Pizzo Coca - Parete Ovest
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Queste strane condizioni invernali permettono salite insolite per questo periodo. E oggi, con le notizie quasi fresche dell’amico Paolo, tentiamo la salita al Re delle Orobie, senza nascondere qualche preoccupazione, soprattutto per quanto riguarda la discesa. Se dovessimo trovare neve dura come ieri sul Pradella, la discesa diventerebbe eterna. Ma appunto, le dritte dell’amico ci inducono a crederci e tentare.
Partiamo da Valbondione con le prime luci e di buon passo arriviamo al Rifugio Coca, lungo il diretto sentiero. Poco prima di raggiungere il Lago Coca ci ramponiamo ed entriamo nella meravigliosa Conca dei Giganti. Alla nostra sinistra i numerosi canali che solcano le pareti del Redorta e dello Scais mentre noi, alla fine del pianoro dopo il lago, svoltiamo a destra per iniziare la nostra salita.
Superato un primo e breve pendio/canale si prosegue su inclinazioni più tranquille e si punta all'evidente canale che scende dal colle tra il Pizzo Coca e la Cima d'Arigna. Questo canale, seppur molto bello, non va salito ma una volta giunti alla sua base, si svolta a destra per metter piede (e d'ora in avanti anche picozze) su di un pendio più ripido e dove, di fatto, inizia la vera e propria parete ovest.
Ora si continua su pendenze quasi costanti che si aggirano sui 50° in ambiente aperto e grandioso. Si compie qualche traverso ascendente per portarsi praticamente sotto la vetta del Coca e si continua a salire su dritti verso la cresta terminale. Le condizioni sono buone ma comunque la faticosa salita inizia a sentirsi nelle gambe.
Però nell'aria inizia a percepirsi il "Profumo di Vetta" e quest'oggi vogliamo respirarlo a pieni polmoni, consapevoli di stare compiendo (per noi) una piccola grande impresa. Euforici affrontiamo gli ultimi ripidi metri per poi sbucare a pochi passi dalla croce di vetta ... straordinario ... ci siamo!!! L'agognato panorama a cui molti sembrano ambire è, in questo momento, poco importante, nonostante la giornata sia bella.
Certamente non saliamo montagne solo per poter ammirarne il panorama ma principalmente per tutto il "viaggio" che sta tra il punto zero e la vetta. Quello che oggi conta è sotto i nostri piedi, dentro le nostre gambe e ciò che in questo attimo ci gira per la testa.
E' anche per questo che spesso in cima ci rimaniamo poco e ancora più spesso dimentico di fare foto alla "conquista": la mente è già altrove, magari alla ricerca di altre cime oppure come oggi già concentrata sulla lunga discesa che ci attende.
La discesa avviene per lo stesso identico itinerario di salita, dovendo così scendere parecchi metri di dislivello faccia a monte, un esercizio che richiede sforzo e attenzione. Ma oggi la neve tiene bene, siamo ben concentrati e stiamo assorbendo bene la fatica. Finalmente, giunti al pianoro del lago, possiamo iniziare a rilassarci, le difficoltà sono passate. Decidiamo di tornare in zona rifugio prima di effettuare una vera e propria pausa, quando ci togliamo tutti gli armamenti e da dove, con calma, effettueremo la restante parte di discesa per tornare a Valbondione ... in perfetto orario!!!
Partiamo da Valbondione con le prime luci e di buon passo arriviamo al Rifugio Coca, lungo il diretto sentiero. Poco prima di raggiungere il Lago Coca ci ramponiamo ed entriamo nella meravigliosa Conca dei Giganti. Alla nostra sinistra i numerosi canali che solcano le pareti del Redorta e dello Scais mentre noi, alla fine del pianoro dopo il lago, svoltiamo a destra per iniziare la nostra salita.
Superato un primo e breve pendio/canale si prosegue su inclinazioni più tranquille e si punta all'evidente canale che scende dal colle tra il Pizzo Coca e la Cima d'Arigna. Questo canale, seppur molto bello, non va salito ma una volta giunti alla sua base, si svolta a destra per metter piede (e d'ora in avanti anche picozze) su di un pendio più ripido e dove, di fatto, inizia la vera e propria parete ovest.
Ora si continua su pendenze quasi costanti che si aggirano sui 50° in ambiente aperto e grandioso. Si compie qualche traverso ascendente per portarsi praticamente sotto la vetta del Coca e si continua a salire su dritti verso la cresta terminale. Le condizioni sono buone ma comunque la faticosa salita inizia a sentirsi nelle gambe.
Però nell'aria inizia a percepirsi il "Profumo di Vetta" e quest'oggi vogliamo respirarlo a pieni polmoni, consapevoli di stare compiendo (per noi) una piccola grande impresa. Euforici affrontiamo gli ultimi ripidi metri per poi sbucare a pochi passi dalla croce di vetta ... straordinario ... ci siamo!!! L'agognato panorama a cui molti sembrano ambire è, in questo momento, poco importante, nonostante la giornata sia bella.
Certamente non saliamo montagne solo per poter ammirarne il panorama ma principalmente per tutto il "viaggio" che sta tra il punto zero e la vetta. Quello che oggi conta è sotto i nostri piedi, dentro le nostre gambe e ciò che in questo attimo ci gira per la testa.
E' anche per questo che spesso in cima ci rimaniamo poco e ancora più spesso dimentico di fare foto alla "conquista": la mente è già altrove, magari alla ricerca di altre cime oppure come oggi già concentrata sulla lunga discesa che ci attende.
La discesa avviene per lo stesso identico itinerario di salita, dovendo così scendere parecchi metri di dislivello faccia a monte, un esercizio che richiede sforzo e attenzione. Ma oggi la neve tiene bene, siamo ben concentrati e stiamo assorbendo bene la fatica. Finalmente, giunti al pianoro del lago, possiamo iniziare a rilassarci, le difficoltà sono passate. Decidiamo di tornare in zona rifugio prima di effettuare una vera e propria pausa, quando ci togliamo tutti gli armamenti e da dove, con calma, effettueremo la restante parte di discesa per tornare a Valbondione ... in perfetto orario!!!
Tourengänger:
Andrea!
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