difficile placca sulla sinistra, quindi vincere il diedrino leggermente unto per poi uscire a sinistra con un passo un po' delicato (spit prima dell'uscita dal diedro). Seguire la bella fessura fino ad un chiodo cordonato quindi virare a destra e per facili rocce rotte raggiungere la base dell'ultimo salto - IV+, III+, III 25 m
Aggirare lo spigolo sulla destra quindi sostare su vecchi chiodi arrugginiti, 1 spit e fittoni.
Si consiglia di non unire questo breve tratto al tiro precedente per evitare il forte attrito delle corde.
L9: traversare leggermente verso destra, quindi iniziare la salita del bellissimo e liscio diedro (clessidra e albero) uscendo sulla destra. Per facili rocce portarsi alla base dell'ultimo e impegnativo salto finale. Vincere direttamente la placca compatta (spit) oppure aggirarla sulla destra per poi rientrare a sinistra. Sfruttando belle e solide lame con qualche passo delicato in placca raggiungere la sosta - IV, V 35 m
L10: dall'ultima sosta seguire la facile e divertente cresta un poco esposta fino all'ometto di vetta del Pizzo Boga - III, II 15 m
Dalla vetta del Pizzo Boga (q. 865 m), seguire i numerosi bolli arancioni fino ad una selletta, quindi intraprendere la ripida discesa nello scosceso e sdrucciolevole canalone (corde fisse) fino a ritornare sul sentiero di avvicinamento. Da qui come per la salita.
Con Peru.
E anche questo weekend rieccoci a Laorca imbragati e bardati di tutto punto e carichi per questa nuova avventura che ci aspetta!
Sapevo già che questa non sarebbe stata una via continua come quella della settimana scorsa, ma mai e poi mai avrei immaginato di ritrovarmi nel bel mezzo di una miriade di freccette azzurre, messi lì come a voler dire "puoi salire da tutte le parti, qualcuno, prima di te, è passato... poi va beh... la via che scegli... FATTI TUOI!!!" A parte una piccola variante (del resto, che scalata è se l'agghiaccio della Ire non c'è?), abbiamo cercato di seguire il più fedelmente possibile la via originale, percorsa per la prima volta da quel biondo personaggio un poco eccentrico che le ha poi dato il suo nome.
Oggi mi sono proprio divertita un mondo!
Dal posteggio in Via Pacionotti (q. 470 m), oltrepassare la sbarra gialla quindi seguire la strada che, ripida, conduce alla vallo para massi. Seguirlo in direzione SW fino ad intercettare, sulla destra, un cartellino in legno con la scritta "PIZZO BOGA" (q. 630 m).
Qui abbandonare definitivamente la strada e seguire la traccia di sentiero che, in breve, porta alla base del primo avancorpo roccioso del Pizzo Boga. La Via Gary Hamming (q. 660 m), il cui attacco è contrassegnato dalla scritta in arancione sbiadito "G.H.", attacca all'estrema destra della parete, punto che si raggiunge seguendo una comoda traccia che si stacca sulla destra dal sentiero principale.
La Via Gary Hamming, aperta nel 1973 da Raffaele Dinoia e Claudio Cima (varianti successive di Germano Garganico & C.), è une divertente via che segue le belle lame e placche lavorate del Pizzo Boga, struttura rocciosa del lecchese oggi poco frequentata a causa del ben più noto vicino Medale. In via è presente qualche chiodo, quindi portare friends fino al 2 (giallo) BD e qualche cordino per clessidre e/o alberi. Le soste sono in parte attrezzate e in parte da attrezzare su alberi o su spuntoni. Lunghezza via: 220 m.
Essendo una via non continua ma intervallata da alcune cenge, è possibile combinarla con tiri di altre vie. Sulle varie balze che si incontrano sono presenti numerosi frecce blu, proprio ad indicare che è possibile costruirsi una propria via mischiando i vari tiri a piacimento!
L1: Vincere il facile camino (chiodo sulla destra) per poi uscire a destra. Salire dritti fino ad un secondo vecchio chiodo, quindi rimontare la bella e articolata placca sulla sinistra portandosi in direzione del soprastante tettino. La sosta (attrezzata con anello di calata) si trova sulla sinistra in una piccola cengetta (pochi passi in discesa per raggiungerla). - III, III+ 25m
L2: dalla sosta ignorare lo spit sulla sinistra, quindi spostarsi leggermente a destra (chiodo nascosto dietro allo spigoletto) per vincere la bella placca lavorata. Per rocce rotte portarsi sotto la verticale di un bellissimo diedro fessurato (2 chiodi e un cordone per A0, utile un friend giallo). Superare questa difficoltà uscendo a sinistra con un passo delicato in placca (clessidra). Sosta su alberi all'uscita delle difficoltà. - IV+, V 25 m
L3: Per rocce rotte e disturbate dalla vegetazione (qualche rovo), su percorso non obbligato raggiungere una prima balza erbosa (ometto) e sostare su alberi. Noi siamo saliti stando a sinistra - II+ 40 m
Seguire la traccia di sentiero che, transitando nei pressi dei ruderi di una vecchia baita, in leggera discesa, conduce alla base del successivo risalto roccioso.
L4: Costeggiando la base della parete, traversare verso destra (faccia a monte) fino ad incontrare un canalino delimitato sulla destra da un piccolo pilastrino staccato. Risalire il facile canalino e, ignorati i 3 vecchi spit, risalire la divertentissima paretina fessurata (da proteggere) fino alla successiva cengia. Su percorso non obbligato, tra rocce rotte e arbusti, guadagnare la parete soprastante. Noi abbiamo sostato su chiodi, altrimenti è possibile far sosta su alberi o su spuntoni - II, III 25 m
L5: Dalla sosta (noi abbiamo usato un chiodo cementato nella roccia) alla base della "BARRIERA" scendere leggermente verso destra (freccina blu), quindi risalire il diedro un po' sporco d'erba (chiodi) fino ad un grosso masso appoggiato: è possibile aggirarlo sia sulla destra che sulla sinistra. Sosta su alberi - III, IV 25 m
Seguire la traccia di sentiero che va a destra (scritta su un sasso "R2 Monza") fino a raggiungere la base della parete soprastante nei pressi di una sosta con fil di ferro (sosta della R2 Monza).
Qui la via originale della Gary Hamming sale sul facile spigolo di destra (II), ma noi abbiamo preferito fare le varianti "Diedrone" concatenata alla variante di VI della R2 Monza.
L6: per facili rocce portarsi alla base dell'invitante diedrone (1 spit) e vincerlo con divertente arrampicata. Guadagnata la placconata soprastante proseguire dritti (scritta in arancione "6") sulla compatta placca intervallata da qualche bella fessura (più facile tenendosi leggermente a destra sullo spigolo). Raggiunta una placca liscia, uscire a destra sfruttando una bella e solida lama fino alla sosta - IV+, VI 30 m
L7: Brevissimo tiro: salire dritti dalla sosta per rocce fessurate e, in breve, si è alla base del penultimo risalto - II 10 m
L8: Qua siamo nuovamente sulla Gary Hamming. Ignorare gli spit che solcano la difficile placca sulla sinistra, quindi vincere il diedrino leggermente unto per poi uscire a sinistra con un passo un po' delicato (spit prima dell'uscita dal diedro). Seguire la bella fessura fino ad un chiodo cordonato quindi virare a destra e per facili rocce rotte raggiungere la base dell'ultimo salto - IV+, III+, III 25 m
Aggirare lo spigolo sulla destra quindi sostare su vecchi chiodi arrugginiti, 1 spit e fittoni.
Si consiglia di non unire questo breve tratto al tiro precedente per evitare il forte attrito delle corde.
L9: traversare leggermente verso destra, quindi iniziare la salita del bellissimo e liscio diedro (clessidra e albero) uscendo sulla destra. Per facili rocce portarsi alla base dell'ultimo e impegnativo salto finale. Vincere direttamente la placca compatta (spit) oppure aggirarla sulla destra per poi rientrare a sinistra. Sfruttando belle e solide lame con qualche passo delicato in placca raggiungere la sosta - IV, V 35 m
L10: dall'ultima sosta seguire la facile e divertente cresta un poco esposta fino all'ometto di vetta del Pizzo Boga - III, II 15 m
Dalla vetta del Pizzo Boga (q. 865 m), seguire i numerosi bolli arancioni fino ad una selletta, quindi intraprendere la ripida discesa nello scosceso e sdrucciolevole canalone (corde fisse) fino a ritornare sul sentiero di avvicinamento. Da qui come per la salita.
Con Peru.
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